Danneggiamento

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Cammino verso il parco, penstando i piedi per la rabbia. Mia madre mi fa troppo incazzare. Ogni tanto mi guardo indietro per vedere se qualcuno mi segue. C'è sempre qualche malintenzionato che prende di mira le ragazze in zona.
Arrivo al parco ma ormai è buio, c'è solo un lampione acceso. Mi metto sull'altalena in mezzo al nulla,  la sigaretta è spenta quindi ne accendo un altra. Mi guardo in giro ma non c'è nessuno, solo le macchine che ogni tanto passano. Mi sembra che una macchina passi davvero spesso, o forse è una mia impressione, non vedo differenza nei veicoli.
All'improvviso mi sento prendere per i capelli e tirare indietro, cado di schiena sbattendo la testa.

"Chi cazzo è?!"

Mi alzo e mi guardo attorno, ma non vedo nessuno, solo... una luce. In lontananza, dove però dovrebbe esserci un muretto. Ma prima che possa avvicinarmi sento una voce fin troppo familiare.

"Ti avevo detto di non farti rivedere al parco, grassona, allora te le cerchi"

Non è che sono grassa, è Emilia ad essere un chiodo scheletrico. Mi volto e la trovo li, assieme a due sue amiche, sono vestite come delle zoccole da marciapiede. Mi hanno sempre dato della sciattona obesa perché preferisco le felpe larghe e i jeans comodi ai leggings e canottiere.

"Io vado dove mi pare e piace" rispondo "e tranquille che non vi rubo i clienti"

Una si avvicina e tenta di mollarmi un calcio, ma lo schivo come nulla.

"Tu non devi venire al parco. Già mi sorprende che vieni ancora a scuola. Metterti la testa nel cesso non è abbastanza per farti sparire?"

"Magari potessi stare a casa" sussurro "ma non vi darò questa soddisfazione."

"No no tu non hai capito.
Tu.
Devi.
Suicidarti.
Non meriti di vivere, aborto."

La guardo sconvolta. Era arrivata a tanto la sua demenza?

"Si ok stammi bene eh"

Non faccio in tempo a girarmi che le due stronze mi bloccano e mi tirano a terra.

"A quanto pare devo fare qualcosa di più drastico. Vorrei ammazzarti, ma sapere che ti sei uccisa con le tue mani sarebbe meglio"

Mi muovo ma non serve a molto. Emilia tira fuori un cutter e mi taglia felpa e maglietta, rimango a petto nudo mentre urlo, ma una delle ragazze mi mette la felpa in bocca per non farmi urlare.

"Facciamo che così te lo ricordi eh?"

Inizia a tagliarmi il petto, sta scrivendo qualcosa col cutter sulla mia pelle, non riesco a smettere di piangere. Loro ridono e ridono e io sto soffrendo, ma a loro non interessa. Mi vogliono davvero morta.
Mentre ridono mi sembra di sentire una musica, tento di chiedere aiuto, nessuno risponde.

"Che schifo questa pancia molle. Che ne dici se te la taglio via? Ti faccio un favore ahahhah!!"

Continua a tagliarmi, poi si sente una macchina e le tre scappano velocemente. Mi alzo e mentre scappano urlo tra le lacrime.

"Spero che qualcuno ti uccida, stronza! Dovete morire tutte quante!!"

Mi copro coi pezzi di felpa rimasti, anche se sono pochi. Corro a casa, mia madre è già andata a dormire. Arrivo in bagno e mi lavo dal sangue e dal dolore, anche se è tanto e non riesco a smettere di piangere. Quando esco dalla doccia quello che vedo allo specchio mi fa star male.

Sul petto e sulla pancia mi hanno scritto "muori grassona".

Salve!

Ancora nessuno ha letto la mia fanfiction ma spero che qualcuno si appassioni

Le cose si stanno facendo intense qui, probabilmente oggi pubblico ancora

L'autrice

Creepypasta - Amore in un IncuboDove le storie prendono vita. Scoprilo ora