IX. 𝒘𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓 𝒊𝒔 𝒄𝒐𝒎𝒊𝒏𝒈.

5 0 0
                                    


"E il cuore mi si stringe crudelmente nel pensare
come tutto finisce e quasi non
lascia traccia di sé."
- Giacomo  Leopardi

VICTORIA

Sento bussare alla porta dell'appartamento , mi alzo e apro.
«buongiorno signorina Reed, c'è un pacco per lei» dice mostrandomi la piccola scatola di cartone che tiene tra le mani.
«ci deve essere un errore,io non ho ordinato niente.»
«così mi è stato riferito, signorina Reed.»
Annuisco.
«va bene, lo lasci pure qui.» annuisce e lo sull'uscio della porta.
Una volta che se ne andato apro la scatola per vedere cosa c'è dentro...
Ma che cazzo...
Dentro  quest'ultima c'è un'alta  scatolina nera con dentro quelli che credo siano dei cocci di vetro insanguinati, delle mie foto scattate a mia insaputa e vicino c'è un bigliettino bianco.
Lo apro.
" stai attenta a lui, Victoria Reed."
So già chi è stato.
Mi metto in macchina e mi dirigo da lui, dato che sono ancora a New York.
Una volta arrivata alla ARD mi accorgo immediatamente che molte persone sono lì fuori, e alcune delle vetrate sono rotte.
Vedo uscire Aaron infuriato, che corre verso di me, con una pietra piuttosto grande in mano .
Cazzo sono infuriata.
«sei stato tu?!»
«sei stata tu?!»  urliamo all'unisono
«NO!»
«NO!» diciamo ancora insieme.
«cosa hai ricevuto tu?» mi chiede capendo immediatamente l'accaduto.
Entriamo nel suo ufficio e gli mostro la scatola nera, prende il biglietto e le foto e le esamina.
D'un tratto prende il mio e il suo biglietto, li confronta e me li porge.
«la grafia è uguale.» mi accorgo subito. Fatta a computer, ma i caratteri di scrittura sono identici
Lui annuisce.
Leggo anche il suo di biglietto.
"Attento a lei, Aaron Davis" lo guardo immediatamente per fargli capire che io non ho fatto niente.
Lui fa un gesto col capo per farmi capire che ne è consapevole.
«chi pensi sia stato?» mi chiede.
« non ne ho idea, ma mi stanno spiando da tempo.»  dico prendendo le mie foto dalla scatola.
C'è né una che risale a ieri, mentre esco dalla mia macchina.
Una di noi due a Central Park.
Una di me che torno in hotel.
Una dove esco dal mio ufficio a Miami.
Una della festa di Halloween.
Una di me sulla pista quella sera, e tante altre.
« l'unica cosa che so è che vogliono depistarci. Portarci a dubitare l'uno dell'altra, affinché scoppi una guerra»
Annuisco.
«dobbiamo allearci.» dico « scoprire di chi si tratta e ucciderlo » questa volta è lui ad annuire.
« oggi stesso tornerò a Miami, rinforzerò il sistema di sicurezza.»
«io tornerò a Miami tra un paio di giorni.»
« se ricevi qualcos'altro chiamami.» dice
Annuisco. « lo stesso tu»
Ci alziamo, ci stringiamo la mano ed esco dall'ufficio.
Torno nel mio attico , prendo le mie cose e mi dirigo a prendere il mio Jet.

Una volta a Miami trovo la mia scorta pronta ad aspettarmi, tra questi c'è anche Nick.
«che ci fai tu qui?» chiedo abbracciandolo
«appena ho sentito che si trattava di un'emergenza sono corso qui, di che si tratta?» mi chiede mentre saliamo in macchina
«hanno minacciato me e Davis, mi è arrivata una scatola con mie foto e cocci di vetro» spiego e lui mi guarda spaventato
«e a Davis?» chiede
«gli hanno distrutto le vetrate del suo studio con un mattone e un biglietto, stessa calligrafia, messaggio simile» dico abbassando il finestrino e accendendomi una sigaretta.
«cosa hai intenzione di fare?» mi chiede guardandomi preoccupato
«aumentiamo la sicurezza in azienda, intorno casa, al Daemonium, dappertutto» lui annuisce
«Ti portiamo al Daemonium?» nego col capo
«andiamo a casa» dico massaggiandomi le tempie.
Nick annuisce e mi guarda
«andrà tutto bene» dice sorridendo e io annuisco.
«lo spero» rispondo.
Arrivati a casa consegno la mia valigia alla domestica e mi dirigo in camera per cambiarmi, metto un leggings ciclista e un top sportivo per poi andare in palestra.
Non fascio le mani e inizio a tirare pugni su pugni, sempre più forti.
Qualcuno sta cercando di uccidermi, il che è un po' retorico dato che sono al capo di mezza america, tutte le altre famiglie potenti sottostanti alla mia vogliono uccidermi.
E ci hanno provato, ma hanno fallito.
Continuo a tirare pugni.
E se fosse stato lui?
Infondo vuole uccidermi da tempo.
Ma non credo che sia cosi  poiché non si spingerebbe a rompere lui stesso il vetro del suo ufficio solo per depistarmi, almeno credo.
Una volta che mi sono cambiata e ho le mani completamente lacerate salgo in camera mia, faccio una doccia e mi metto a letto calando in un sonno profondo.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 19 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

The Dynasty Of DevilsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora