16-adolescenti

325 10 5
                                    

<<l'ultima volta che ci siamo visti sei scappata, con il simpatico ragazza dagli occhi verdi>> sospiro mentre mi limito a guardare ogni angolo della stanza, ogni scaffale e quadro, tutto tranne la psicologa. <<Camille, non puoi continuare senza parlarmi>> sbuffo.

<<non ho niente di cui parlare, ultimamente va tutto bene>> mi giro a guardarla. <<non ho bisogno di continuare le sedute>>

<<non hai ancora finito di curare tutte le tue ferite, non hai nemmeno parlato del funerale della signora Bennett>> gioco con le mie mani.

<<e lei?>> chiede confusa e comincia scrivere.

<<cosa ne pensi?>> la guardo.

<<mi è dispiaciuto per la mia amica, era sua nonna e so che era molto legata a lei->> mi interrompe.

<<e tu? Tua madre ha addirittura detto che ti stavi legando a lei. Come ti sei sentita?>>

<<rotta, come se fosse colpa mia, una mia responsabilità>>

<<che cosa vuoi?>> chiede confusa e io abbasso la testa.

<<non so perché continua a parlarti se non capisci nemmeno cosa sto passando veramente>> mi alzo dal divano e lei fa lo stesso.

<<Cami, se non ti apri con me non posso aiutarti>>

<<non puoi aiutarmi perché i miei problemi non riguardano ciò che credi, è aldilà di ciò che la tua mente o quella di chiunque altro possa capire, verrei ricoverato in un ospedale psichiatrico>> vado verso la porta e lei mi ferma.

<<mettimi alla prova, non sono così prevedibile>> sorrido leggermente.

<<vorrei poterlo fare, buona giornata>> apro la porta.

<<sarò sempre qui quando avrai bisogno di me>> sorrido, annuendo.

Esco dall'ufficio e faccio un grande, non so più come affrontare questo mondo soprannaturale e lo devo dire la mia psicologa, era più facile quando non sapevo nulla di tutto questo, riapro la porta.

<<ti dirò tutto>> si gira a guardarmi. <<ero gelosa che la mia amica potesse scoprire la sua famiglia biologica e io non la mia, immagino che non potrò mai incontrare mia madre>>

<<sai perché, e capisco quello che provi, esprime e non tenerlo dentro, a volte è meglio allontanarsi da quelle situazioni per non farsi male>> annuisco.

<<hai ragione>> chiudo la porta e mentre percorrere il corridoio 101 dal petto, uno di quelli che ti rendono difficile respirare.

Vado a scuola e vado al mio armadietto, non voglio fare conversazione con nessuno perché anche se è difficile per me accettare di sentirmi un po' gelosa di Elena, l'idea di indagare sulla mia famiglia mi attraversa continuamente la mente, anche se sempre pericoloso.

<<ciao>> mi stupisco quando vedo Stefan.

<<ehi>> sorrido e lui mi dà un bacio sulla guancia.

<<come stai? Ieri è stato...complicato>> sospiro e chiudo l'armadietto.

<<beh, incredibile>> iniziamo a camminare lungo il corridoio.

<<ieri con la storia di te e la madre di Elena...ho la sensazione che ti abbia influenzato in qualche modo a causa della tua famiglia biologica che non puoi cercare>>

<<mi conosci meglio di me stessa>> si mette davanti a me facendomi fermare.

<<lo sai che è rischioso, vero?>> dice preoccupato e io annuisco.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐈𝐍𝐘-stefan salvatore¹ ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora