07.

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Sakusa

Dopo la "visita" inaspettata di suo fratello, Atsumu ci aveva messo un po' per riprendere la vita di tutti i giorni. Non era stato difficile per Sakusa notare quanto l'atteggiamento del ragazzo nei suoi confronti fosse cambiato. Era come se un'ombra, grande e minacciosa, si fosse stesa sopra il loro rapporto. Il vampiro aveva pensato spesso a come poterla fare andare via, arrivando quasi sempre alla conclusione che l'unica soluzione fosse quella di permettere ad Atsumu di fare visita liberamente alla sua vecchia casa, ma immediatamente dopo la parte più egoistica e vigliacca di lui gli faceva cambiare idea. Se era bastato qualche minuto insieme a Miya Osamu per fare allontanare Atsumu da lui, Kiyoomi tremava all'idea di cosa intere giornate in sua compagnia avrebbero potuto portare. Tempo fa si era ripromesso di proteggere Atsumu sotto una teca di vetro, sapendo bene – in realtà – che sotto quella teca stava mettendo la sua relazione con l'umano, ma se aveva pensato di aver fatto grandi passi in avanti con lui, i giorni immediatamente successivi al tentato attacco degli umani lo fecero ricredere. Non era ancora pronto a lasciare quella libertà ad Atsumu, ma questo non voleva dire che non volesse renderlo felice.

Sapeva che il biondo odiava leggere, quindi iniziò a scegliere i libri che sapeva per certo che gli sarebbero piaciuti e iniziò a leggerli ad alta voce per entrambi; sapeva che la musica moderna lo aggradava di più, quindi si procurò gli spartiti e iniziarono a studiarla insieme per poterla riprodurre; sapeva che gli piaceva ridere, quindi si lasciò trasportare sempre più spesso in discussioni frivole e piene di insulti rozzi e fantasiosi che Kiyoomi neanche capiva appieno; sapeva che amava passeggiare, quindi iniziò a portarlo sottobraccio sotto le stelle; sapeva che gli piaceva danzare, quindi fece in modo di ottenere il nuovissimo grammofono e iniziarono a farlo nell'intimità del loro salotto preferito, frac elegante, scarpe di vernice e mantello giallo per il loro primo ballo insieme.

"Ti porto fuori." Gli disse una sera. Gli ultimi raggi di sole stavano scomparendo dietro l'orizzonte ed il cielo era terso. Non c'era attimo migliore per farlo.

Il biondo sorrise. "Fuori?" Chiese. "Dove andiamo?" Fino a quel giorno Kiyoomi l'aveva accompagnato solo in luoghi deserti con nient'altro che le loro voci e quelle degli animali notturni a rompere il silenzio, ma per la loro nuova gita aveva in mente qualcosa di diverso. Gli afferrò una ciocca ribelle di capelli biondi che gli coprivano il viso e gliela sistemò di lato, poi sorrise.

"È fine marzo. Voglio portarti ad Osaka e farti vedere i ciliegi in fiore."

Gli occhi di Atsumu, subito, si illuminarono ingrandendosi un po'. "Osaka?" Chiese incredulo. "Credevo non andassimo dove c'è altra gente."

Sakusa scrollò le spalle. "E perché no." Disse. "Potremmo divertirci."

Atsumu ampliò il sorriso. "Partiamo subito?" Kiyoomi rise del suo eccitamento.

"Sì." Gli disse. "Ci vorranno più di cinque ore di carrozza, quindi sarà meglio non perdere tempo." A quel punto Miya si adombrò.

"Non si farà troppo tardi poi per tornare indietro?" Una strana sensazione di felicità e orgoglio si diffuse in Sakusa.

"Sei preoccupato per me?" Ghignò, cercando di nascondere quanto in realtà ne fosse compiaciuto.

Il ragazzo arrossì. "No!"

L'altro rise. "Conosco un posto lì vicino in cui potremmo passare il giorno. Torneremo qui domani." Detto ciò, il corvino diede l'ordine e la carrozza venne preparata. L'avevano già usata in altre occasioni nonostante non si fossero mai allontanati troppo, ma era la prima volta che Sakusa rifiutava il cocchiere. Invece, si mise al posto di guida – Atsumu al suo fianco – e partirono da soli.

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