1773
Boston, Massachusetts«Giù, giù!»
I soldati si erano disposti davanti alle navi, impedendo il passaggio. Gli spari esplodevano da ogni direzione nella nebbia e i ribelli cadevano sotto al fuoco nemico.
«Non fermatevi!» Calian guidava la rivolta con addosso gli abiti della sua gente e la maschera di pittura rossa. Perché si ricordino che sono con loro, aveva detto, ma non uno di loro.
«Ci chiudono, dobbiamo arretrare!»
«No, andiamo avanti!» Calian brandì il fucile e lo sventolò come una bandiera prima di proseguire verso il mare.
Al tramonto, avevo provato a dissuaderlo dal compiere quell'impresa folle, ma non c'era stato verso di farlo ragionare.
«Questa è l'occasione che stavamo aspettando, il popolo è al limite della sopportazione.»
«Ma ci saranno decine di soldati inglesi a sorvegliare le navi e altrettanti lealisti, è troppo pericoloso, non potrai fermarli.» Temevo che avrebbe confuso la mia cautela con codardia. Invece, Calian aveva fatto un mezzo sorriso e mi aveva cinto la testa con il braccio, unendo le nostre fronti. «Non morirò,» mi aveva strappato un bacio fugace, «perché avrò un dio a proteggermi.»
Sul campo di battaglia, come in ogni altra cosa, Calian era appassionato e instancabile. Più di tutto, era sconsiderato. Troppo, per un mortale. E la fiducia che riponeva in me non giovava alla sua incoscienza.
Una seconda squadra di soldati lealisti comparve alle spalle dei ribelli, chiudendoli in un fuoco incrociato.
«Non ce la faremo mai, sono troppi!»
«Giù!»
«No, non possiamo arrenderci ora!»
Sapevo che Calian non si sarebbe chinato di fronte ai suoi oppressori. Ma ergersi sulle casse dietro alle quali i suoi compagni si nascondevano... quella era solo spavalderia. «Resistete!»
Le due squadriglie spinsero i ribelli in una tenaglia, costringendoli a raccogliersi intorno a Calian. Ormai, tutti davano per scontato la sua sconfitta, ma lui aveva il mento alto e gli occhi infuocati di orgoglio.
«Questa avrebbe potuto essere una protesta pacifica,» urlò, «ma avete scelto ancora una volta la via della violenza, proprio come quando giungeste qui con le vostre navi.» Lasciò cadere il fucile a terra e scrutò nella coltre di fumo, incrociando finalmente il mio sguardo. «Ma oggi non è come quel giorno, perché oggi trionferà la libertà!»
Era così sicuro di sé... Eppure, durante la nostra ultima discussione, gli avevo giurato che non sarei stato al suo fianco e che, se avesse combattuto, sarebbe stato solo.
Una minaccia, mirata solo a dargli una lezione e scoraggiarlo, che non aveva avuto l'effetto sperato.
Quando il comandante dei soldati alzò la mano per preparare l'attacco, pensai che quell'insegnamento, in fondo, gliel'avrei potuto impartire un'altra volta.
Nell'attimo che seguì, tutto tacque. L'odore del tè si mescolava alla salsedine, il cielo iniziava a schiarire mentre un gabbiano volava nella brezza, i cuori dei ribelli battevano all'unisono e le dita dei soldati fremevano sui grilletti dei fucili. E io ero lì, impalpabile, fra loro.
«Dovreste guardare da questa parte,» dissi, solo una voce alle loro spalle.
I soldati si agitarono nella coltre, mi cercarono, provarono a sparare, ma i loro proiettili finirono nel mare.
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Castlevania: Figlio del Sole
Fiksi Penggemar"Ci sono demoni che erano dei, altri lo sono ancora." Nato nel sole, vissuto nell'ombra: storia originale sulle origini di Olrox, il vampiro di "Castlevania: Nocturne" e il suo rapporto con Mizrak