capitolo 4

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Ragazzi chiedo umilmente perdono se non ho pubblicato prima MA VI GIURO che stavo dormendo in un sonno profondo, ma proprio profondo pensavo che fosse domenica mattina!!!

Il pomeriggio, Maria ci chiama in sala.
"Allora, voi non lo sapevate, ma i professori nel frattempo,della puntata, stavano dando i voti."
La mia reazione fu quella di sprofondare con la testa contro il muro.
"Ti sei fatta male?" mi chiese un ragazzo biondo con un sorriso.
"Nah, ma grazie lo stesso," gli risposi facendo un sorriso.
"Pronta, si parte con la classifica di canto," mi richiama Kumo, un ragazzo ricciolino, alunno di?
"Speriamo bene," gli risposi aggrappandomi con le mani sulle sue spalle.
"Vi conoscete?" mi chiese lo stesso ragazzo biondo.
"Sì, ci siamo conosciuti per via delle nostre accademie," rispose Kumo.
E il ragazzo biondo annuì.
Mi avvicinai all'orecchio di Kumo e gli chiesi chi era.
"È un ballerino scelto da Emanuel, quello che avevi detto che era bravo."
Mi allontanai da lui, appoggiandomi con la schiena contro la parete.
E nella mente cercai di ricordare quando gli avevo detto una cosa del genere.
"Bene, partiamo con il primo o l'ultimo?"
"Ultimo," rispondemmo in coro.
"Allora l'ultimo in classifica è Mida," sgranai gli occhi. Se lui era ultimo, io quanto ero?
La classifica andò veloce, composta principalmente dai tre della Pettinelli.
"Al quinto posto Blush," mi coprii il viso con le mani.
Cavolo, come ho fatto?
"Hai preso 9 da Rudy, 8 da Lorella e 4 dalla Pettinelli," i miei occhi si spalancarono.
"Non te lo aspettavi?"
"Zero, spaccato."
Gli risposi togliendomi le mani dal viso e abbracciando le ginocchia con le braccia.
"Secondo me hai spaccato," mi sussurrò il biondo.
"Grazie, anche tu non sei stato male," gli risposi.
Lui poi mi porse la mano.
"Simone."
"Aura."
Simone inclinò leggermente la testa per poi sorridere.
"Classifica ballo, primo o ultimo?"
"Ultimo," rissero i ragazzi di ballo, per poi iniziare la classifica.
La classifica iniziava molto lentamente, i voti dei ballerini erano peggiori dei nostri.
"Chi crede di essere penultimo in classifica?" chiese Maria.
E Simone alzò il braccio.
Ed è proprio il biondino ad essere penultimo, con una media di 5 tondo.
Strabuzzai gli occhi, non me l'aspettavo. Ma in fondo non sono una critica di danza.
"Lo sapevo," disse appoggiandosi al muro nella mia stessa posizione.
Istintivamente gli allungai un braccio sulla spalla, in segno di conforto, e lui appoggiò la sua mano sulla mia, girando il capo verso di me facendomi un sorriso.
Mi dispiaceva.
Dopo pochi Maria ci congedò.
E io rimasi sulle scalinate insieme a Mida e Nicolas.
"Se mi ha dato tre deve esserci un problema alla base," disse Mida, parlando della Pettinelli.
"Se non sbaglio aveva detto che eri qualcosa di già sentito."
"E chi la fa la mia roba in Italia? Glielo chiederò."
"Sì, dovresti," rispose Nicolas dandogli manforte.
Non conosco Mida, ma ho già sentito i suoi pezzi, e anche se secondo me si stia pavoneggiando un po' troppo, capisco che un tre è pur sempre un tre.
"Chissà perché ha dato voti così bassi," dissi ad alta voce portando l'attenzione del ballerino e del cantante su di me.
"È quello che mi chiedo io, cioè tu sei stata bravissima. Hai preso 9 da Zerbi!"
"Anche tu sei stato bravissimo Mida."
"Dalla classifica non direbbe," disse Mida con un filo di voce.
"Non ascoltate i voti, l'importante è ciò che pensi tu," gli risposi scendendo dagli spalti per andare di fianco a lui.
"Io voglio che i professori cambino idea. Già la prossima settimana deve cambiare questa roba," disse Nicolas scendendo anche lui dagli spalti e incamminandoci dentro la sala.
