Capitolo 8: Posso spiegare.

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«Allora hai deciso cosa fare? Sei ancora dell'idea che il ruolo di Romeo non è per te?»
«Non lo so» mormorò Finn dall'altra parte del telefono.

Luna smise di piegare i suoi vestiti e tornò accanto al telefono. Finn stava steso sul suo letto, e non guardava nemmeno lo schermo nonostante fossero in videochiamata. Stava giocando con una pallina da tennis che aveva trovato da qualche parte in casa sua, e la lanciava in aria e la riprendeva con una sola mano, mentre l'altra ce l'aveva sotto la testa, come un cuscino.

Luna l'aveva chiamato perché era tornata nella casa di suo padre - anche se di lui non c'era traccia, era ancora in viaggio e non sarebbe tornato prima di qualche giorno -  per sistemare alcune cose sue. La casa di suo padre era un po' più lontana dal centro di Firenze, aveva un giardino e una piscina, tutto quello che piaceva a lui... e anche a Luna, ovviamente. Sapeva già che durante l'estate, se fosse stata a Firenze, si sarebbe rifugiata lì per non morire di caldo.

«Non lo sai?»
«No» disse Finn.

Luna appoggiò il mento al palmo della sua mano e lo osservò finché lui non le diede un occhiata. Lanciò di nuovo la pallina in aria ma invece di riprenderla come stava facendo la pallina gli finì in faccia e lo sentì fare un lamento.

«Scemo» ridacchiò lei, tornando a piegare i vestiti e a metterli nel suo armadio.

Visto che aveva un armadio e una camera in più, aveva deciso di lasciarci quello che non usava ma che comunque non voleva buttare. Tipo alcune magliette che stavano diventando troppo leggere per l'autunno che si stava avvicinando, o alcuni libri che non voleva avere nel suo appartamento.

«Guarda che se non ti muovi non riuscirai a fare niente.»
«Lo so» sbottò Finn, mettendosi a sedere sul letto.

Guardò Luna con i suoi occhi scuri e si mordicchiò l'interno della guancia.

«Forse proverò a fare Romeo, come hai detto tu.»
«Davvero?!»

Finn alzò le spalle. Luna sorrise e batté le mani per l'entusiasmo.

«E perché? È per farmi contenta?» fece un sorrisetto, e Finn scosse la testa divertito.
«Non è solo quello. Ho parlato con quella ragazza, la tua amica di poesia. Mi ha fatto cambiare idea, diciamo.»
«Ne sono felice! Allora ti sta simpatica? Di cosa avete parlato? Cosa ti ha detto per farti cambiare idea?»
«Prima di tutto calmati.»

Luna ridacchiò e annuì.

«Hai ragione, scusa.»
«Piuttosto... a te non ti ho vista, l'ultima volta. Dov'eri finita?»

Luna si morse il labbro e ripensò a Daiana, alla ragazza dai capelli viola e tutto il resto.

«Ho parlato con Lea per la storia del profilo instagram.»
«Giusto» disse lui, «Non è che mi userai per realizzare le tue idee strane vero?»
«Certo che ti userò» ridacchiò Luna, «Comunque mi sono accorta che hai cambiato discorso.»
«E io mi sono accorto che hai parlato con un'altra ragazza.»

Luna fece una smorfia e alzò gli occhi al cielo.

«Se mi avevi vista perché non sei venuto a salutarmi?»
«Eravamo occupati.»

Luna fece un verso e cominciò a versarsi un bicchiere d'acqua.

«Allora? Chi era? È quella Daiana di cui mi parlavi l'altra volta? Del gruppo di poesia?»
«Certo che sei un impiccione» ridacchiò Luna, e Finn alzò le spalle.
«Tu fai la stessa cosa con me, non vedo perché non posso ricambiare.»

Luna bevve un sorso e sorrise un po'.

«Sì, era Daiana. È una ballerina, mi ha detto che participerà anche lei.»

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