Capitolo 4

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Siamo arrivati da ormai quasi mezz'ora nella piazza, ma il cielo sembra incupirsi all'improvviso.
Spero proprio che non si metta a piovere, anche se amo la pioggia, però non vorrei che si rovinassero i meravigliosi lavori di Melody.

Lei si gira sorridendomi e come se avesse la capacità di leggermi nel pensiero esordisce "Stai tranquillo, una volta conservati bene i disegni non si rovineranno!"
"Se vuoi possiamo andare" rispondo io
"Immaginavo che avrebbe piovuto, ma sai... Amo la pioggia, e amo bagnarmi e sentirmi viva, un'unica cosa con la natura!"
"Ho sempre avuto la stessa teoria che tutti hanno sempre trovato una pazzia, ma la pioggia fa parte della nostra vita, delle nostre giornate!"
"Esattamente! Sai... Io ho sempre visto la pioggia come i problemi: abbiamo paura di bagnarci, ma una volta finita la pioggia vediamo che per quelle gocce germoglia un fiore. Così anche noi non vogliamo attraversare i problemi, ma dopo averli superati ci rendiamo conto che grazie a essi siamo riusciti a crescere."
"Ti è mai capitato di trovare la voce dei tuoi pensieri nelle pagine di un libro?" le chiedo estasiato dalle parole perfette che ha appena espresso
"Sempre! A volte anche io man mano che rileggo ciò che scrivo trovo delle parole che mi sorprendono descrivendo perfettamente i miei stati d'animo"
"Ecco, a me è appena successo con te... Insomma, hai appena detto ciò che penso ma non sono mai riuscito ad esprimere a parole."
"Io sono convinta che Dio ci abbia creati diversi e talentuosi in cose diverse per aiutarci l'un l'altro, per farci comprendere che l'uomo da solo è un ammasso di polvere che con un soffio di vento si disperde, quindi in questo caso gli scrittori sono la voce dei pensieri dell'uomo se così vogliamo dire"
"Ogni volta che parlo con te scopro qualcosa di nuovo su di me e sul mio modo di pensare... Mi fai quasi un po' paura, sembra che tu mi legga nella mente!"

Mentre finisco di dire queste parole inizia a diluviare e fortunatamente Melody aveva appena finito di sistemare tutto.

Quasi come se ci fossimo letti nel pensiero ci prediamo per mano e iniziamo ad improvvisare una danza nel bel centro della piazza ormai deserta a causa della pioggia.

Lei è fra le mie braccia e mi sento così completo, così contento come mai lo ero stato.

La voglia di accorciare la poca distanza che ci divide e baciarla è a dir poco fortissima, ma devo resistere. Non voglio allontanarla. Non voglio spaventarla!

Ci guardiamo per un tempo indecifrabile negli occhi, nel silenzio più totale.

Si sente solo il rumore delle gocce che aderiscono al terreno, e spero tanto che non si senta anche il martellare ritmico del mio cuore che come sempre in sua presenza sembra impazzire.

I suoi occhi sembrano volermi dire qualcosa, ma per paura di non comprendere il suo volere abbasso lo sguardo, quando lei mi prende la mano la appoggia sulla parte sinistra del suo petto, in cui sento un forte palpitare.
Allora non riuscendo a nascondere il sorriso sincero che mi era nato sulle labbra prendo il suo volto baciando lievemente le sue labbra, quasi per paura di sbagliare qualcosa.

Le sue labbra sono soffici anche se sottili.

Quel contatto tanto desiderato ora sembra quasi farmi paura, tanto che apro improvisamente gli occhi e mi stacco da lei.

"Scusa... Sto correndo troppo" le dico guardando per terra
"Quando ne vale la pena mi piace correre..." dice sorridendo.

Improvvisamente mette la sua mano dietro la mia nuca e mettendosi in punta di piedi mi bacia nuovamente di un bacio più profondo del precendente, che non si ferma allo sfiorarsi delle labbra, ma arriva all'assaporarci l'un l'altra.

Emozioni mai provate prima si diffondono in tutto il mio essere.

Nè io nè Melody sembriamo volerci staccare da quel magico momento, ma quasi per prendere fiato lei si stacca sorridendomi per poi tornare a baciarmi a fior di labbra altre tre volte.

The Art To Understand Her. ||L.T.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora