Mi stavo dirigendo in casetta con Sarah e Mew: «Ho un po' d'ansia» ci disse Sarah
«Perché?» chiese Mew.
«Me lo sento, sono io quella che va in sfida»
Io la ripresi: «Ma cosa dici»
Sarah replicò: «Sì, sono quella che assomiglia di più nello stile»
«E anche se fosse? Sei molto forte, e in tal caso la batterai»
Appena entrammo in casa, l'aria era tesa.
Mew chiese ad alta voce: «Che succede?» attirando l'attenzione dei ragazzi in casa.
Il primo che vidi fu Simone, con le lacrime agli occhi di nuovo, circondato da Holy e Nic.
«Simo, che succede?» chiesi avvicinandoci al bancone della cucina dove si trovavano.
Simone disse con voce rotta: «Ho ricevuto un compito dalla Celentano» «Eh? Che cosa succede?»
Simone continuò: «Ha detto che non sono robusto, che il mio corpo non è fatto per danzare» mentre una lacrima scappava di nuovo.
«Simo, te lo ripeto per l'ennesima volta. Tu vai bene così. Non fa niente se sei più basso o se sei più robusto. Vai bene così, okey?» Asciugai le lacrime che continuavano a scendere incessabili.
Simone annuì.
«Devo andare a parlare con Emanuel Lo» cercando di sfuggire tra di noi che lo tenevamo vicino al bancone.
Io fermai con una mano sul petto e lo rimisi al suo posto.
«Prima mangi, poi dopo vai da Emanuel Lo»
«Va bene» disse uscendo fuori da noi tre.
«Stagli vicino» mi disse il rosso mentre andava da Matthew.
Nel frattempo, Nic se n'era già andato.
Mi girai e vidi che, Simone, era seduto sul divano a parlare con Stella e un ragazzo che non riuscivo a riconoscere.
Feci un piccolo sorriso per poi prendere l'acqua ed incamminarmi verso la mia camera e buttarmi sul letto.
Buona notte.«Aura, svegliati!» mi scosse una voce.
Cercai di aprire gli occhi, ma sembrava che qualcosa me li bloccasse.
«Aura, sul serio sei in ritardo!»
Con quella parola, il mio cervello si accese, e mi alzai di scatto, scontrandomi con la persona che mi stava parlando.
«Maledizione» mormorammo entrambi.
«Perché l'hai fatto?» mi chiese la figura, che ora riuscivo a mettere a fuoco, che si toccava l'occhio.
«Mi hai fatto male, idiota» dissi uscendo dal letto.
«Io? Sei stata tu ad alzarti di scatto! E poi c'è l'hai proprio con quest' occhio!»
«Quanti minuti sono in ritardo?» chiesi al biondino che stava scendendo i gradini del mio letto.
«Quindici» mi rispose lui.
«Porca miseria!» esclamai facendomi una coda alta.
«Non vuoi mangiare qualcosa?» «non posso, Simone. Sono in ritardo!» gli risposi prendendo l'occorrente.
«Calmati, andiamo in ritardo insieme, allora» mi disse tranquillizzandomi.
«Ci saranno delle punizioni, lo sai?»
«L'importante è che non sia una sfida, ho già troppi pensieri in testa» bene mi rispose, uscendo di fretta dalla stanza.
«Tranquillo, non ascoltare la Celentano, credi in te stesso» gli risposi.
«Non eri infelice di arrivare in ritardo?» mi prese in giro.
«Sì, per questo motivo ti incoraggio a andare avanti, così ti sbrighi» dissi spingendolo.
«Aura?» «Mh?» «Il bracciale nero che porti, di chi è?»
«Come hai fatto a vederlo?» le chiesi abbassando la manica della felpa.
«Sono attento ai dettagli. Comunque, di chi è?» Sbuffai sonoramente. «Non sei stato molto attento, altrimenti avresti notato che ce ne sono due» gli risposi. Lui, senza permesso, mi tirò su la manica. «È vero. Ma ne hai due più uno rosa»
«Allora, il primo è di Matteo, il mio migliore amico. Il secondo è di Sabrina, la mia migliore amica, e il terzo rosa è di Carlotta, mia nipotina» risposi mentre mi tiravo giù la manica.
«Perché non vivi con i tuoi genitori?» mi chiese aprendo la porta per entrare nelle aule. Mi fermai sulla soglia. «Possiamo parlarne in un altro momento?» dissi, e lui capì subito.
«Allora, prima le ragazze» «Allora, suppongo che tocchi a te» gli dissi, dandoli della femminuccia. Lui, offeso, mi spinse dentro. «A dopo» «A dopo» gli risposi. Forza e coraggio.
«Buongiorno» salutai il coach Marco, che mi mandò uno sguardo severo. «Aura, perché questo ritardo?» «Mi scusi veramente, è che mi sono addormentata, ma non accadrà più, glielo prometto» Lui mi guardò un altro istante e poi il suo sguardo si fece più gentile. «È normale addormentarsi senza nemmeno mangiare?» La sua domanda mi fece sbiancare. «Cosa succede, Aura? Quel sguardo lo riconosco» «Oggi sarebbe stato il dodicesimo compleanno di mia sorellina» risposi, posando i fogli e mettendomi seduta. «Non sapevo che avevi una sorellina. Falle gli auguri da parte mia» mi rispose con un sorriso. «Penso che ti abbia già sentito» gli risposi con un sorriso malinconico. Lui inclinò la testa, confuso. «Mia sorellina è morta 5 anni fa» risposi. La sua faccia si riempì di compassione e, forse, anche di pena.
E io odio la pena.
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«Legami Indissolubili» ~Simone Galluzzo
Fanfiction-Fan fiction su Simone galluzzo amici 23 🎶🎶🎶🎶🎶🎶🎶🎶🎶🎶🎶🎶🎶🎶🎶 Aura Thomson. Aura ha 18 anni, vive a sesto San Giovanni con suo fratello, la sua fidanzata e la sua famiglia. Ha un passato difficile che ha saputo affrontare. Ha sempre avuto...