CAPITOLO IX.

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Akashi non amava particolarmente andare fuori dal suo programma ordinario: era un ragazzo molto preciso, cercava sempre di seguire la sua routine, e se cambiava qualcosa era solo perché giovava alla sua passione per la scrittura.

Ma Kuroo aveva appena preso la patente, e Kenma l'aveva pregato di accompagnarli in quel viaggio: pareva che Kuroo volesse abituarsi a guidare dall'università fino a casa, in modo da abituarsi per quando sarebbe dovuto andare spesso a trovare Kenma l'anno successivo.

Aveva scelto un'università parecchio fuori città, e le strade da cui bisognava passare non erano le migliori, ma il corvino ci teneva a mostrare a Kenma che per lui le avrebbe percorse più che volentieri, e aveva deciso di dimostrarglielo.

Così, Kenma aveva chiamato anche Akashi e Hinata, e di conseguenza Kageyama, per un bel Weekend fuori Tokyo.

Kuroo era più che emozionato di poter fare vedere a tutti le sue abilità di guida, anche se ci era rimasto un po' male quando Kenma aveva detto che si sarebbe messo dietro a giocare con Hinata.

Ma il corvino sapeva bene che il biondo faceva parecchia fatica a fare amicizia, per cui aveva accettato che fosse Akashi a sedersi di fianco a lui e fargli da navigatore.

Purtroppo, avevano scelto il weekend sbagliato: pioveva, non c'era praticamente nessuno per le strade e c'era anche un po' di nebbia.

Suga e Daichi avrebbero dovuto raggiungerli dopo, visto che anche Suga stava valutando di andare in quell'universitá, ma erano partiti più tardi per cui la macchina dei cinque ragazzi era praticamente sola in mezzo al nulla.

Akashi ricordava che stava guardando fuori dal finestrino; Kageyama era mezzo addormentato, ma Hinata lo teneva sveglio continuando a fargli vedere i progressi sulla console di Kenma, che sporto verso di lui gli dava consigli sul gioco.

Akashi era un po' stanco, ma dato che Kuroo era parecchio concentrato sulla guida non se la sentiva di addormtarsi e lasciarlo senza compagnia, anche se non è che avessero parlato molto.

- Akashi- lo aveva chiamato il corvino a un certo punto, e il minore si era voltato verso di lui; aveva sbarrato gli occhi.

Kuroo era pallido, aveva le labbra che tremavano leggermente; ancora non lo sapeva, di essersi messo alla guida con la febbre, l'aveva sentita solo poco prima, quando il riscaldamento acceso in macchina non era più bastato e aveva iniziato a tremare leggermente.

Non aveva fatto niente di strano in quel periodo, non aveva avuto motivo per pensarlo... Ma a quanto pare, era successo.

- Akashi, prendi il volante- aveva sussurrato.

Akashi aveva provato a lanciarsi sul volante; Kuroo aveva già iniziato a rallentare, ma non si era reso conto, complice la nebbia, di avere ormai invaso l'altra corsia.

Akashi non riuscì ad afferrare il volante prima che l'auto sfondasse il guard-rail; non c'era un precipizio dall'altra parte, ma la discesa era fin troppo ripida.

Il corvino provò ad afferrare e tirare il freno a mano, ma non servì a nulla, e la cintura di sicurezza gli impediva qualsiasi altro movimento.

Ricordava poco della caduta: Hinata che urlava, Kenma che provava chiamare Kuroo; aveva sentito una portiera aprirsi e aveva visto Kageyama afferrare Hinata e gettarsi fuori dal mezzo, prima che l'auto finisse contro una parete rocciosa.

Akashi ricordava che il suono dell'airbag per un attimo l'aveva stordito, non era riuscito a capire cosa stesse accadendo intorno a lui.

- Akashi-. Aveva sentito nuovamente la voce di Kuroo chiamarlo, e a fatica si era voltato verso il corvino, trovandolo con la guancia premura contro l'airbag, le lacrime agli occhi e un lieve sorriso in volto.

BOKUAKA-BRING YOU TO LIFEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora