5.RIMORSI & RIMPIANTI

308 37 10
                                    

Ho sempre pensato che nella mia vita ci fossero ben poche costanti. 

E Mercorelli che, puntualmente, si buttava a peso morto sul mio letto il sabato mattina, svegliandomi, era una di quelle.

«Bonjour, ma chère

Milo, acciambellato contro la mia pancia, aprì un solo occhio ed emise un sospiro rumoroso. Quel ragazzo stressava addirittura il gatto.

Brontolai un versaccio e sprofondai nelle coperte, una mano scivolò ad accarezzare il folto pelo del mio gatto. Fortuna che lo sapevano che avevo problemi a dormire.

«Dai, su! A fare colazione, oggi è il grande giorno!»

Victor si sporse oltre la porta. «Grande giorno?!» si raddrizzò di colpo «Oddio! Si sposano oggi?!»

Diafa si sbattè una mano in fronte. «Mi spiegate la ragione per cui Victor in questi mesi sia diventato più scemo?!»

Il biondo sorrise, sornione. «Perché mi è cresciuto il ..»

«Basta così!» riemersi dal mio bozzolo, ancora insonnolita «Fuori da questa stanza, immediatamente!»

Il mio gatto si alzò, si stiracchiò sbattendo il folto pelo, ci lanciò uno sguardo parecchio infastidito e scese dal letto.

Scusa, Milo!

       💠

La sala ricevimenti dove si teneva il rinfresco era bellissima.

I futuri sposi avevano scelto per la cerimonia della promessa di nozze una serra abbellita con candele bianche e lucine.

Eravamo pochi invitati, tra famiglia e amici, per cui ci avevano sistemati in due tavoli lunghi e paralleli.

Inizialmente, avevano concordato che la promessa sarebbe stata una settimana prima delle nozze, il 10 Agosto. Ma, con il ritorno a sorpresa di Andrea, gli sposini avevano deciso di anticipare il tutto e fare le cose con più calma.

Erano raggianti mentre posavano per le foto di rito. Camilla si era cambiata e aveva sostituito il tailleur bianco con un tubino dello stesso colore con paillettes tono su tono. Daniele, invece, aveva lasciato il classico smoking, a cui aveva aggiunto i mughetti nel taschino.

Ai rispettivi lati, Marika e Andrea -i testimoni- sorridevano contenti.

Vedevo gli sguardi che Marika lanciava ad Andrea. Erano carichi di ammirazione e sensualità: sbatteva le folte ciglia, che incorniciavano gli occhi dello stesso azzurro ghiaccio della sorella e appoggiava perennemente la mano pallida sull'avambraccio del mio ex.

Stretta nel tubino lilla, con i sandali argento e i boccoli biondi raccolti su una spalla, era bellissima e sensuale.

Presi un sorso del mio champagne e piegai la testa ad osservare l'uomo che le stava di fronte: se possibile, era ancora più bello.

I capelli erano molto più lunghi rispetto all'ultima volta che ci eravamo visti, adesso arrivavano alle spalle ed erano schiariti dal sole. Il corpo muscoloso e tonico era stretto nello smoking, da cui pendevano delle piccole catenine argento. Le maniche erano arrotolate ai gomiti, lasciando in vista la pelle ambrata e già abbronzata, splendente sotto le lucine. Le mani stringevano un bicchiere di quello che sembrava whiskey ed erano, come sempre, ingioiellate.

Ricordai di quando quelle mani le passava a ripetizione sul mio corpo, mentre mi parlava in maniera eccitata e roca. Tanto bastò per causarmi un brivido.

«Chiudi la bocca, signorina!» voltai lo sguardo e vidi il signor Rodolfo, il papà di Daniele, prendere posto accanto a me.

«Oh! Signor Rodolfo..» biascicai, cercando di nascondere l'imbarazzo per essere stata beccata a fissare il nipote con la bava alla bocca.

Come la luna sull'acqua chiara.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora