33-Luca

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Sono passate tre settimane dall'ultima volta che Susan è stata qui, non la sento da allora e sto soffrendo come un cane, non ho più voglia di fare niente, non mi rado da quel giorno e a malapena mi faccio la doccia. Passo le mie giornate ad oziare davanti alla TV, oppure leggo e rileggo il libro che abbiamo scritto facendomi del male da solo. So che dovrei farmi vivo, dirle ancora che la amo, ma ha un senso?

Non ci sono confronti tra lui e me, se lei ha letto ciò che Lorenzo ha scritto non ho nessuna speranza, probabilmente a quest'ora sarà con lui, nel suo letto.
Dio mi sembra di impazzire!
L'idea di lei che fa l'amore con lui mi fa dare di matto. Scaccio i pensieri che si ripresentano ogni volta che mi sembra di uscire dal tunnel, sospiro di malavoglia e faccio per tornarmene a letto ma suona il campanello, sarà Frank, in questi giorni ha cercato  in tutti i modi di farmi uscire senza mai riuscirci.
Vado ad aprire senza chiedere chi è o guardare dallo spioncino e davanti a me c'è... Lorenzo!

"Tu?"
"Buongiorno Luca"mi osserva da cima a fondo, lui nel suo impeccabile completo elegante nero, io vestito con una tuta che avrà come minimo dieci anni, i capelli arruffati e la puzza di sudore.
"Tu, maledetto bastardo!" Alzo il braccio pronto per far partire un pugno che arriverà dritto sul suo naso.
"Aspetta! Vengo in pace..."alza le mani per fermarmi o per proteggersi ma invano e troppo tardi mi rendo conto di quello che ha detto, gli arriva un gancio destro appena sotto l'occhio facendolo indietreggiare mentre si copre dolorante con una mano.

"È la seconda volta che mi colpisci, stronzo!" Biascica con gli occhi arrossati che si stanno riempiendo di lacrime.
"Scusami se mi hai fregato la donna, bastardo schifoso!"sono fuori di me.
"Io non ho fregato niente! Lasciami entrare, devo parlarti"si fa spazio ed entra lasciandomi attonito sulla soglia di casa. Inizio a capire cosa intendesse Susan quando mi parlava di lui.

"Con permesso non esiste? maleducato!"gli vado dietro pronto per litigare.
"Si! maleducato e a Susan a quanto pare non dispiace..."mi provoca.
"Se vuoi un altro pugno continua pure!"lo avverto nel caso fosse anche un masochista.
"Sto dicendo la realtà dei fatti! Non puoi competere con me..."mi guarda altezzoso ma so che ha ragione.

"Dimmi che cazzo vuoi e poi sparisci dalla mia vita, pezzo di merda"
"Senti...io non posso farci nulla, se tu non avessi mandato il tuo amico a controllare, a quest'ora saresti ancora con lei"
"Basta! Stronzo! Tu hai rivelato la sua identità che voleva tenere nascosta, le hai creato problemi seri!"
"È il mio lavoro, sono mesi che sono sulle sue tracce e finalmente l'ho trovata! Hai la più pallida idea dello scoop che ho fatto?"il suo sguardo cinico mi mette freddo addosso.

"Hai rovinato tutto!"ma proprio non vuole capire che per il suo lavoro ha creato un caos pazzesco?
"Pensa come vuoi! Ma ho bisogno di te"
"Di me?"non capisco cosa vuole.
"Si, siediti che ti spiego"mi ordina
"Sei tu il padrone di casa?"lo punzecchio.
"Se tu sei un pappamolla non è colpa mia, ma guardati come sei preso! Da quanto non ti lavi?per una donna?"alza un sopracciglio storcendo il naso.

Mi fa vergognare.
Lo invito di malavoglia a sedersi sulla sedia della cucina, io davanti a lui con le mani che mi prudono. È così calmo, tranquillo nonostante il pugno che gli ho dato sicuramente gli bruci. Nella mia immensa generosità, gli porgo del ghiaccio da metterci sopra, mi ringrazia mentre comincia a raccontarmi il perché della sua visita.
"Devi sapere che le ho mandato dei fiori, per scusarmi, in cui le davo appuntamento allo Strip Red sabato per parlarle. Ma oggi è martedì e non ho avuto ancora sue notizie"mi spiega paziente.
"Certo, pensavi che sarebbe venuta? Lo credevi veramente?"lo canzono.
"Finiscila bimbetto"si agita sulla sedia emettendo un verso dolorante quando sposta il ghiaccio in un punto che si sta gonfiando velocemente.
"Hei!stai calmo!"
"Sei tu quello che deve darsi una calmata, sei tu quello che mi ha colpito!"mi rimbrotta come fossi suo figlio, ok è parecchio più vecchio di me, dovrei portargli rispetto ma per me è uno stronzo, non so come Susan riesca a sopportarlo.

"Cosa vuoi da me?"taglio corto sperando che se ne vada e mi lasci nella mia disperazione.
"Voglio che tu la contatti per me"
" Stai scherzando?"sono allibito davanti a tanta sfacciataggine.
"No, oppure dammi il suo indirizzo, non riesco a trovarla"
"Certo che non la trovi! L'appartamento in cui vive è intestato alla sua amica."troppo tardi mi rendo conto di essermi lasciato sfuggire un dettaglio rilevante.
"Capisco, mi aiuterai?"
"Non ci penso nemmeno! Vuoi parlare con lei? Arrangiati!"mi alzo infastidito, ma per chi mi ha preso? Un coglione?

"In questo caso non abbiamo più niente da dirci"Si alza stizzito e si dirige verso la porta ma prima di uscire si gira verso di me con un ghigno sulla faccia.
"Ti penserò quando la troverò e la scopero' senza pietà...le farò dimenticare il tuo nome, urlerà il mio e tu sarai solamente un ricordo sbiadito"si richiude la porta alle spalle con un tonfo e io resto lì come un ebete, lo stomaco mi brucia così tanto che mi sembra di essere dilaniato da dentro.

LIVE ME due vite diverse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora