L'inizio del destino
[Sun]
"Devi collaborare con il medico. Se ti dice di seguire il trattamento, cerca di stare dalla sua parte, non funzionerà affatto se fai solo quello che vuoi."
La voce del medico mi parla con un tono leggermente supplichevole. Le sue sopracciglia scure sono quasi unite in un'unica linea.
Non dico una parola o un commento, mi limito ad ascoltare.
"Cosa ne pensi, qual è la tua opinione?"
Rimango immobile sulla sedia di fronte al medico, poi abbasso la testa per guardare le mani ancora appoggiate in grembo.
"Devi capire che oltre te, nessuno può aiutarti. I medici sanno che è difficile. Ma puoi essere un po' più forte? Signor Sun."
"Mi impegnerò un po' di più."
Dopo un lungo silenzio, finalmente parlo al dottore a bassa voce.
Mentre parlo, i miei occhi guardano ancora le mani appoggiate sul grembo.
Il giovane medico, che si occupa del caso, sospira dolcemente, cogliendo anche la dolcezza nella mia voce.
"Non voglio dire che tu non ti impegni abbastanza. C'è qualcosa che vuoi fare?"
Sentendo questo inizio a tacere di nuovo.
Una volta che il medico fa un'altra domanda, la stessa domanda continua a uscire dalla sua bocca, non importa quante volte l'abbia chiesto, continuo a rispondere la stessa cosa.
"Non ho nulla che mi interessi."
"C'è qualcuno che ami?"
"Non ho nessuno."
"Hai degli amici?"
"Ne ho alcuni, ma non sono vicino a nessuno."
"Hai ancora paura di essere ferito?"
Quando mi ha fatto questa domanda, rimango in silenzio e non rispondo.
Allentandosi l'una dall'altra, ho accidentalmente usato la punta delle dita per spostare delicatamente il polso sinistro verso la mano destra sotto la camicia a maniche lunghe.
È come se le azioni del mio subconscio siano fermate dalla presenza del medico.
Lui sospira leggermente sollevato. Si avvicina, si toglie gli occhiali senza montatura e li posa sul tavolo.
Poi mi guarda con un'espressione molto più gentile sul viso.
"Sai che quello che stai facendo non è giusto?"
"Lo so."
"Allora perché continui a farlo?"
"Voglio solo sapere… Voglio sapere che tipo di ferite fanno più male quelle interne o quelle esterne."
"E hai avuto qualche risposta?"
"Le ferite esterne non possono essere paragonate al dolore del mio cuore." Rispondo al dottore con un leggero sorriso.
Parlo mentre la mia voce trema e gli angoli dei miei occhi sono rossi e bruciano di dolore.
Anche in presenza del medico, la mia sensazione di oscurità non si è affatto attenuata, anzi, è sempre più difficile ogni giorno.
"Ti prescriverò una medicina. Prendila in tempo e vieni dal medico domani."
"Sì."
Dopo aver ricevuto una mia risposta, il medico abbassa la testa e scrive qualcosa su un piccolo pezzo di carta, di nuovo pillole.
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The day when the sky is blue [TRADUZIONE AUTORIZZATA]
RomanceTraduzione autorizzata dall'autore e dal traduttore.