8-Susan

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Per fortuna la febbre è scesa.
Sono tre giorni che sto malissimo,ho avuto la febbre alta e male dappertutto,stamane mi sono svegliata in preda ad un attacco di starnuti continuo,ormai non riuscivo più a respirare.

Adesso sono stravaccata sul divano avvolta dalla mia calda e adorata copertina di pile rossa e non m' importa se fuori c'è il sole che scalda,non m'importa se è così caldo che sembra fine maggio,non m'importa se Federica mi guarda storto perché ho i calzini grossi quanto una coperta e non sa che sotto ne ho un altro paio;ho tutto il diritto di essere coccolata perché fino a ieri stavo una merda, perciò prima le chiedo un thè caldo,poi un paio di biscotti,poi un altro paio e infine la faccio tornare in cucina per l'ennesima volta per prendermi un altro po' di thè.

"Per fortuna che non ti ammali spesso,fai venire due palle così"mi mostra con le mani le dimensioni di un'anguria bella grande e io rido per la prima volta dopo tre giorni. Ha ragione,sto male poche volte ma quando lo sono, divento insopportabile. Il mio carattere mi impedisce di stare ferma e per me essere ammalata,e non avere la forza di fare ciò che mi pare, è una vera tragedia.

"Per fortuna che sei paziente,direi piuttosto."adoro la mia amica.
Mi sistemo meglio su divano per permetterle di sedersi accanto a me.
"Oggi devi trovarti con il tuo autore,vero?"
"Si,meno male che sto meglio. Sarei andata lo stesso, avrei preso qualche pasticca,sai che se voglio una cosa nulla può fermarmi"
"Si,ti conosco troppo bene. Allora comincia a prepararti,mentre cucino fatti una doccia perché puzzi lasciatelo dire"storce il naso e si alza ridendo di me che sto alzando un braccio per annusarmi l'ascella.
"Mi prendi in giro?"le lancio un cuscino colpendola in pieno.
"Non puzzi, non preoccuparti! Però lavati"mi dà le spalle ma so che sta ridendo.

Esco dalla doccia ritemprata e profumata,infilo una tuta da ginnastica senza preoccuparmi di indossare il reggiseno e mi avvio verso la cucina dove Federica ha preparato uova e insalata. Spazzolo il piatto in un battibaleno, adoro le uova e avevo proprio fame. Mi lavo i denti e mi trucco un po',sono pronta per uscire.

"Io vado"avviso Federica che sta sonnecchiando sul divano.
"Mmm, certo. Buon divertimento" brontola qualcos'altro ma non capisco cosa,la lascio dormire e me ne vado.
Arrivo al bar dove abbiamo concordato di trovarci questa volta. C'è un sacco di gente,non so come riusciremo a scrivere con tutto questo casino. Lo vedo al bancone del bar quindi mi avvicino a lui.

"Buongiorno Luca"esordisco e faccio subito un passo indietro per evitare che mi arrivi addosso il caffè che stava bevendo.
"Mi hai fatto prendere uno spavento! Oh, scusami,ti ho sporcato?"mi chiede notando che mi sono allontanata.
"No,per fortuna mi sono spostata appena in tempo."

Beve il caffè rimanente e mi chiede di seguirlo,si incammina verso una porta seminascosta da cui si esce in un piccolo giardino circondato da un roseto profumato. Al centro, sotto ad un gazebo ricoperto da un glicine,un tavolino di pietra con alcune sedie in ferro.

"Wao!un angolo di paradiso in città "esclamo entusiasta,se fosse il mio ragazzo gli salterei addosso baciandolo.
"Già,ho chiesto la privacy più assoluta. Qui potremo scrivere con calma, è l'unico posto in città che ci può garantire riservatezza."mi guarda e nonostante la mia altezza di un metro e settanta devo inclinare leggermente la testa per poterlo guardare a mia volta.

Incontro subito i suoi occhi illuminati da un raggio di sole,mi sorride e sento come se del ghiaccio si stesse sciogliendo dentro di me.
"Cominciamo a lavorare?"spezzo questo momento per tornare alla realtà,voglio restare con i piedi per terra.
"Prego,prima le signore"mi fa cenno con la mano per farmi passare per prima,mi avvio verso il tavolo e mi siedo sulla sedia ringraziando che ci sia,le mie gambe sono diventate improvvisamente molli.

"Direi che per prima cosa dobbiamo decidere nomi,luoghi,età,lavoro di entrambi ecc."tiro fuori notes e penna e mi accingo a scrivere.
"Idee?"chiede lui sedendosi.
Lo guardo un po' scocciata.
"Non crederai che penso anche a questo!"esclamo spazientita.

Mi guarda attonito e un leggero rossore si fa strada sulle sue guance, muove il piede sotto al tavolo e per sbaglio da un piccolo calcio alla mia caviglia facendomi emettere un lamento.
"Scusa,non volevo."appoggia la sua mano sulla mia in un gesto gentile che però ha un effetto alquanto discutibile su di me, una scarica di brividi mi percorre la schiena, i miei occhi si posano sulle nostre mani ancora unite, trattengo il respiro alzando lo sguardo su di lui,trovo i suoi occhi che balzano dalle mie labbra ai miei occhi, mi schiarisco la voce imbarazzata dalla mia reazione ma sembra che lui stia peggio di me.

Allontana la mano come se si fosse scottato e grattandosi la nuca fa di tutto per non guardarmi.
"Direi che il nostro protagonista maschile potrebbe chiamarsi Carlo, e la nostra protagonista femminile Virginia,hanno sui 40 anni,lavorano a Milano in una ditta di auto e vivono sullo stesso condominio a qualche piano di distanza. Che ne dici?" Butta fuori tutto ad un fiato,noto la sua voglia di cambiare discorso e lo seguo.
"Va bene ma ti prego,cambiamo il nome di lui, Carlo non mi piace,non sa di erotico neanche un po' "

Lo vedo arrossire per l'ennesima volta, cerco di nascondere un sorriso con un colpo di tosse,ne vedremo delle belle; propongo un altro nome: Nicolas.

Partiamo a scrivere,decidiamo di fare un capitolo a testa,io interpreto Virginia e lui Nicolas ovviamente.

Passano un paio d'ore e per me è giunto il momento di andarmene.
"Devo andare,la mia amica Federica mi sta aspettando,al contrario di me lei è puntuale e ci tiene che lo sia anche io"
"Hai un'amica che si chiama Federica? Sai che proprio ieri sera ho conosciuto una ragazza con lo stesso nome?"

Mi verrebbe da dirgli che non mi interessa e che tante si chiamano così ma per educazione gli chiedo dove l'ha conosciuta.
"Ehm,siamo andati allo Strip Red,mi ha portato a forza Frank." si vergogna di ammettere che è andato in un locale per adulti.

Mi sento gelare il sangue nelle vene,ha conosciuto Federica ma lui non sa che è la mia amica,non sa che anch'io lavoro là.
La febbre mi ha salvato.

Ignoro la morsa di ghiaccio che mi attanaglia lo stomaco e mi impongo di fare conversazione.
"Ti è piaciuto? Il locale intendo"volto la faccia verso di lui per vedere la sua espressione.
"Si è carino,non sono posti che frequento abitualmente,per me era la prima volta,a Frank è piaciuto molto di più, credo che ci tornerà molto presto."
Speriamo di no.

LIVE ME due vite diverse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora