L'altalena

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C'è una sorta di equilibrio che vige su questo mondo dall'inizio dei tempi. Chissà chi l'ha instaurato... così come chissà chi ha deciso che il cielo sarebbe stato blu e l'erba verde—se una semplice formula chimica o qualcosa che va oltre la nostra immaginazione.
È come una sorta di altalena che va avanti e indietro senza riposo—senza mai fermarsi—verso la luce, per poi cadere nell'oscurità verso cui tendiamo.
Buono e cattivo, fortuna e sfortuna. Non può andare sempre tutto male, ma allo stesso tempo non può andare tutto bene. C'è una luce alla fine del tunnel, ma nel frattempo ci sarà oscurità e forse anche strapiombi più profondi dopo di essa. Tutto è transitorio, anche se pensiamo di aver raggiunto qualcosa, scopriamo che si sta sciogliendo lentamente e sgusciando dalle nostre dita. I belli sono baciati dal sole, ma anche il sole tramonta a un certo punto. La fortuna sorride ai migliori, ma i migliori cambiano. Nessuno resta il migliore per sempre, il mondo cambia, si evolve, le persone muoio e le persone nascono, le persone sono tristi, sono felici. È un ciclo che non si fermerà ancora per un po'.
Ma perché l'altalena ha uno slancio sempre più violento verso l'oscurità man mano che si cresce?
Da bambini, quando c'era qualcuno a spingerci, andavamo sempre e sempre più in alto e pensavamo di essere in grado di raggiungere il cielo. I contraccolpi erano brevi perché c'era qualcuno a frenarli, ma quando quelle mani se ne sono andate, abbiamo dovuto imparare a spingerci da soli, i contraccolpi si sono fatti più violenti e per arrivare in alto abbiamo dovuto fare sempre più fatica. Spinta dopo spinta è sempre più difficile.
Non ci sono tante opzioni a questo dondolare perpetuo.
Continuare a faticare, buttarsi giù, o lasciare che il vento faccia il lavoro, abbandonarsi e aspettare che l'altalena si fermi da sé.

Confessioni di un mostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora