CAPITOLO XVIII.

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Bokuto rimase in silenzio, solo il rumore dei macchinari riempiva il vuoto nella stanza d'ospedale; con tutto il bianco presente tra quelle pareti, i capelli rossi di Tendou parevano l'unica macchia di colore.

Una macchia che non sarebbe mai dovuta esserci in mezzo a tutto quel bianco.

- È successo nel pomeriggio- affermò Wakatoshi, interrompendo il silenzio.

Era in piedi, di fianco alla sedia che Bokuto aveva sistemato a fianco del lettino del ragazzo.

- Sembrava stare bene, da quando siamo tornati ieri era parecchio allegro, continuava a parlare di tutte le cose positive della sua vita. Ha cucinato, abbiamo fatto l'amore, abbiamo visto un film e siamo andati a dormire. Oggi avevo gli allenamenti, sono tornato prima e...- si bloccò per un attimo - il dottore ha detto che ha ingoiate molte pillole ma l'ho fatto vomitare in tempo, ormai è fuori pericolo, dovrebbe svegliarsi tra poco-.

Bokuto annuì appena.

- Sai... Se stesse facendo qualcosa in particolare?- mormorò.

- So che voleva esercitarsi nella sua nuova ricetta. Quando sono entrato, prima di trovarlo in bagno, sul tavolo ho notato che aveva un'agenda, quella dove segnava i vostri incontri, e anche quelli con il suo vecchio psichiatra. In bagno c'erano in giro i flaconi delle medicine che gli dava... Pensavo di averli buttati tutti, ma dev'essermene sfuggito qualcuno- affermò Wakatoshi.

- Probabilmente...- mormorò Koutaro - gli è preso il panico al pensiero di non avere più un appoggio fisso su cui basarsi, e rivedere cose collegate al suo vecchio dottore lo ha riportato a pensare ai momenti in cui stava peggio e che non sarebbe mai riuscito a stare davvero bene- chiuse gli occhi - forse era troppo presto per concludere il percorso, avrei dovuto notarlo prima- sussurró.

Pensava che ormai fosse pronto, ma a quanto pare aveva sbagliato: quel ragazzo aveva provato a suicidarsi praticamente dopo che lui gli aveva confermato che presto le loro sedute sarebbero finite, non era un caso.

Probabilmente, aveva pensato che non ce l'avrebbe fatta da solo, e senza Ushijima a casa non aveva avuto niente a cui aggrapparsi per non crollare.

Aveva sbagliato a scegliere il momento in cui proporgli di smettere con le sedute: avrebbe dovuto aspettare, accorgersene prima, stare più attento alle reazioni di quel ragazzo.

Se aveva sbagliato con lui... Aveva sbagliato anche con altre persone? Gli sembrava che gli altri suoi ex pazienti stessero bene... Ma forse era stata solo fortuna.

In fondo, tutte le persone erano diverse, e soffrivano in modo diverso, per cui era naturale che reagissero in modo diverso.

Akashi... Come avrebbe reagito? Adesso era convinto di riuscire a farcela, sapeva che i suoi amici l'avevano perdonato e si era reso conto che anche se la scusa "non l'ho fatto apposta" di sicuro non bastava, non era qualcosa che poteva essere ignorato facilmente.

Ma cosa sarebbe successo, una volta che si fosse trovato in una nuova struttura, senza lui ad aiutarlo, a cercare di riprendere in mano la sua vita da solo?

Ci sarebbe riuscito? O, pentendosi di averci provato nonostante ciò che aveva fatto... Avrebbe provato anche lui a togliersi la vita? O sarebbe tornato nello stato in cui era fino a poco prima?

Erano tutte opzioni orribili, eppure non aveva idea di come altro fare per poterlo aiutare... Doveva capire di non essere solo, e allo stesso tempo rincominciare a cavarsela con le sue forze.

Bokuto sapeva che poteva farcela ma... Pensava che anche Tendou potesse farcela; invece...

- Non ha sbagliato- dichiarò Wakatoshi - Tendou credeva davvero che fosse arrivato il momento giusto per riuscire a riprendere totalmente in mano la sua vita. Lo conosco ormai, ho imparato a capire quando mente e quando invece crede davvero di farcela, ed era più che pronto. Ne sono sicuro. Probabilmente la sua è stata una ricaduta momentanea, ma so che Tendou può farcela, quando si sveglierà sarà lui a dirtelo- dichiarò Wakatoshi.

BOKUAKA-BRING YOU TO LIFEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora