capitolo 3~

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(Scusatemi del ritardo ma ho fatto la prova di uno sport se no i miei mi scannavano🥹🥹)

L'orologio segnava le otto del mattino. Io, Marisol, Mew, Dustin e Sofia dovevamo scegliere quale insegnante fosse più adatto a noi.

"Sono molto agitata," disse Sofia.
"Anche io," rispose Marisol, una ballerina che doveva scegliere tra la maestra Celentano ed Emanuel Lo, sedendosi nella sala relax.

"Tu, Blush? Sei ansiosa?" mi chiese Mew, una cantante che doveva fare la scelta tra Lorella e Rudy, come me.
"Piu o meno," le risposi con un sorriso.
"Comunque, piacere, io sono Valentina, ma chiamami pure Mew."
"Tu invece chiamami Aura."
"Che nome strano. Cosa significa?"
"Significa 'luminosa e splendente,'" le dissi con un sorriso.
"È vero, sei una ragazza luminosa e dolce, si vede a occhio nudo," mi disse sorridendo.

"Blush, tocca a te!" disse Dustin, un ballerino in scelta come noi, con il suo accento australiano.
"Grazie," gli risposi.
"A dopo," dissi a Mew prima di uscire e incontrare Zerby nella sala 2.

"Ciao Blush, come stai?" mi chiese con un sorriso.
"Sto molto bene, lei?"
"Anch'io, grazie."

"Dovresti entrare nella mia squadra perché sono certo che darai un contributo di successo. Il canto, secondo me, è un'arte che ci connette in modi unici. Condividiamo emozioni, storie e armonia attraverso la musica, e credo che tu abbia le giuste caratteristiche che cerco."

"Grazie, professore, del complimento."
"È la verità, Blush. Credo che tu nella mia squadra farai grandi cose," mi disse con un sorriso.

Eppure, eppure.

Ringraziai il professore per l'ultima volta, poi uscii e incrociai Mew che stava dirigendosi dalla Pettinelli.

"Com'è andata con Zerbi?" mi chiese.
"Bene, tu con Lorella? Come è andata?"
"Mi ha fatto un'ottima impressione. Probabilmente sceglierò lei," mi rispose prima di salutarmi rapidamente e dirigersi verso la Pettinelli.

Appena entrai nella sala 3, Lorella mi accolse con un grande sorriso.
"Si può sapere cosa ti ha spinto a scegliere il mio corso?"

"Siediti pure, cara."

"Buongiorno."
"Buongiorno a te. Come stai? Come ti trovi nella nostra accademia?"

"Piu o meno bene."
"So che hai fatto diversi concerti all'estero, ho letto qui."

"Sì, è vero. Con la mia compagnia e l'aiuto di mio padre, che è scozzese, siamo riusciti a metterci in contatto con altre accademie."

"Deve essere stato un bravo padre per te."
"Sì, era il più presente tra i miei genitori."

"Mi dispiace, per entrambi."
"Grazie," le risposi con un leggero sorriso.

"Non perdiamoci in chiacchiere. Non posso fare a meno di notare che hai una voce straordinaria. La tua passione per il canto è evidente."

"Sì, il canto mi ha sollevato quando avevo bisogno di energia per andare avanti."

"Sono felice che tu sia riuscita a superare quel periodo."

Risposi alla maestra e uscii, andando nella sala relax. Ero rimasta da sola, tutti avevano probabilmente già fatto la loro scelta. Ero indecisa, mi sentivo in sintonia con la Cuccarini eppure Zerby mi dava un senso di sicurezza. Era una decisione difficile. Ma alla fine, come alla prima, presi la scelta giusta.

Corsi nella sala due.

"Sapevo che saresti venuta da me," disse Rudy con un sorriso raggiante, poi mi strinse la mano che afferrai.
"Non te ne pentirai. Spero di no."

«Legami Indissolubili» ~Simone GalluzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora