Capitolo 6: FRATTURA

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In quell'istante mi resi conto che c'era anche Mila con noi, per fortuna era troppo distante per aver potuto ascoltare la conversazione, ci mancava solamente che la coinvolgessi in tutta questa storia.

<<Forse è meglio se andassimo tutti a casa.>>

<<Sarebbe meglio >> mi rispose Anne, dandomi corda.

Durante il viaggio di ritorno vidi Mila tutta contenta e non ne capivo il motivo.

<< Non sapevo potessi scomparire a caso nel nulla e ricomparire subito dopo fratellone, sono stupita. Mi insegni?>> Mi venne da ridere sul momento, ma non potevo di certo mostrarlo di fronte a lei, avrebbe frainteso.

<<Era notte fonda Mila, hai visto male, e poi sai che queste cose non esistono>>

<<Se lo dici tu>> disse un po' delusa.

Arrivati a casa, vedemmo mia madre sulla porta con il telefono in mano appoggiato all' orecchio, probabilmente stava facendo una telefonata. Appena ci vide salutò in fretta la persona con cui stava parlando e corse da noi, si inginocchiò e strinse forte mia sorella.

<< Dove cavolo ti sei andata a cacciare d'improvviso? Mi hai fatto preoccupare un sacco. Non farlo mai più Mimi, promettimelo.>>

<<Va bene...>> disse in modo condiscendente. Mia madre la scrutò molto attentamente, dopotutto era preoccupata per sua figlia. Successivamente posò gli occhi su me ed Anne, ci rivolse un sorriso.

<<Voi tutto bene al bowling?>>

<<Sì, tutto a posto signora Filas>> disse Anne con fin troppa educazione, specialmente per una ragazza come lei: l'educazione non era tra i suoi punti forti, non da quando aveva risposto in quella maniera alla professoressa di fisica perché l'aveva insultata pesantemente, come poterlo scordare.

<<Quante volte ti devo dire che puoi chiamarmi anche Jennifer o Jene oppure Jennie se ti piace di più.>>

<< Mamma...>>

<< Non ti preoccupare Henry, Jennie è così dolce!>>

<< Grazie cara, è deciso allora!>> si misero a ridere entrambe.

<< Forse è il caso di rientrare prima che ci si prenda un raffreddore.>>

<< Mi sa proprio di sì. Però prima volevo rubarti tuo figlio per un secondo.>>

<<Ma anche due o tre, fate pure con comodo!>> A questa affermazione diventai rosso come un peperone.

<<Mamma!>> Lei e Mila entrarono di corsa in casa. Pure mia sorella ci si metteva?

<<Scusala, veramente.>>

<<E di che? Ad avercela una madre così>> Mi ricordai della sua situazione familiare, potevo essere così stupido?

<< Presumo che non ci siano miglioramenti.>>

<<Giusta affermazione>>. Ci allontanammo un po' per non farci sentire.

<<Nonostante tutti i possibili litigi o drammi che si possono creare, deve essere stupendo avere un rapporto come il vostro. Sai, un po' ti invidio Henry>> mi disse Anne cercando di darmi una spinta. Celava un bel sorriso.

<< Puoi venire quando vuoi da noi, sei la benvenuta, lo sai.>>

<<Lo so, lo so, ma certe cose bisogna affrontarle faccia a faccia con il nemico, come ha fatto Harry Potter con Voldemort>> concluse con una aria di non so che solenne. Mi misi a ridere, lei mi guardò male.

The soul of mirrorsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora