Il popolo

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1770
Massachusetts

Gli esseri umani usavano fare nette distinzioni. Per loro, c'erano il bene e il male, il giorno e la notte. Preferivano semplificare il mondo ed evitare di guardare oltre i loro preconcetti. Ma, così come fra il calare del sole e le tenebre vi era un lungo crepuscolo nel quale le creature non morte si crogiolavano, anche tra il bene e il male esisteva uno spazio nel quale molti vivevano.

Nel secoli, avevo attraversato il continente da sud a nord, in terre scosse da guerre e tumulti di popoli diversi nelle vene dei quali scorreva però lo stesso sangue. Mi ero nutrito di coloro che combattevano per difendere la loro terra così come di chi era venuto a conquistarla, senza distinzione. Il loro sangue era in grado di annullare ogni differenza e farli apparire per quello che erano: fragili e mortali, tutti allo stesso modo.

Per duecentocinquanta anni avevo viaggiato in lungo e in largo per il mondo e, nella morte, avevo vissuto e imparato più di quanto non avessi fatto in vita.

A Boston, una piccola colonia sorta sulla sua foce di un fiume, avevo trovato un posto nel quale stanziarmi. Il molo brulicava di vita durante il giorno e la sera mi sfamava a dovere. Di motivi per andarmene da lì non ne avevo ancora trovati. Fino ad allora.

«Dove credi di andare?» Un uomo, appoggiato con la schiena ad alcune casse, gettò un mozzicone in mare e venne verso di me. «So cos'hai in mente, gira alla larga.» La luce del lampione rivelò divisa e fucile, informazioni di troppo: avevo capito fin dall'inizio si trattasse di un soldato per via dell'odore di polvere da sparo e alcool.

«Ehi, che succede?» Due altri si sporsero dalla barca ormeggiata lì di fronte.

«Voi cosa dite?» rispose il soldato, da sotto i baffi. «Questo qui si è vestito da colono per avvicinarsi indisturbato alla nostra merce.» Si doveva riferire alle casse, pronte per essere caricate sull'imbarcazione.

«Deve esserci un malinteso,» dissi, con pacatezza. «Sto solo facendo una passeggiata serale e cercando qualcosa da mangiare, la vostra merce non mi interessa.»

«Senti come parla bene l'inglese, John,» disse uno dei soldati sulla barca. «Il ribelle che l'ha addomesticato è stato proprio bravo.»

John sputò a terra. «Ultimamente, viene uccisa un sacco di brava gente qui. Lealisti, inglesi e soldati. Non ne sai niente?»

Sul mare, l'unico rumore nella notte era il lento dondolare delle imbarcazioni ormeggiate al molo.

«Temo che potrei avere la mia parte in questo,» ammisi.

«Hai sentito?» disse uno dei soldati sulla barca. «Questo stronzo crede di poterci prendere in giro.»

«Ma noi sentiamo l'odore dei pellerossa da un miglio di distanza,» fece l'altro.

«Già, dei pellerossa e dei ribelli.»

Tutti e tre risero mentre l'acqua del molo si increspava leggermente.

«Curioso perdiate tempo con me,» dissi, «l'aria ne è satura stasera.» Non feci in tempo a concludere la frase che si udì un guizzo, poi uno spostamento d'aria veloce, come un frustata. Il lampione si spense e un soldato cadde dalla barca senza emettere suono. L'acqua calma lo inghiottì.

«Albert!» L'altro si sporse dalla battagliola, ma quando la barca si piegò sotto al peso di un nuovo passeggero, prese il fucile e lo puntò verso le tenebre. «Chi c'è?» Esplose un colpo alla cieca, poi cadde all'indietro, riverso su bordo dell'imbarcazione con un tomahawk piantato in fronte.

«Will!» John, vedendo anche il secondo compagno scivolare in mare, imbracciò l'arma. «Lo sapevo,» ringhiò rivoto a me. «Cani maledetti!»

Ne avevo abbastanza delle sue imprecazioni. Prima che potesse puntarmi il fucile, mi scagliai su di lui. Lo shock di ritrovarsi all'improvviso bloccato da dietro, lo fece sussultare. «Come ti ho detto, sono venuto qui solo per mangiare qualcosa.»

Castlevania: Figlio del SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora