LA METAMORFOSI

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È ben cosa nota e universalmente riconosciuta che in città piccole, con case così vicine fra loro, le voci corrano impazzite scagliando il vento.
E benché poco sia dato a sapere delle vere inclinazioni di ognuno di queste, quest'ultime si diffondono inevitabilmente, cambiano forma, versione avvolte anche grammaticalmente le parole vengono sostituite da altre cambiando totalmente la verità, trasformandosi in quella che è una vera e propria metamorfosi, ma state pur certi che solo una cosa rimarrà invariata piuttosto che dimenticata, il soggetto.
di peggio > annuii mentre Matthew mi asciugava la lacrima appena scesa
< insomma, ti chiami Mary-Jane... per i tossici sei indispensabile, è un pregio> concluse strappandomi un sorriso mentre usciva dal bagno, mi voltai nuovamente poi per osservarmi un ultima volta e assicurarmi di non essere più impasticciata di prima e con sconforto mi misi a pulire il disastro combinato pochi minuti prima.
<non sono nelle condizioni di poter giudicare > disse mia madre risentita nel guardare il taglio
< solo una domanda ..> azzardò mio padre
< perché..> continuò trattenendo una risata, sbuffai
<aahh , non ne ho idea> conclusi buttandomi sul divano
< per le cazzate che dicono quelle stronze delle vecchiette qua in giro> si intromise subito Matthew mentre scendeva le scale
<HEY ! le parole > lo rimproverarono all'unisono i miei genitori
< non si può conoscere veramente una persona solo dalle sue dicerie, vedrai che se ne dimenticheranno presto, e chiunque nutrito di una basilare intelligenza, anziché credere ai "gossip" come li chiamate voi si andrà ad informare meglio e capirà tesoro di quanto siano cafone le vecchie bagasce infondo alla strada >
<LYDIA, bel modo di rassicurare tua figlia
< tesoro per i miei trentacinque anni sono stata anche fin troppo educata > prosegui barricandosi in cucina turbata dal discorso.
Tuttavia cenammo tranquillamente discutendo gli ultimi accordi per il trasloco, il licenziamento di papà non era stata proprio una cosa leggera e purtroppo lo stipendio di mia madre e mio fratello per quanto lui avesse potuto lavorare avrebbe coperto ben poco delle spese che ogni mese avremmo dovuto affrontare, certo l'alternativa non mi piaceva Londra è buia e umida e per quanto Bristol non ne sia poi così lontana, il sole all'alba e durante il pomeriggio era parzialmente confortevole anche se per poche ore rispetto all'urbanità londinese che avrei affrontato da una settimana a questa parte, per giunta il cambio di scuola non mi entusiasmava molto e di farmi nuovi amici ancora non ne volevo sapere, volevo solo resettare i due mesi precedenti e fare che quella sera non fosse mai accaduto niente.
Ormai era abitudine impacchettare qualsiasi cosa ogni sera prima di andare a dormire, mamma diceva che così non saremmo arrivati impreparati al giorno del trasloco ma a me sembrava più un'antica tortura medievale, non avevo impacchettato niente, continuavo a guardare l'armadio per ore intere per poi rifiutarmi categoricamente di muovere anche solo di un millimetro i miei muscoli spinta dalla necessità e il desiderio di voler lasciare tutto in quella stanza e appiccare un incendio in piena notte
<Mary hai finito ?
< si mamma ho impacchettato altri vestiti>risposi spudoratamente
< quindi se domani apro il tuo armadio non ci sono ancora vestiti che avresti dovuto impacchettare giorni fa..> sbuffai vedendo il suo sorriso sarcastico spuntare dall'uscio della porta, con esito iniziò ad avanzare verso la sponda del materasso e delicatamente mi si sedette affianco
< sai cosa mi ripeteva sempre la nonna ?> scossi il capo intenta a non voler uscire dalla mia bolla di delicato silenzio
< quando succedeva qualcosa che mi turbava o prendevo scelte di cui mi pentivo diceva sempre "Chi vive nel passato è depresso, chi vive nel futuro è ansioso, chi vive nel presente è felice, non lasciare che il passato ti influenzi perché non poteva essere nient'altro "> mi si appisolò accanto cercando di farmi uscire dal guscio che ormai mi stavo creando
< dovresti uscire un po' non credi?> scossi il capo mentre con determinato silenzio mi spostavo
< So che molti penseranno che sia una visione troppo semplicistica, eppure chiunque sia schiavo di un passato doloroso sa che non c'è niente di più vero: quando la tua mente è sempre proiettata indietro, riuscire ad essere felici oggi diventa impossibile, ma sono sicura che solo affrontandolo riuscirò a ricordare.. >
< solo questo ti giuro e poi torno a vivere ok?> la bloccai prima di interrompermi, la vidi annuire alla mia richiesta e uscire con la coda fra le gambe.
Dopo il coma fui una delle prime tra coloro che avevano fatto l'incidente a svegliarsi, nei giorni successivi alle mie dimissioni andavo sempre a trovarli. Avevo sempre avuto intenzione di farlo, anche se fino all'ultimo avevo assicurato mia madre che non ci sarei andata e avrei riposato, e fino alla sera successiva alla visita lei non ne seppe nulla. La cosa fu poi rivelata perché una sera rimasi a dormire nella stanza d'ospedale dopo l'orario di visita e i medici chiamarono a casa, rimanevo li per ore ogni giorno sperando in qualcosa anche la più minima scintilla, il minimo movimento o sospiro... invano cercavo di recuperare l'irrecuperabile.





Ciao! È la prima volta che provo a scrivere una storia e a convincermi a pubblicarla e non cancellare tutto come sempre, spero vi piaccia e giuro che non sarà così depressa come potrebbe sembrare, se siete arrivati fino alla fine del capitolo se viva lasciatemi un feedback o consigli su quando pubblicare i nuovi capitoli ( SPERANDO QUALCUNO LA LEGGA)

Grazie in anticipo ❤️‍🩹

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