"Vedrai che riuscirai a farli cambiare idea, Nic," gli risposi, per poi allontanarmi dal duo, avvicinandomi a Sarah intenzionata a cucinare insieme a Angela e Marisol.
"Che cucini di bello?" gli chiesi, mettendomi di fianco a Dustin e salutandolo con un cenno di capo.
"Un po' di hot dog," mi rispose, alzando lo sguardo.
"Congratulations, Dustin! First in the ranking!" dissi al ballerino, arrivato primo in classifica, con il mio accento scozzese.
"Thank you!" mi rispose lui con il suo accento australiano.
"Ma come fai? Io non so mezza parola di inglese," mi chiese Holy, passandomi di fianco per andare a prendere un bicchiere.
"I vantaggi di essere cresciuta in una famiglia scozzese," gli risposi, mentre lui annuiva soltanto per poi andarsi a sedere sul tavolo.
Dopo pochi minuti mi andai a sedere anche io.
"Hey Aura, c'è un posto libero qui," mi fece cenno il biondino.
"Grazie," risposi.
"Blush, giusto?" mi chiese Marisol.
"Sì, ma chiamatemi Aura, Marisol," gli risposi facendo un sorriso.
"Allora, scozzese, cosa ci racconti della Scozia?" mi chiese Holy.
"Ma niente di che, dopotutto abito a Sesto San Giovanni. Diciamo che gli scozzesi sono molto timidi, quindi non ho mai fatto grandi amicizie," gli risposi.
"E la musica in Scozia com'è? Pop?"
"È classica, Holy, ma magari," gli risposi ridacchiando, mentre si sedeva accanto a me Sarah.
"Lasci to il progetto di diventare chef?" la presi in giro.
"Tranquilla, dopodomani tocca a te," rispose.
L'acqua mi andò di traverso. "Con chi?"
"Con il biondo di fianco a te."
"No, regà, io non so cucinare," mi disse con fare scocciato.
"Nemmeno io, avete fatto la coppia sbagliata per cucinare," dissi ridacchiando a Sarah.
Il biondo allungò il braccio verso di me con fare da schiacciare il cinque. Al contrario, gli feci pollice in giù.
Lui alzò gli occhi al cielo. "Cosa hai, 5 anni, Aura?" mi disse da finto arrabbiato il diretto interessato.
"Piu o meno, aggiungi altri 13 e ci sei," gli risposi, girandomi completamente verso di lui.
"Cazzo, hai 18 anni?" mi chiese Nic.
"Yes, classe 2004."
"Non li hai ancora, allora," disse Holy.
"Sembri più piccola," disse Sarah.
Mentre stavamo conversando, la mano di Simone andò dietro alla mia sedia iniziando a giocare con le punte dei miei capelli.
"Ehi, stai fermo, Simo," gli dissi tirandogli uno schiaffetto al braccio appoggiato sul mio schienale.
"Perché è anti-stress, hai i capelli morbidi," disse lui, continuando a fare girare la ciocca intorno al dito.
Alzai gli occhi al cielo. "Fai quel che vuoi," gli risposi, mangiando un wurstel.
Verso le 13.30, tutti avevamo finito, ma io, Holy, Sarah e Simone eravamo ancora lì a parlare, e Simone era ancora lì a giocare con i miei capelli.
"Ti taglio le mani, basta," lo minacciai.
"Non lo faresti," disse lui.
"Ti conosco da meno di un giorno, ma un omicidio si fa in meno di 24 ore," dissi.
Lui a quel punto allontanò la mano dai miei capelli, facendo segno di resa.
Holy e Sarah si scambiarono uno sguardo di intesa.
"Che c'avete da guardare?" le rimproverai.
"Niente, niente."
"Comunque, parliamo di cose serie. Si possono dare 3 e 4 così, al primo colpo," disse Sarah, tornando a lambire i voti.
"Tu sai che gli è preso alla tua insegnante?" chiesi a Holy.
"Onestamente, non lo so, magari lo ha fatto per spronarvi?" disse con un filo di voce, sapendo la reazione mia e di Sarah.
"A spronarci con un 3 o 4?!" chiedemmo più o meno in coro.
"Ottimo, Holy, te le lascio in mano tue," disse Simone alzandosi e avvicinandosi al bancone.
"Va bene, ragazzi, almeno non siete ultimi," disse Holy.
