4.RIAVVOLGERE

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«Qualche giorno fa mi è capitato di vedere un video sulla mia home di Instagram.»

Sono sdraiata su un divano di pelle nera, i capelli mi ricadono in ciocche scomposte ai lati della testa, una gamba penzola dal bracciolo.

«Hm. E cosa c'era in questo video?» la dottoressa Renna, la mia psicologa, si sistema sulla sedia, in attesa.

Alzo una mano al cielo, con le dita aperte, come se giocherellassi con un filo invisibile.

«Praticamente mostrava la metamorfosi di un bruco in una farfalla dai colori sgargianti. Era molto bello.»

«Come mai ti ha colpito tanto?»

«Boh, non saprei..» tentennai «..forse perché trasmetteva il dolore del bruco?»

La dottoressa sistemò gli occhiali sul naso.« Posso vederlo?»

Tirai fuori il telefono dalla tasca posteriore dei jeans, andai tra i contenuti salvati e trovai il video, alzai il volume e lo mostrai alla donna.

«Beh...» commentò «..non mi sembra che si capisca alcun tipo di dolore.»

Riguardai quel video ancora una volta. «Ma si percepisce, però.»

La dottoressa piega un angolo delle labbra all'insù e assottiglia gli occhi, sembra dirmi qualcosa che non riesco a capire.

«Spiega.» mi ordina in tono asciutto.

Ricordo che, quando dovetti scegliere la mia terapista tra le varie opzioni, la dottoressa Renna mi sembrava quella più affidabile.

Non metteva a proprio agio le persone, non offriva the e biscotti per creare un ambiente confortevole. Non sorrideva, non abbracciava. Il suo studio aveva colori tenui e un ambiente minimalista.

L'esatto opposto di una psicologa.

Diceva poche parole, e la maggior parte di quelle che le uscivano dalla bocca erano fredde e senza un minimo di cordialità.

«Quello che voglio dire...» mi misi dritta sul divano «..quello che succede al bruco non è un banale cambio di...pelle?!...è un qualcosa di più profondo, lui cambia...letteralmente, cambia...diventa qualcos'altro.» cerco di farneticare «...di totalmente diverso. È come se io ora mi trasformassi in ... che so?! Una pianta, per esempio!»

«E cosa c'entra questo con il dolore?»

«Al bruco tutto questo fa male...almeno credo.» mi stendo nuovamente sul divano « Sta diventando qualcos'altro, qualcosa di ovviamente più bello.»

La dottoressa mi trafisse con gli occhi. «So che hai capito, Serena, dillo.»

Tentenno un attimo. «...io credo che quello che non ci dicono, quando ci parlano di crescita personale e di tutte quelle stronzate lì, è che sarà anche vero che ci trasformiamo in qualcosa di sicuramente più bello e migliore, ma farlo ci costa tanto. Ci costa un dolore atroce, un...» sospiro forte «...ci costa letteralmente cambiare pelle.»

La Renna per la prima volta in un anno mi sorride, cordiale. «Complimenti, Serena...» si alza in piedi con consapevolezza e mi tende la mano «...accettare il dolore è il primo passo per guarire da esso.»

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Mi stiracchiai, scendendo dall'auto che mi era servito da rifugio per quella notte, ancora.

Non avevo mai avuto problemi a dormire in posti scomodi, e l'avevo fatto. Ma quella notte la passai sveglio a cercare la posizione più comoda per cercare di trovare pace.

Come la luna sull'acqua chiara.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora