20.CHE RUMORE FA LA FELICITÀ?

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La sala di registrazione si presentava come un santuario per gli appassionati di musica, con le pareti rivestite di pannelli fonoassorbenti per garantire la miglior qualità sonora possibile. Eravamo al centro della stanza, imbracciando i set di strumenti musicali mentre altoparlanti e mixer erano disposti strategicamente lungo le pareti. Il soffitto era punteggiato da luci soffuse, che conferivano un'atmosfera suggestiva e concentrata al luogo. 

In ogni angolo, cavi e connettori si intrecciavano come arterie vitali, trasportando il suono della nostra anima al mondo esterno.

Fabio si trovava dalla parte opposta del vetro, ascoltando concentrato quell'unica canzone.

La chitarra di Daniele e il basso di Victor sfumarono, lasciando quel silenzio pregno di eccitazione tipico dopo una prova.

«Beh?!» chiese Mercorelli «Che ne pensi?»

«Questa sarebbe la canzone di apertura del concerto di Skin?»

Annuii. «Sì. Prima di suonare Renaissence.»

Merco si fiondò su dei fogli lasciati su uno dei sintetizzatori. «L'idea di base sarebbe cominciare con questa, poi cantare Renaissence con Skin, e poi congedarci e viverci il concerto.»

Fabio arricciò le labbra, cominciava a salire l'ansia anche a me. «Ottima idea!»

Cominciammo a esultare, ma il nostro manager ci frenò. «La casa discografica è stata ovviamente entusiasta quando ha saputo della nuova canzone.» sospirò «Ma sappiate che, se decidete di presentarla la prossima settimana al concerto, l'etichetta ma soprattutto i fans si aspetteranno un album da lì a qualche mese. Che vi sia chiaro, questo!»

«Non c'è problema.» intervenni «Ormai il nodo si è sciolto. Ho la testa che è piena di parole.»

«A saperlo prima...» Mercorelli rise «...ti avremmo fatto scopare con Andrea appena arrivato.»

Daniele gli allungò uno schiaffo sulla nuca «Il solito cretino!» ma anche lui non riuscì a trattenere un sorriso.

Alzai il dito medio in risposta. «Idioti!»

«Ehi!» si difese Victor «Noi che c'entriamo?!»

Elia scosse la testa, esasperato. «Certe volte mi fate rimpiangere l'ospedale psichiatrico!»

Un sorriso spontaneo si dipinse sul mio viso. Era come se fossimo tornati ai vecchi tempi, quando la musica era la nostra unica preoccupazione e ogni nota era una promessa di libertà.

L'atmosfera familiare e carica di energia mi avvolgeva, riportandomi indietro nel tempo, quando tutto sembrava possibile e ogni sogno era a portata di mano. Mi sentii grata per quel momento, per quella sensazione di ritrovare me stessa e i miei compagni di avventure musicali.

Tutti insieme. Come una volta.

«A chi va uno spritz?!» propose Daniele.

Tutte le mani si alzarono in risposta. «Non abbiamo avuto ancora modo di commentare il matrimonio.»

«C'è poco da commentare...» borbottò Daniele «...ho rischiato di morire il giorno delle mie nozze. E tutto per merito vostro.»

Ridemmo di gusto. «Oh, ma dai!» non riuscivo a smettere «Non è stato poi così grave!»

«Scherzi!?» il mio amico spalancò gli occhi «Camilla ha detto che me l'avrebbe fatta pagare a vita!» indicò Victor e Mercorelli «Per colpa vostra, poi!»

A fine serata, i miei due amici ebbero l'idea brillante di trasformare il matrimonio in una scena da film comico. Volevano buttare la sposa nella piscina! 

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