The Dynasty Of Devils

I. 𝑾𝒆 𝒏𝒆𝒗𝒆𝒓 𝒍𝒆𝒂𝒓𝒏, 𝒘𝒆 𝒃𝒆𝒆𝒏 𝒉𝒆𝒓𝒆 𝒃𝒆𝒇𝒐𝒓𝒆

" La paura di innamorarsi non è forse già un po' d'amore?"
- Charles Bukowski

VICTORIA

Presente...

Sono morta.

Sono morta 5 anni fa, quando l'aereo che portava me, mio padre e i miei 3 fratelli verso Monaco, per un meeting, fu dirottato e successivamente sabotato dalla mafia di New York.
Miracolosamente io mi salvai e tutto l'impero di Miami passò nelle mie mani.

Ero completamente sola, mia madre ci aveva abbandonati quando venne a conoscenza del vero lavoro di mio padre.

Dovetti dire addio alla vecchia me, quella dolce e gentile, per poter sopravvivere.

Creai una maschera da persona forte e sicura che mi proteggeva da tutto e tutti.
Allungo andare, però, questa diventò parte integrante di me, facendo sì che le mie emozioni si chiudessero in uno scrigno del quale non c'era la chiave.

La vita era stata una vera bastarda con me.
Mi aveva lasciata completamente sola a me stessa, senza difese e senza nessuno che mi salvasse.
Ho imparato a stare sola, ma per farlo ho dovuto prendere delle scorciatoie che ancora oggi mi perseguitano.

Do un'altro pugno al sacco da boxe che si sta man mano impregnando di sangue.
Nonostante il corpo mi dica di fermarmi non lo faccio.
Non sento più nulla, sono diventata indifferente al dolore.
Indifferente a qualsiasi tipo di emozione.

Un domestico entra nella palestra e mi avverte che è arrivato un carico di armi al porto.
Annuisco e salgo in camera.
Faccio una doccia veloce, indosso un pantalone di pelle e un top corto nero con dei stivali di pelle con il tacco a spillo sempre neri.
Prendo la mia pistola preferita, la inserisco nella fodina intorno alla coscia e scendo.

Salgo in macchina e mi dirigo al porto.

AARON

sono al porto con la mia scorta mentre aspettiamo l'acquirente, ha chiesto molte armi tra le quali mitragliatrici, fucili d assalto, pistole e molti proiettili.
"Dovrà andare in guerra con tutte queste armi"
penso mentre sto aspettando, è in ritardo di mezz'ora e io non sopporto i ritardatari.

Dopo un po' vediamo entrare nel porto
una mercedes g-63 nera opaca, favolosa.

Eccolo è arrivato.

Accosta l'auto accanto alle nostre e apre lo sportello, rimango sorpreso da quello che mi si presenta d' avanti. Uno stivale col tacco a spillo spunta fuori la portiera del guidatore.

L'acquirente è una donna avrà più o meno 20 anni e sembra scesa dall'olimpo.

Si avvicina molto lentamente a me con un borsone in mano, l' andatura è lenta e fiera, trasmette potere.

Noto che a differenza mia lei non ha una scorta di uomini con se.

Prendo ad ammirarla, indossa un top corto e dei pantaloni di pelle che esaltano le sue curve, i capelli lunghi e marroni le ricadono sulla schiena, non riesco a notare il colore dei suoi occhi coperti dagli occhiali da sole.

Arriva ad un metro da me, si alza gli occhiali sulla testa rivelando i suoi occhi miele con sfumature dorate e mi guarda,ma nulla, non scorgo alcuna emozione, c'è il vuoto nei suoi occhi.
«I soldi...»dice con voce piatta buttando il borsone contenente i soldi a terra.
«le armi...»dico con lo stesso tono di voce ripetendo il suo gesto precedente .
Si abbassa per controllare che non manchi nulla e lo stesso faccio io.