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Bethany

era incredula. Si aspettava che Dawson le parlasse di nuovo,

addirittura che flirtasse un pochino, ma che le chiedesse di

uscire...così, dal nulla... proprio non l'aveva previsto.

<<Okay>>.

Abbassò lo sguardo sulla penna, domandandosi cosa avrebbe detto alla

madre, se lui si fosse presentato alla porta.

<<Ti

vengo a prendere io>> rispose lui, gli occhi scintillanti. Oh,

no, no,no,no.

Già vedeva lo sguardo severo della madre durante l'inevitabile

interrogatorio. L'imbarazzo prese il sopravvento facendole stringere

forte la penna. <<Mmm, preferirei se ci dessimo appuntamento da

un'altra parte...niente di personale, solo che i miei...>>

<<Sono

severi. Nessun problema>>. Aveva capito al volo e questo

Bethany lo apprezzò. <<C'è una tavola calda giù in citta. Il

posto non è granché, ma si mangia benissimo. Si chiama Smoke

Hole...

lo conosci?>>.

Non

lo conosceva, così le diede le indicazioni per arrivarci. Niente era

difficile da trovare a Petesburg, a meno che non si trovasse in una

delle vie più periferiche, così simili fra loro. Mentre parlavano,

Bethany notò alcune ragazzze, in particolar modo una biondina

davanti a lei, che origliavano spudoratamente la loro conversazione.

La bionda era una bambolina minuta, con un viso e un fisico

perfettti. Bethany, col suo metro e settantacinque, accanto a lei si

sentiva Godzilla. Poi notò che anche il gemello di Dawson stava

ascoltando. E li guardava con insistenza. Qualcosa nei suoi occhi le

diceva che non era molto entusiasta di ciò che stava sentendo.

Qualunque fosse il suo problema, Bethany si ripromise di stare alla

larga sia da lui sia dalla Barbie davanti a lei. La lezione iniziò.

L'argomento era Orgoglio

e pregiudizio.

Mentre Patterson distribuiva i libri, tutti, soprattutto i ragazzi,

sbuffano. Bethany aveva già letto quel romanzo....tre volte, quindi

scrivere un tema non sarebbe stato troppo difficile. Cercò di

concentrarsi sulla lezione, ma la mente vagava e tornava sempre a

quel ragazzo alle sue spalle. Il suo profumo legnoso e fresco, le

ricordava i falò d'estate. Era un profumo buonissimo, che lo faceva

sembrare più grande. In effetti Dawson non sembrava affatto un

ragazzino. Aveva sedici anni, altrimenti non sarebbe stato lì, ma se

l'avesse incontrato fuori dalla scuola, di sicuro avrebbe pensato che

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