04.

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Miya

Atsumu rimpianse immediatamente di aver voluto una novità nelle sue giornate.

Quei nuovi vampiri non gli piacevano. Ne era stato alla larga, ma quei pochi sguardi che vi aveva incrociato – specie con uno di loro – erano bastati per fargli capire che sarebbe stato meglio non averli incontrati affatto.

Passò diverse ore chiuso in camera propria, sussultando ad ogni rumore, che poi puntualmente si rivelava essere un servitore che puliva. Cercò di dormire un po', ma aveva i nervi a fior di pelle e ogni suo tentativo di rilassarsi risultò vano.

Dopo un tempo imprecisato, Kiyoomi lo raggiunse. Era la prima volta che si vedevano faccia a faccia dopo giorni, ma la loro interazione durò poco: il vampiro lo avvisò solo che avrebbe mandato via gli ospiti entro la notte e poi andò via. Il ragazzo non dubitava che le sue intenzioni fossero state sincere, ma nei fatti si rivelarono essere false, perché la giornata passò, calò la notte, poi sorse nuovamente il sole e gli estranei erano ancora lì.

Dopo un po', Atsumu capì che Sakusa stava facendo in modo che rimanessero al piano di sotto, quindi, passati due giorni, decise che non poteva più rimanere prigioniero della sua stanza, specie non sapendo quando gli intrusi sarebbero andati via, e iniziò ad oziare per tutto il secondo piano.

Riprese a suonare e a leggere, sussultando ancora ad ogni brezza ma abituandosi pian piano a pensare che Kiyoomi avrebbe tenuto gli estranei lontani. Non sapeva da cosa nascesse quella sua fiducia nel proprio secondino, ma consapevole di dover dare tregua ai propri nervi decise di accettarla senza porsi troppe domande.

Forse fu per quello che non si accorse del non-morto che entrò nella sua stessa stanza, anche se molto più probabilmente fu perché i vampiri – quando vogliono – riescono a non farsi sentire.

"Te l'ha insegnata Kiyo?" Atsumu stava suonando il pianoforte quando una voce sconosciuta proveniente dalle sue spalle gli porse quella domanda. Il ragazzo trasalì facendo stonare qualche nota, ma in qualche modo riuscì a non urlare. Deglutì e si voltò, ma notando che si trattava di strane-sopracciglia e non di uno dei due vampiri dai capelli neri, poté rilassarsi.

"Sì." Affermò, riferendosi alla melodia. "Questa e tutte le altre che conosco." L'altro allargò gli occhi, all'apparenza stupito e divertito.

"È così strano immaginare mio cugino che insegna a qualcuno! Non ha mai avuto la pazienza necessaria per questo genere di cose."

"Kiyoomi è tuo cugino?" Si ritrovò a chiedere il biondo. Il vampiro che aveva di fronte non gli sembrava minaccioso; inoltre aveva perso il conto di quanti giorni fossero passati dall'ultima vera conversazione che aveva potuto intrattenere con qualcuno.

Il castano annuì.

"Mi chiamo Komori Motoya, piacere." Fece un galante inchino. "Tu sei?"

"Miya Atsumu." Rispose in fretta. Poi esitò. Come avrebbe dovuto definirsi? Di certo non era un amico di Sakusa, e di certo non si sarebbe trovato lì se il cugino di Komori gli avesse permesso di uscire. Stava ancora cercando qualcosa da aggiungere per spiegare la sua presenza in quel castello quando l'altro cambiò argomento. Era probabile che sospettasse la situazione o che non gl'importasse affatto.

Afferrò una sedia e la portò vicino allo sgabello del Cristofori cosicché potessero continuare a conversare.

"Non oso avvicinarmi di più." Rise Motoya facendo un cenno del capo verso la sua direzione. "Kiyo ha pochissime cose di cui è geloso, e credimi ho imparato a mie spese che è meglio non mettere alla prova la sua pazienza. Scommetto che in questo momento ci sta ascoltando per assicurarsi che faccia il bravo e tenga le mani a posto. Come se poi con me ce ne fosse bisogno..." Miya non riuscì a capire se parlando "delle cose di cui Sakusa era geloso" Komori si stesse riferendo al pianoforte o a lui, ma quelle parole lo rasserenarono ugualmente: poteva rimanere nell'illusione di essere protetto, quantomeno quando si trovava vicino al Cristofori.

Caught | vampire!AU | sakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora