capitolo 2~

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«Sono super emozionata!» mi disse Sofia. Era una ballerina che doveva scegliere tra Emanuel Lo e Raimondo Todaro. «Io sono stanca», rispose Lil Jolie, Angela. «Sono d'accordo con te, Ange», le risposi mettendole una mano sulla spalla, poco prima che Sofia aprisse la porta. Subito fuori si catapultarono tre ragazzi. «Whee, cuccioli!» Il primo che vidi era Holy Francisco, e la prima cosa che notai di lui fu la sua vivacità. Aveva i capelli rossi ed era più o meno alto come me. Il secondo ragazzo era un ragazzo biondo dai capelli lunghi, che se non sbaglio si chiamava Matthew ed aveva il dilemma tra le Pettinelli e Rudy. Il terzo, un bravo gentiluomo, mi prese la valigia ed era Petit, il ragazzo che aveva scelto Rudy. Era moro, alto e aveva due occhi chiari. «Io prendo la stanza azzurra», disse subito Sofia. Io e Lil Jolie la seguimmo all'interno. Appena arrivate, le ragazze iniziarono a attaccare le foto delle loro famiglie. «È tuo papà?» chiesi a Sofia. «Sì, ovviamente, come tutte le famiglie, abbiamo i nostri contrasti, eccetera. Ma l'amore prevale su tutto», disse ridacchiando Sofia. «Siete davvero belli», commentò Angela. «E chi sono quei due bambini?» Sofia mi chiese, indicando con il mento una foto dei miei tre nipotini che avevo appoggiato sul letto. «Lui è Giorgio e lei è Carlotta», risposi con un sorriso. «E i tuoi genitori?» La domanda di Angela mi fece fermare un attimo il respiro, e mi appoggiai sul letto. «Diciamo che il nostro rapporto è burrascoso», iniziai. "Diciamo che sono morti, Lilibet." «Raccontaci tutto, sappiamo che ci conosci da poco, ma resteremo zitte», disse Sofia, alzandosi dal suo letto e facendo cenno ad Angela di seguirla. «I miei genitori sono morti», confessai, cercando di non far trasparire la mia voce tremante. «Oddio», disse Sofia, mettendosi una mano sulla bocca. «Non immagino quanto sia stata dura». «Abbastanza, un colpo duro. Ma senza la loro morte, non avrei mai conosciuto Giovanni», dissi con un sorriso mentre mi chinavo ai piedi del letto per prendere la foto di me e mio fratello abbracciati. «Giovanni è tuo fratello?» chiese Angela mentre attaccavo la nostra foto sopra il mio letto. «Fratellastro. È il figlio nato dal tradimento di mio padre». «Ma è più grande di te», notò Angela. «Perché è nato prima dal matrimonio con Sara, mia madre», le risposi girandomi verso di lei con un sorriso che lei ricambiò. «Giovanni è stata la mia ancora di salvezza. È stato sempre vicino a me, anche quando facevo casini, lui mi ha sempre perdonato. All'inizio non riuscivo a credere di avere un fratello, eppure siamo così uguali, due gocce d'acqua». «Si vede che siete molto legati», disse Angela con un sorriso. «Sono arrivate altre ragazze», urlò Holy. «Ciao», salutammo Sofia. Erano Chiara, una ballerina di Emanuel Lo, e Gaia, una ballerina di Raimondo. «Blush, giusto?» mi tendeva la mano la bionda. «Sì, Chiara, giusto?» le risposi prendendole la mano. «Sì!» mi rispose con il suo accento romano. «Piacere Gaia», disse subito dopo la ballerina di Raimondo. «Blush, ma ragazze chiamatemi Aura», dissi con un sorrisino. Dopo che le nuove arrivate si posizionarono nella stanza verde, ci incamminammo verso la stanza arancione, la stanza di Angela. «Vediamo cosa hai portato», dissi ad Angela mentre mi sedevo sul suo letto. «Signorina, via di lì», mi rimproverò la diretta interessata. Mi alzai e mi posi in piedi come un soldatino. «Ho portato alcune foto e il carillon di mia zia. Ma se lo ascolto, mi fa piangere. E ora non voglio piangere, perché sono felice, quindi non lo ascolterò», disse Angela, poi appoggiò il carillon accanto alla sveglia. «Io non mi sveglierò mai», dissi. «Nemmeno io, sono troppo dormigliona», mi disse con un sorriso Angela. Dopo pochi minuti arrivarono tutti. «Sarah!» dissi, andando incontro alla cantante Cuccarini. «Ciao, Aura!» mi salutò con un abbraccio. L'avevo incontrata durante le prove ed era una ragazza simpatica. Ci siamo subito trovate. «In quale stanza ti sei messa?» mi chiese, guardandosi intorno. «Nell'azzurra». «Mi unisco anch'io, allora», disse con un sorriso.

«Legami Indissolubili» ~Simone GalluzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora