Ora vedo la realtà

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Henry non avrebbe mai immaginato che, la sera del suo ventiseiesimo compleanno, un ragazzo per il quale provava un sentimento profondo lo avrebbe portato a vedere le lanterne su una barca a remi noleggiata apposta. Sulle prime aveva avvertito un tuffo al cuore ed era stato sul punto di rifiutare: sapendo quanto era accaduto alla famiglia Claremont-Diaz, aveva pensato che sarebbe stato troppo doloroso per Alex salire di nuovo su un'imbarcazione, anche se molto più piccola. Tuttavia, lui era stato irremovibile. <<Non ti preoccupare>> aveva detto con una luce di determinazione nello sguardo, lasciando trasparire che non avrebbe accettato un no come risposta. <<Per il giorno più bello della tua vita c'è bisogno di un posto all'altezza.>> E così ora si trovavano in una barchetta sull'acqua placida, con una perfetta visuale dell'isola, ad aspettare un evento che fino al giorno prima era stato solo sognato e sarebbe diventato realtà da un momento all'altro. 

Ma con l'avvicinarsi dell'ora dello spettacolo, Henry sentì una strana inquietudine impossessarsi di lui, e ben presto si convinse che il suo viso doveva essere un libro aperto, perché Alex non tardò ad accorgersene.

<<Stai bene?>> gli chiese infatti.

Il ragazzo sospirò. Era sempre stato abituato a celare le proprie emozioni, a sostenere di stare bene quando in realtà non era così. Ma stavolta decise di essere sincero.

<<Sono terrorizzato>> confessò.

<<Perché?>> chiese Alex gentilmente.

Henry guardò in alto, verso le stelle.

<<Per ventisei anni ho guardato da una finestra, sognando sempre cos'avrei provato vedendo le luci illuminare il cielo>> spiegò. <<E se ciò che ho sognato finora non si avverasse?>>

Seguì un breve silenzio, poi Alex sussurrò con dolcezza: <<Si avvererà, vedrai.>> 

Henry si voltò a guardarlo, e come vide che sorrideva ricambiò. Però c'era ancora qualcosa che lo turbava, qualcosa con cui avrebbe dovuto fare i conti nelle ore successive.

<<E se anche si avverasse, che cosa farò poi?>> domandò.

Alex non ebbe bisogno di rifletterci a lungo.

<<Beh, direi che è proprio questa la parte più bella>> rispose, guardandolo dritto negli occhi. <<Potrai cercarti un nuovo sogno.>>

Quelle parole furono sufficienti a tranquillizzare almeno un po' Henry, che gli dedicò un altro piccolo sorriso prima di voltarsi ancora una volta verso l'isola in attesa delle lanterne, sentendo l'emozione aumentare a dismisura. 

Fa' che il mio sogno si avveri, pregò con tutto se stesso. E se così fosse, fa' che quello nuovo sia ancora più bello...


Altrove, nel palazzo reale di Corona, la principessa Catherine indossò il suo diadema più bello e si avviò lungo il corridoio, verso la porta che conduceva alla balconata principale, dalla quale avrebbe dato inizio alla cerimonia. Pur avendo sessant'anni possedeva ancora una grande bellezza, resa sofferta da un incommensurabile dolore che le stringeva gli artigli intorno al cuore, spingendola a chiudersi spesso in se stessa. Il rapimento del figlio più giovane davanti agli occhi l'aveva devastata a tal punto che ancora oggi, dopo ventisei anni, riusciva a scuoterla emotivamente e a farla affogare in un mare di lacrime cocenti. Come se non bastasse, a esso si era aggiunta, tre anni prima, la prematura morte del suo unico vero amore, stroncato da un male tanto rapido quanto letale. Se non si era lasciata morire di crepacuore era stato soltanto grazie alla famiglia, e soprattutto alla speranza, tenue ma sempre viva, di poter un giorno ritrovare e riabbracciare il suo bambino perduto.

Il mio nuovo sogno ||Red, White & Royal Blue AU||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora