Capitolo 9: L'ho convinta io.

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Quando Luna entrò nell'aula per l'incontro di poesia della settimana, fu un po' delusa dal non trovarci Daiana.

Okay, forse non avrebbe dovuto cercarla non appena aveva messo piede nella stanza, ma dopotutto era sempre seduta dietro di lei. Luna si domandò perché non ci fosse mentre andò a sedersi. Forse era perché quel giorno l'incontro di poesia era stato spostato prima di pranzo, e lei lavorava?

Luna tirò fuori i suoi appunti e quando vide Lydia entrare, le fece un cenno con la mano.

La ragazza le fece un sorriso un po' timido ma si avvicinò a lei e si sedette al suo fianco. Indossava una maglietta a maniche lunghe nera a collo alto, e dei jeans larghi. I suoi capelli erano più boccolosi dell'ultima volta che l'aveva vista, forse se li era lavati e acconciati di recente, e sembravano un pochino più corti.

«Come stai? Com'è sta andando la settimana?» le chiese Luna.
«Bene... un po' lunga, sì... tu invece?» Lydia si tolse gli occhiali e cominciò a pulirli.

Luna rispose che andava tutto bene, e cercò di trattenersi e di parlarle di qualcos'altro, ma non ci riuscì, e la cosa alla quale aveva pensato non appena l'aveva vista uscì subito fuori.

«Sei libera la settimana prossima?»

Ecco, l'aveva fatto. Finn le aveva chiesto di accompagnarlo a quella festa, ma non aveva detto che non poteva invitare qualcun altro per venire con loro... e Luna voleva conoscere meglio Lydia. Dopotutto, veniva dall'Irlanda, e lei in Irlanda c'era stata tanto tempo. E poi le piaceva, voleva sapere di più su di lei e su cosa le piaceva fare. Sapeva che amava il teatro e che le interessava la poesia. E sapeva anche che era l'unica persona con la quale aveva parlato negli incontri di poesia, senza contare Daiana.

«Credo di sì. Perché?»
«Volevo invitarti a venire con me a una festa. Ci sarà anche Finn, sai, il ragazzo di teatro.»
«Una festa?» Lydia sbiancò totalmente, però cercava di tenere il sorriso che aveva sul viso, «Dove?»

Il sorriso di Luna diminuì un pochino, ma cercò di non farglielo notare.

«Se vuoi ti mando l'indirizzo... ma non devi sentirti obbligata! Per nulla! È solo... be', se ti va di stare un po' con me e con Finn. E magari conoscere altre persone. Se poi non è bella la festa possiamo anche andare da qualche altra parte solo noi tre, magari prendiamo di nuovo un gelato.»
«Non lo so... ti farò sapere, okay?»

Luna annuì, ma le dispiaceva che Lydia non fosse entusiasta quanto lei. Aveva capito fosse una persona un po' timida e introversa, perciò forse le feste non le piacevano. Pensò che forse avrebbe potuto proporgli qualcos'altro per stare insieme, magari una cosa da fare solo loro due. Forse fare shopping non sarebbe piaciuto a Lydia. Immaginò che lei preferisse fare passeggiate e visitare qualche bel posto... in realtà non lo sapeva, ma le piaceva tirare ad indovinare, e spesso aveva ragione.

Mentre Leonardo entrò in aula, Luna lo guardò un po' distrattamente, e picchiettò con le dita sul suo banco. Pensò a Finn che l'avrebbe aspettata per pranzare insieme, e si domandò se gli avrebbe dato fastidio se Luna avesse chiesto a Lydia di unirsi a loro. Li aveva visti parlare insieme a teatro, quindi forse gli avrebbe fatto piacere.

Nel mentre Leonardo si era alzato e aveva cominciato a parlare di poesia e amore e romanticismo, e Luna si chiese se un giorno avrebbe amato così tanto da poter scriverci una poesia. Fino a quel momento non l'aveva mai fatto. E non sapeva se le sarebbe successo, anche se una piccola parte di sé ci sperava.

In Irlanda aveva avuto qualche relazione, ma non riusciva ad associar loro nessuna delle poesie che Leonardo le stava facendo leggere. Erano state cose passeggere, un po' superficiali perché non sapeva nemmeno quanto sarebbe rimasta lì. In segreto però, Luna sognava di sentimenti che la consumassero, voleva quello che c'era nei tanti film che vedeva e nei libri che leggeva tardi la sera.

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