Capitolo 26

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Cit. Daisy

Il giorno della festa è arrivato. La mia adrenalina è semplicemente alle stelle. Sento i brividi sulla pelle, le gambe farsi più leggere, il mal di pancia...ma non faccio altro che sorridere. Oramai è l'alba, dolce e delicata alba. Indosso una semplice canottierina di pizzo bianco: è la mia preferita. Tutti stanno dormendo, compresa Camilla, che sembra distrutta: due occhiaie nere circondano i suoi occhi azzurri. Sembra che sia più in ansia io per la lettera che lei. Chissà se ha scoperto chi sia questo "ammiratore segreto". Che sia Carlos? Decido di andare in cucina per bere qualcosa. Sono le 6:00 di mattina, e già penso a lui. Eppure siamo tutto e niente. Legati da una corda invisibile, due urla sorde, impercettibili dagli altri ma percettibili a noi stessi. Non siamo fidanzati, e forse è meglio così. Ma ne sono fottutamente dipendente. Una sorta di attrazione, come la forza di gravità. Io la luna, lui la terra. Io la terra, lui il sole. Quella luce potente che risveglia ogni mio pensiero. Lui è la mia ancora, imperfetta ma perfetta allo stesso modo, due universi paralleli, che si incontrano nell'infinito. Mentre finisco voracemente la bottiglia di aranciata, mi dirigo verso la porta: qualcuno ha bussato. Sono in canottiera da notte, ma tutti dormono, quindi tocca a me aprire. Corro in camera indossando dei pantaloncini corti. Per arrivare al portone saltello da tutte le parti cercando di infilare questi maledetti short. Apro. Rimango incantata dal bellissimo spettacolo che ho davanti. James, mezzo nudo, con solo dei pantaloni. Comincio a ridere.

"Ma scusa perché sei mezzo nudo?".

"Non sei da meno".

Singhiozza ridendo. O mio dio. Mi sono scordata di mettere la maglietta. Mi copro con le mani sorridendo ironicamente. Lui continua a ridere.

"Nono, perché ti copri, sei così bella".

Arrossisco abbassando la testa. La rialzo di scatto.

"Perché qui?".

"Uno: perché ti volevo vedere, due: per dirti che questa sera ti aspetto sotto alla hall alle 9 in punto".

Sorride. Rimango incantata dal suo sorriso, sempre smagliante, così straordinariamente contagioso. Ricambio.

"Ci..".

Mi viene incontro facendo combaciare le nostre labbra in modo passionale. Mi stacco dopo poco.

"Non qui, almeno".

Annuisce.

"Ma dovevo, non posso resistere, e credo nemmeno tu".

Comincio a ridere, ripensando però a giorno in cui mi aveva usata, quel pomeriggio...il mio sguardo si fa serio.

"Okay a stasera".

Mi saluta semplicemente con la mano. Chiudo la porta accasciandomi contro essa. E se avessi sbagliato tutto? È tutto un maledetto gioco, lui Ken, io Barbie. Perché la verità è che siamo solo due bambole, due burattini, manipolati dall'amore.

Cit. Camilla
Sento dei rumori in cucina che mi fanno praticamente sobbalzare. Mi alzo dal letto, distrutta. Questa sera la festa, 15 ore precise. Devo trovarmi un vestito, maSopratutto chiarire questa cosa del biglietto. Mi vesto velocemente, per poi raggiungere Daisy, che vedo distesa per terra con le mani alla testa.

"L'hai presa bene questa festa vedo".

Alle mie parole si alza di scatto, cercando di non far intuire la situazione. Ma è così evidente.

"Come mai già sveglia?".

"Ah niente, eh che sono agitata".

"Non sei l'unica".

Ho cercato il tuo nome|| BTRDove le storie prendono vita. Scoprilo ora