"Sì, ma un 3 e un 4 sono comunque voti troppo bassi," disse Sarah.
"A me dispiace per Mida, è un bravo cantante."
"Sono d'accordo, cioè chi non ha sentito almeno una volta Mida su TikTok!" disse Sarah.
"Mida è famoso?" chiese sottovoce il rosso.
"Sì, Malpelo ha fatto diverse canzoni come Holden e Te."
"Malpelo?" chiese lui con uno sguardo confuso.
"Sì, Malpelo, il protagonista del romanzo di Verga. Anche lui era rosso."
"Ma io sono tinto."
"Ma sei pure sempre rosso."
"La prendo come un'offesa," mi rispose ridacchiando.
"Che ore sono?" chiesi ad Angela, che tornava dalla camera.
"Sono le 4.45 e qualcosa, credo che dobbiamo andare," mi rispose.
"Cavolo, sì, che devo andare," dissi saltando sulla sedia.
"È stato bello parlare con voi ragazzi."
"Dobbiamo rifarlo," disse Sarah alzandosi anche lei.
"Andiamo insieme, ho lezione con Lorella."
"Ah, ah, io ho lezione con la Pettinelli alle 3.30," disse Holy facendoci la pernacchia.
Sarah gli tirò un colpetto leggero sul collo, e lui scappò ridendo dentro la camera.
"Andiamo," dissi a Sarah, e ci incamminammo nella stanza blu, prendendo gli spartiti e il resto, per poi andare in sala prove.
"Addio, compari," dissi, dandogli un pugno.
"Addio," disse lei, dandomi il pugno.
"Ciao, Rudy," lo salutai.
"Ciao, Blush. Allora, direi che alla puntata non è ancora il momento di portare un inedito. Te lo dico chiaro e tondo, so delle tue capacità, e credo che tu sia una risorsa importante. Quindi vorrei che tu in questo momento inizi a scrivere solo alcune frasi di rime. Quando poi credi di essere sicura di iniziare a scrivere, vieni da me e ne parliamo, va bene?"
"Va benissimo," gli risposi.
"Ottimo, ora pensiamo alla cover da portare domenica," disse Rudy, prendendo tutti i fogli.
Iniziammo la lezione che durò all'incirca mezz'ora, per poi andare dai vocal coach fino alle 5.30 circa, per poi andare nella casetta.
In casetta eravamo pochissimi, ma subito vidi Mida, Kumo, un ragazzo riccio e Holy.
"Cià ragazzi," li salutai.
"Ciao, Aura," mi salutò Mida, mentre l'uno mi diede un bacio sulla guancia.
"Usciti prima?"
"Sì," disse Holy, ora di prendere il posto di Kumo, che si era alzato per darmi il bacio sulla guancia.
"Holy, toglietevi di mezzo," disse Kumo, andandoci sopra a Holy e iniziando a battibeccare.
"Litigate come due fidanzati," disse Simone, alzandosi.
"Grazie, Simo," rispose Kumo, giungendosi sul suo posto in modo da non farselo prendere dai suoi compagni.
"Andiamo dentro," mi disse Simone.
E poi si stravaccò sul divano.
"Distrutto?" gli risposi, sedendomi alla fine del divano, mentre lui metteva le gambe sulle mie cosce.
"Fai con comodo, Simone," gli dissi.
"Grazie. Comunque, l'allenamento è stato più duro di quanto facevo nella mia scuola," mi raccontò.
"Immagino," risposi, facendogli il solletico.
«Ehi! No! Ah-ah-ah-ah-ah. Smettila!» disse Simone controcendosi e scalciando
«tu togli i piedi»
«te lo giuro»
«bene» gli risposi mollandolo.
«non mi sdraiero più vicino a te» mi disse Simone mettendosi a sedere.
«te lo consiglio» gli dissi facendoli l'occhiolino.
«picciocini, muovetevi e aiutateci ad apprecchierare» ci canzonò Mettew, un alunno di Zerbi come me.
«impiccione apparecchia tu» gli rispose Simone.
«Alza il culo, Simone Galluzzo!» gli rispose Mettew.
Ridacchiando mi alzai e gli porsi la mano.
«su ad apparecchiare» gli dissi, lui sbuffò ore poi prendere la mano e tirarsi tu.
Non male come primo giorno di scuola.

«Legami Indissolubili» ~Simone GalluzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora