Pentimento pt.2

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Machecoul,
Francia,
1789

Le mani di Mizrak, strette sui suoi fianchi, erano bollenti. Era forte per un essere umano. Lo teneva giù, contro di lui, con decisione e Olrox, benché avrebbe potuto ribaltare la situazione, non si sarebbe sottratto a quel trattamento.

Fino a poco prima, i suoi gemiti avevano disturbato il silenzio della notte. Poi, d'un tratto, il silenzio. Erano rimasti così, Olrox, fermo e teso sopra Mizrak, e lui con la testa sul cuscino, le mani strette sulle sue anche. Le iridi scure, illuminate dal riflesso dei suoi occhi verdi brillanti, sembravano cercare qualcosa.

«Non avrai dei ripensamenti, cavaliere?»

Il letto cigolò quando Mizrak si sollevò per mettersi seduto. «Li ho in continuazione.»

Olrox si lasciò posizionare in grembo a Mizrak con un verso di sconforto che presto mutò in piacere. Strinse le gambe intorno alla sua vita. In quella nuova posizione, petto contro petto, i loro visi erano vicini, troppo vicini, e Mizrak era più a fondo, dentro di lui.

«E queste tue riflessioni non riguarderanno la strada che hai deciso di percorrere con il tuo Abate?» Olrox aveva già cercato, nei giorni precedenti, di ottenere una risposta da Mizrak sulla questione, ma lui era stato distante e fugace, proprio come i loro incontri.

«Cosa vorresti sentirti dire?» Mizrak lo tratteneva ancora giù contro di sé e gli rendeva difficoltoso ogni movimento. «Vuoi che lasci perdere tutto? E per cosa?» Lo guardò in sfida. «Per te?»

Che sfacciato. «Ho conosciuto uomini come te, in passato, Mizrak,» disse Olrox, appoggiando le braccia alle sue spalle, «non importa se sia per un dio o un ideale, seguite la vostra strada convinti che sia giusta, ma non ne vedete la fine.»

Mizrak lo guardava dal basso verso l'alto. Fece passare lo sguardo, nascosto sotto alle lunghe ciglia, dai suoi occhi alla bocca. «Hai paura che io muoia.»

«Io so che morirai, sarà la tua testardaggine a ucciderti.»

Mizrak gli lasciò andare i fianchi e fece salire la mano destra lungo la sua schiena, sotto i capelli, e la sinistra su per il ventre. Il calore delle sue dita sembrò passare da parte a parte e Olrox rimase inerte, bloccato da una volontà invisibile. Era troppo, così. Brividi gli si propagarono in tutto il corpo. Mizrak sollevò le anche, accorciando ancor più la distanza fra loro e strappando un altro gemito a Olrox.

«Non morirò, ho Dio che mi protegge.»

«E se non lo farà?» Se non lo farà, allora lo farò io.

«Allora cadrò, per sua volontà.»

Sulla sedia in un angolo della stanza, si scorgeva la croce bianca della divisa. Per quanto lo amasse, Mizrak non si sarebbe mai abbandonato così nelle sue braccia del suo dio e lui, di rimando, non lo avrebbe mai stretto con lo stesso ardore di Olrox. Non lo avrebbe protetto, solo condotto in pasto alla morte.

«Farti cadere fra le mie braccia deve quindi essere parte del suo piano.» Quella di Olrox era una provocazione bella e buona, ma Mizrak era svelto a trovare giustificazioni alle sue azioni e pensieri. Dopo tutto, viveva contraddizioni ogni giorno. Una chiesa che era un nido di serpi, un Abate che era un mastro fabbro, un'alleanza sacra con creature infernali e... quello, qualsiasi cosa fosse.

«Sì, deve essere così.» La voce roca di Mizrak era insolitamente delicata. «Mi permette di venire qui perché sa che ne ho bisogno.»

Dunque, sarebbe la necessità a portarti qui. Olrox inarcò la schiena sperando che Mizrak cogliesse il segnale e ricominciasse a muoversi. Voleva che gli levasse di dosso quella sensazione. Cos'era? Invidia, gelosia o solo delusione?

Castlevania: Figlio del SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora