<<l'ultima volta che ci siamo visti sei scappata, con il simpatico ragazza dagli occhi verdi>> sospiro mentre mi limito a guardare ogni angolo della stanza, ogni scaffale e quadro, tutto tranne la psicologa. <<Camille, non puoi continuare senza parlarmi>> sbuffo.
<<non ho niente di cui parlare, ultimamente va tutto bene>> mi giro a guardarla. <<non ho bisogno di continuare le sedute>>
<<non hai ancora finito di curare tutte le tue ferite, non hai nemmeno parlato del funerale della signora Bennett>> gioco con le mie mani.
<<e lei?>> chiede confusa e comincia scrivere.
<<cosa ne pensi?>> la guardo.
<<mi è dispiaciuto per la mia amica, era sua nonna e so che era molto legata a lei->> mi interrompe.
<<e tu? Tua madre ha addirittura detto che ti stavi legando a lei. Come ti sei sentita?>>
<<rotta, come se fosse colpa mia, una mia responsabilità>>
<<che cosa vuoi?>> chiede confusa e io abbasso la testa.
<<non so perché continua a parlarti se non capisci nemmeno cosa sto passando veramente>> mi alzo dal divano e lei fa lo stesso.
<<Cami, se non ti apri con me non posso aiutarti>>
<<non puoi aiutarmi perché i miei problemi non riguardano ciò che credi, è aldilà di ciò che la tua mente o quella di chiunque altro possa capire, verrei ricoverato in un ospedale psichiatrico>> vado verso la porta e lei mi ferma.
<<mettimi alla prova, non sono così prevedibile>> sorrido leggermente.
<<vorrei poterlo fare, buona giornata>> apro la porta.
<<sarò sempre qui quando avrai bisogno di me>> sorrido, annuendo.
Esco dall'ufficio e faccio un grande, non so più come affrontare questo mondo soprannaturale e lo devo dire la mia psicologa, era più facile quando non sapevo nulla di tutto questo, riapro la porta.
<<ti dirò tutto>> si gira a guardarmi. <<ero gelosa che la mia amica potesse scoprire la sua famiglia biologica e io non la mia, immagino che non potrò mai incontrare mia madre>>
<<sai perché, e capisco quello che provi, esprime e non tenerlo dentro, a volte è meglio allontanarsi da quelle situazioni per non farsi male>> annuisco.
<<hai ragione>> chiudo la porta e mentre percorrere il corridoio 101 dal petto, uno di quelli che ti rendono difficile respirare.
Vado a scuola e vado al mio armadietto, non voglio fare conversazione con nessuno perché anche se è difficile per me accettare di sentirmi un po' gelosa di Elena, l'idea di indagare sulla mia famiglia mi attraversa continuamente la mente, anche se sempre pericoloso.
<<ciao>> mi stupisco quando vedo Stefan.
<<ehi>> sorrido e lui mi dà un bacio sulla guancia.
<<come stai? Ieri è stato...complicato>> sospiro e chiudo l'armadietto.
<<beh, incredibile>> iniziamo a camminare lungo il corridoio.
<<ieri con la storia di te e la madre di Elena...ho la sensazione che ti abbia influenzato in qualche modo a causa della tua famiglia biologica che non puoi cercare>>
<<mi conosci meglio di me stessa>> si mette davanti a me facendomi fermare.
<<lo sai che è rischioso, vero?>> dice preoccupato e io annuisco.
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𝐃𝐄𝐒𝐓𝐈𝐍𝐘-stefan salvatore¹ ✔️
FanfictionCamille Forbes è una ragazza normale nello strano mondo di Mystic Falls, non conosce affatto la vita soprannaturale, rendendosi vulnerabile al mondo in cui esistono vampiri e lupi mannari, due vampiri nella città che trasformeranno il mondo di Cami...