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Miya

Come promesso, lasciarono la cittadina di Nakama dopo appena due dì e proseguirono verso ovest. Viaggiarono per qualche altro giorno, finché davanti a loro non ci fu altro che mare. Osamu iniziò a fissare l'orizzonte con fare desolato, forse persino ponderando di imbarcarsi su una nave, ma Atsumu fermò quel pensiero prima ancora che suo fratello potesse decidersi.

"Staremo bene qui, Samu. Ormai siamo abbastanza lontani da Hyogo." Rintaro aiutò nella persuasione del suo compagno ed iniziarono a cercare una casa da affittare a lungo termine. Spesero tutto ciò che avevano, ma ottenendo in cambio un locale abbastanza grande per tutti e tre con due piani, nel primo dei quali Osamu avrebbe potuto imbastire una piccola locanda specializzata nella preparazione di onigiri. Non fu facile ricostruire le loro vite da zero, ma aiutandosi a vicenda riuscirono a farcela. Le ferite sul collo di Atsumu iniziarono a schiarirsi fino a diventare di un pallido bianco; i suoi capelli tornarono castani; e solo un anno più tardi – specie grazie a Osamu – "Onigiri Miya" aprì i battenti. Rintaro e Atsumu aiutarono con piacere, ma se uno sembrava soddisfatto di poter aiutare il proprio compagno con gli affari, l'altro sentiva che la ristorazione non era la sua strada. Vedeva Osamu e Suna andare avanti, felici di dov'erano arrivati, e non riusciva a capirli. Atsumu aveva passato tutta la sua vita prima nel suo paese natale e poi al castello, e solo durante l'ultimo anno vissuto con Kiyoomi aveva visitato un po' il mondo. In tutti quei luoghi, in qualche modo, si era sentito a casa, ma non lì ai confini del Giappone, fuggito da un pericolo che in realtà non esisteva. Si disse che per eliminare quella grande insoddisfazione che si sentiva dentro avrebbe dovuto trovarsi un lavoro tutto suo che rispecchiasse i suoi interessi, così iniziò a chiedere nei suoi luoghi preferiti se cercassero personale. Ebbe fortuna in uno dei club più prestigiosi della zona. Atsumu, ovviamente, non aveva la classe sociale né il denaro sufficiente per frequentare quel posto, ma aveva saputo che cercavano un pianista, così aveva fatto domanda, ripescando – con l'occasione – gli abiti con i quali era fuggito dal castello e che Osamu non sapeva avesse portato con sé.

Suo fratello era rimasto più perplesso di quanto l'altro non aveva immaginato quando gli diede la notizia che aveva ottenuto il lavoro, ma proprio mentre Atsumu stava per chiedergli perché stesse reagendo in quel modo, suo fratello disse: "Non sapevo suonassi il piano."

"Oh." Pensò Atsumu, ormai abituato ad avere a che fare con quello. In tutti quei mesi, la sua permanenza al castello era rimasta un argomento tabù. Ogni volta che Atsumu tentava di raccontare qualcosa, Osamu si impietosiva, e ancora prima di sentire alcunché iniziava a consolare il fratello, assicurandogli che non era costretto a raccontare nulla, se non voleva. Ma il fatto era che Atsumu voleva raccontare quelle cose, e provava rabbia verso Osamu ogni volta (quindi tutte) che lo trattava come una vittima. Capitava, quindi, che venissero fuori novità come quella del pianoforte, che invece di trovare interessanti suo fratello screditava.

"Ti costringeva anche a fare questo."

Atsumu respirò a fondo nel tentativo di calmarsi.

"Non è così. Passavamo il tempo a suonare perché ci divertiva." Come sempre, Osamu aggrottò la fronte, quasi l'immagine che Atsumu stesse tentando di descrivere fosse impossibile da immaginare, ma l'altro non gli permise di fare commenti ed iniziò a raccontare della sua prima lezione, del Cristofori e di quanto dannatamente Kiyoomi tenesse a quel pianoforte italiano.

La storia durò poco, però, perché fu interrotta da un'emergenza di lavoro a Onigiri Miya che Atsumu preferì non andare a verificare. Sapeva quanto fosse difficile per Osamu comprendere tutte le sfaccettature di grigio delle esperienze di cui Atsumu avrebbe voluto parlargli, e lo frustrava non riuscire a farlo, ma non avrebbe rincorso suo fratello, almeno non su quello.

Caught | vampire!AU | sakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora