| Stabile |

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Mi mancava, per quanto casa  mia mi piacesse casa di Binie e Binie mi mancavano, ero arrivata a casa mia e avevo trovato sul divano gli asciugamani usati da me e Felix qualche settimana prima durante quella sera piovosa e la voglia di bruciarli e farli sparire completamente era veramente tanta, mia madre sarebbe tornata tra più o meno due mesi, e anche se mi aveva detto che non sarebbe andata via per un po', in questo periodo di tempo in cui non è stata a casa  ha cambiato i suoi programmi quindi starà a casa solo una settimana e ripartirà per stare via altri 5 o 6 o anche 7 mesi e si ci sono rimasta veramente male ma se è l'unico modo in cui riesce a dimenticarsi di tutto e stare bene io sono felice per lei e non posso tapparle le ali.
La scuola era ricominciata quindi le giornate avevano preso la solita routine la differenza era che in confronto a prima cercavo di ignorare Han che cercava di parlarmi e le loro occhiate durante il pranzo quando mi andavo a sedere con la mia amica Mari, poi tornavo a casa e dormivo, dormivo veramente tanto nell'ultimo periodo, Binie mi veniva a prendere per andare a fare la spesa come scusa di stare un po' insieme e a volte si fermava a cena anche se non vedevo l'ora che andasse via da tanta stanchezza che avevo. Mi resi conto di star sbagliando, che stavo buttando la mia vita nel cestino quando un giorno dopo aver fatto la doccia mi guardai alla specchio e vidi le mie costole fare capolino attraverso la mia pelle, molte volte saltavo i pasti per poter dormire infatti il mio frigo era sempre pieno

BIN:- Y/n tu stai bene vero? il tuo frigo è sempre pieno dalla volta scorsa in cui abbiamo fatto la spesa...

Y/n:- Eh?... Ah si è che... ho mangiato spesso fuori in questi giorni quindi non ho toccato roba dal frigo, se vuoi prendi qualcosa che ho paura scadano le cose.

Mentì spudoratamente e mi infastidiva la cosa ma non potevo dirgli che non mangiavo perché in tempo due secondi mi avrebbe riportato a casa con lui e le cose sarebbero state ancora più difficili di prima, quindi mentì per quanto mi fosse possibile visto che i miei vestiti larghi non facevano intravedere nulla era impossibile che Binie sospettasse qualcosa.
Cercai di sorridere a volte ad Han, volevo farmi perdonare per averli trattati da schifo ma l'unica smorfia che volevo far assomigliare a un sorriso sembrava più una faccia da film horror che un sorriso amichevole e affettuoso, più dormivo e più avevo sonno, le mie occhiaie ormai non erano più copribili da quel poco trucco che mettevo che prima era efficiente e ora le cinture non avevano abbastanza buchi per tenermi su i pantaloni.
Svenni, un giorno in classe durante l'ora di biologia, svenni e dovettero portarmi in infermeria e chiamare Binie che era diventato il mio supervisore su richiesta di mamma, non volevo mi vedesse così era per questo che nell'ultimo periodo avevo rinviato i nostri incontri, volevo mostrarmi sana  davanti a lui così non lo avrei deluso, ora gli farò schifo.

BIN:- Y/n...

Non mi girai a guardare la sua faccia, non volevo vedere quell'espressione tra il rimprovero  e la comprensione, non volevo la sua compassione  o quella di nessun altro.
L'infermiera entrò nella stanza cominciando a parlare 

INF:- Signorina da quanto non mangia? I suoi valori sono veramente bassi, se non mette qualcosa sotto i denti non si reggerà più in piedi lo sa questo vero?

Me ne andai da quella stanza con dei giramenti di testa continui, mentre Binie mi riaccompagnava a casa non ci fu nemmeno il rumore dei nostri respiri, io troppo stanca per parlare e lui troppo in pensiero per sgridarmi. Forse è meglio se vado a farmi un riposino appena torno a casa, mi addormentai su quel sedile, con l'aria calda a scaldarmi il viso di rosa chiaro, quel tanto che bastava per rendermi ancora viva o per farmici almeno sembrare. 
Ci misi un po' a capire se quello che vedevo era buio per via della stanza o perché ancora non avevo aperto gli occhi ma quando trovai la forza di arrivare alla abatjour per accenderla capì che non ero a casa mia ma da Binie e che lui mi aveva portato in braccio fino alla "mia" camera, avevo freddo così decisi di scendere le scale abbracciandomi alla ricerca di un po' di calore. 

HAN:- Ragazzi... Si è svegliata

Alzai lo sguardo e trovai tutti in salotto a fissarmi, come se fossi un mostro e questo non fece altro che farmi pensare a cosa potessero adesso pensare loro di me, cosa lui penserà di me,  perché è lì che mi fissa corrucciato e ho paura, lui mi fa paura.

Felix P.O.V 
Come poteva una creatura così bella essersi ridotta in quello stato, scendeva le scale con i capelli lunghi che gli ricadevano vicino al viso, le braccia avvolte attorno al suo stesso corpo avvolto a sua volta in una felpa enorme nera, i nostri sguardi si incrociarono e  il suo era totalmente diverso rispetto a quello che avevo cercato fino ad ora, a scuola, a casa, da Binie, in quella casa di montagna e perfino in quella discoteca mentre mi paccavo un'altra, lo cercavo e lo volevo, volevo il suo sguardo su di me e quello che vedevo adesso non era lo stesso, lei era diversa e mi sentivo in colpa per la prima volta mi sentivo in colpa di aver ferito una ragazza,  perché la sensazione che alla sua sofferenza ci entrassi soprattutto io che quello sguardo non era più lo stesso per colpa mia mi distruggeva. Lei era li che mi guardava come impaurita e io l'unica cosa che seppi fare fu abbassare lo sguardo per rialzarlo due secondi dopo per guardarla, guardare quel pezzo rotto di una porcellana bellissima che volevo mettere apposto, che volevo aggiustare, quel viso smunto e le occhiaie evidenti su cui mi soffermai per molto forse troppo perché mi ritrovai di nuovo con i suoi occhi addosso e ora il suo sguardo non era più impaurito ma arrabbiato e io ero li perché sapevo che lei era ancora li e non me ne sarei andato fino al momento esatto in cui quello sguardo che odio non torni a fare capolino nei suoi occhi lucenti e fottutamente ipnotici che ti fottono il cervello e mi fanno venire voglia di sprofondarci per sempre. 



A volte bisogna perderci per ritrovarci, lo dicono in tanti e non so se sia vero ma so che non sempre stare attaccati tutta la vita 24 ore su 24 è una buona idea, sono pochi i casi in cui ce n'è bisogno e va bene così ognuno ha bisogno dei suoi spazi e quando si arriva a toglierne all'altro li comincia ad essere una relazione tossica, me ne sono accorta molte volte e non solo osservando gli altri ma anche provandolo su me stessa, che siano amicizie o frequentazioni ognuno deve avere i suoi spazi, per pensare, per stare bene insieme, per sapere cosa si vuole e la distanza fa bene. Fa paura stare da soli, fa paura pensare che potresti perdere la persona che vuoi faccia parte della tua vita per sempre ma quello che fa più paura è perdere se stessi e se non ti dai il giusto spazio perdersi da soli è veramente un attimo fuggente.





inaspettatamente  | lee felixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora