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T/N'S POV.

Schiacciai l'ennesima palla dall'altra parte della rete e mi lasciai andare a terra, accasciandomi in ginocchio e ansimando come se avessi appena corso una maratona.

Avevo continuato a battere palloni senza sosta per un tempo indefinito con una foga alimentata dalla crescente rabbia che mi attanagliava. La cosa che più di tutte mi distruggeva era che ciò che in quel momento mi faceva stare bene, tutto ciò che mi circondava sarebbe finito inevitabilmente, e il senso di impotenza che provavo dentro di me di certo non mi aiutava ad essere più ottimista.

Mi alzai con estrema lentezza a causa dei muscoli intorpiditi, nonostante non vedessi l'ora di tornare a casa in fretta ed infilarmi sotto le coperte, ed iniziai a raccattare tutti i palloni che avevo utilizzato per riporli nell'apposita cesta, dopodiché mi cambiai nello spogliatoio e mi avviai alla porta.

Il peso che mi portavo nel petto si era dissolto più velocemente del previsto, il che mi permise di rilassarmi e di essere consapevole dell'importanza che questo meraviglioso sport avesse su di me. Una via di fuga, un posto sicuro in cui potermi rifugiare e sentirmi me stessa. 

Aprii la porta scorrevole con poca delicatezza e mi ritrovai a tirare un urlo quando qualcosa, o meglio qualcuno, cadde con un tonfo sordo ai miei piedi spiaccicandosi a terra.

"Ma che...Bokuto?!" esclamai guardando il ragazzo sdraiato di schiena con un'espressione sofferente.

"Hey hey hey." cercò di abbozzare un sorriso osservandomi dal basso, tentando miserabilmente di celare il suo dolore.

"Che stavi facendo?" chiesi porgendogli una mano per aiutarlo a mettersi in piedi, nonostante fosse il doppio di me.

"Ti stavo aspettando, ma credo di essermi appisolato contro la porta ehehe."

"Mi hai...aspettata? Ma sono passate due ore!"

"Lo so, ma non volevo che tornassi a casa da sola, specialmente perché ti ho vista un po' giù di morale oggi e volevo aiutarti." disse, e mi ritrovai ad osservarlo con dolcezza mentre si massaggiava la schiena dolorante.

Senza pensarci due volte lo abbracciai forte sprofondando la testa nel suo petto ed inspirando il suo buonissimo profumo. Bokuto cinse le sue braccia robuste intorno al mio corpo stringendomi ancora di più a sé permettendomi di sentirmi al sicuro. Le sue braccia mi avvolgevano come una coperta ed erano capaci di far sparire ogni tipo di preoccupazione che mi attanagliava lo stomaco.

"Grazie."

"Vieni con me." pronunciò all'improvviso dopo qualche secondo sciogliendo il nostro abbraccio e senza esitare lo seguii tenendogli la mano.

"Dove mi porti?"

Non mi rispose continuando a camminare, così decisi che mi sarei lasciata portare ovunque lui desiderasse e portai la mia attenzione su altro.

Erano quasi le sei del pomeriggio ma il sole ancora illuminava la città con i suoi raggi dorati e splendenti creando giochi di luce su ogni superficie, insinuandosi tra i rami dei ciliegi con i fiori che piano piano iniziavano a fiorire e ornare quei rami spogli donando un tocco magico ad ogni strada.

Percorremmo una strada che non avevo mai avuto occasione di attraversare fino a che non ci ritrovammo in un piccolo quartiere in cui non ero ancora stata nonostante Kou mi informò essere vicino alla mia dimora.

Osservavo con interesse i numerosi kombini pieni di ogni genere di delizia e i vari negozi tipici, le piccole famose e particolari viuzze di cui Tokyo vantava e il delizioso vento primaverile che misto al silenzio di quella zona portava un senso di pace e tranquillità.

Hand in hand - Bokuto Koutarou x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora