Capitolo 1: Un nuovo inizio.

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Luna osservava dal balcone il camion fermo sotto il suo appartamento, e stava sorridendo perché sapeva che cosa conteneva.

Quando aveva detto a suo padre che avrebbe fatto l'università a Firenze, lui si era aspettato che andasse a vivere insieme a lui nella loro vecchia casa, ma la ragazza aveva altri piani. Per mesi aveva cercato un'appartamento perfetto, quello che sarebbe diventato la sua, di casa, e l'aveva trovato. Doveva solo prendere tutte le sue cose... e in effetti un camion era piuttosto utile.

La decisione di andare a vivere da sola non era stata facile, ma le era sembrata necessaria. Per tanti anni era sempre venuta dietro a suo padre e ai suoi movimenti, che ormai l'avevano abituata ai trasferimenti. Voleva trovarsi una casa che fosse... sua. E per più di qualche anno.

Certo, sarebbe tornata da suo padre qualche volta, prima di tutto perché la casa che avevano a Firenze era bellissima, e poi anche per vederlo quando sarebbe stato libero dal lavoro.

Quando suonarono al campanello, Luna si affrettò ad aprire, ma insieme agli uomini del camion che aspettava, c'era un ragazzo dai capelli scuri che la guardò come se non volesse veramente essere lì.

Indossava una maglietta a maniche corte e dei pantaloncini vista la temperatura che era ancora alta.

«Finn» disse, aggrottando le sopracciglia, «Che ci fai qui? Non mi avevi detto che venivi.»
«Mi annoiavo» fece un sorriso forzato, ed entrò nell'appartamento, sedendosi immediatamente sul divano.

Luna scosse la testa e si rivolse agli uomini del camion che le stavano già dando parecchi scatoloni.

Finn e Luna erano migliori amici. Da tempo ormai si conoscevano, grazie all'amicizia dei loro genitori. Da giovane, il padre di Luna faceva il modello, ma da molti anni ormai si era diretto verso il cinema, e così aveva conosciuto il padre di Finn, che faceva l'attore da più tempo.

Nonostante Luna e Finn non vivessero sempre nello stesso paese, il loro legame era sempre stato uguale e piuttosto profondo. Essendo lui un attore come suo padre, e lei una modella, si erano ritrovati certe volte a lavorare insieme, e nonostante la distanza, si vedevano più volte all'anno. Adesso però... le cose erano cambiate.

«Sei venuto per aiutarmi o per fissare il soffitto?»
«Per sentire i tuoi lamenti» sbottò alzandosi dal divano, e prendendole gli scatoloni di mano.

Lui era sempre gentile con Luna... okay, forse non sempre: gli piaceva prenderla in giro e non perdeva mai un'occasione di usare il sarcasmo. Ma era fatto così, e certe volte era anche dolce, comunque sia Luna non si lamentava mai perché ci era abituata.

Il resto della giornata si passò così, tra Finn che si meravigliava di tutte le cose che aveva portato Luna e lei che cercava di mettere tutto in ordine. Voleva che quel posto sapesse di "casa".

Luna era arrivata a Firenze da qualche settimana, ma si era sistemata ufficialmente nel suo appartamento da pochi giorni, perché ancora ci abitava qualcun altro. Per passare il tempo aveva fatto tantissimi giri per la città di Firenze, cercando nuovi posti interessanti dove sarebbe potuta andare con Finn o con dei nuovi amici che - sperava - si sarebbe fatta.

Era rimasta da suo padre nel mentre, o meglio, a casa di suo padre. Lui non c'era, era in Francia per una serie che stava girando.

«Sono stanca» disse dopo qualche ora.
«Anche io, hai portato troppe cose» sbottò Finn, che si avviò verso la cucina e aprì il frigo, «Cosa vuoi da mangiare?»
«Scegli tu» disse Luna, stendendosi sul divano.

Finn gli preparò un insalata di pasta perché faceva decisamente troppo caldo per qualcos'altro. Era metà settembre, e ancora la temperatura era alta: infatti anche Luna indossava una canottiera e dei pantaloncini, e i suoi capelli biondi erano legati in una coda alta. Erano tutti e due sudati dagli sforzi per mettere a posto tutte le cose di Luna, che consistevano in candele, piccole statue - soprattutto di dei greci - tutto il suo enorme guardaroba e alcune foto, quadri e piccole cose a non finire per rendere il posto più accogliente e suo.

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