It's not your fault

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Ero così sopraffatta da tutto. Sapevo che potevo scappare, ma dove sarei andata? Non conoscevo nessuna di queste persone né volevo conoscerla, tutti parlavano tedesco e io non capivo niente. Tutto intorno a me era confuso. Avevo le vertigini ed era come se il tempo si fosse fermato. Come se il mio cuore avesse smesso di battere e i miei polmoni avessero smesso di funzionare. Ho corso in giro ma non ho visto nulla. Ho afferrato un palo della luce e mi sono attaccata ad esso cercando di capire dove fossi.

"Aiuto!" Ho lanciato un urlo. Non ho visto nessuno avvicinarsi a me. Mi sentivo come se nessuno sapesse nemmeno che ero lì, come se fossi un fantasma.

Poi ho preso il braccio di qualcuno. Era un ragazzo e mi guardò confuso.

"Sono stato rapita" è stata l'unica cosa che mi sono lasciato scappare.

Il suo viso diventò bianco mentre mi afferrava il braccio e mi trascinava fuori dal luogo affollato, mi sentii sollevato.

"Sta bene signorina?" Lui mi ha chiesto.

"Tom Kaulitz, ha abusato di me e mi ha rapita!" gli ho detto.

Si guardò intorno preoccupato.
"Va bene... cercherò di aiutarti." Egli ha detto.

Ho sorriso dal sollievo, avrei potuto essere libera..

Mi ha trascinato su una vecchia macchina e mi ha detto che mi avrebbe portato alla stazione di polizia. Mentre passavamo davanti al parcheggio, potevo ancora vedere la sua macchina rossa.

"Quella è la sua macchina! Per favore, ricordatelo." dissi chiudendo gli occhi.

Quando ho riaperto gli occhi, ho realizzato che eravamo alla stazione di polizia, ero così felice. Ha parcheggiato la macchina e sono corsa fuori il prima possibile. Avevo paura che Tom potesse saltar fuori da un momento all'altro. Aprì la porta e nella percezione c'era un maschio. Mi ha notato.

"Sono stata rapita!" ho urlato.

Il suo sorriso scomparve e uscì dalla percezione.

"Aspetta qui, riceveremo aiuto il prima possibile." Lui disse.

Mi sono seduta scossa. Pensavo che Tom sarebbe saltato fuori da un momento all'altro. E questo mi ha fatto venire i brividi lungo tutto il corpo.
Ho visto una donna forse sulla quarantina avvicinarsi.

"Ciao signorina, seguitemi." Lei disse.

L'ho seguita in una piccola stanza e lei ha chiuso la porta con in mano alcuni fogli.

"Sei stata rapita, hai detto?" Lei disse.

"Sì, da Tom Kaulitz, ha abusato di me..." risposi.

Il suo viso diventò bianco. Si guardò intorno, come se la gente potesse vedere.

"Va bene signorina.. cosa ricorda?" Lei chiese.

Le ho raccontato tutto, ho prestato molta attenzione, raccolto informazioni. Le ho detto che era manipolatore, violento e tutto il resto.

"Guarda, spesso quando le persone vengono rapite, spesso non riescono a ricordare cosa è successo a causa del trauma, ma tu ricordi."

"COSA?" chiesi irritata.

"E non sembra che tu abbia lividi o cicatrici sul corpo?" Lei disse.
"No, io-" stavo per mostrarglielo ma lei mi interruppe.

"Senti, siamo entrambe donne qui, ma non va bene mentire su cose serie mentre un'altra donna è stata violentata e uccisa dai rapitori."

"Questo è quello che sto cercando di prevenire!" Ho urlato.

Non l'ha capito.

"Sono stata rapita!!" Ho urlato.

Ero così frustrata che non mi ascoltò. Voglio dire, era una stupida poliziotta! Perché devo essere violentata per ottenere aiuto.

"L'uomo che mi ha portato qui sa com'era la sua macchina" ho detto.

"Mi dispiace, quell'uomo non ci ha detto niente."

Lei si alzò e aprì la porta.

"Vai adesso tesoro." Mi ha detto.

Poi ho capito. Aveva paura, di loro, di Tom. Ero così arrabbiata.

"Devi aiutarmi, mi ucciderà" la supplicai.
"Mi dispiace." Lei si lasciò andare.

Le sue parole. Mi hanno distrutta. Non avevo libertà, nessuna via di fuga. Ero persa. I miei occhi erano vuoti. Non sapevo dove andare dopo. Non avevo niente e nessuno. La guardai ancora una volta e poi lasciai la stanza. Sono uscita dalla stazione di polizia. Stavo lì fuori a guardare il cielo. Ero così vuota e persa.

Ho sentito un'auto veloce correre attraverso il parcheggio. Ho capito subito chi era. L'auto rossa e scintillante mi ha quasi investito mentre mi coprivo con le braccia, come se potesse aiutarmi.

Si fermò proprio di fronte a lui e quasi non riuscivo a pensare a quello che stava succedendo.
Mi sono accorta che Tom stava correndo verso di me con il suo maglione nero. Lo guardai negli occhi con paura. Quasi non riusciva a camminare dritto, era ubriaco. All'improvviso ho sentito un forte pugno colpirmi il viso e sono caduta sul terreno di cemento bagnato. Pioveva a dirotto sulla strada e Tom era in piedi sopra di me. Non ho reagito. Rimasi semplicemente seduta a guardare per terra.

"Pensi che questo ti aiuterà, cazzo?" Ha urlato.

Non ho risposto.
"Sei patetica."
Disse mentre mi prendeva per il braccio e mi trascinava verso la macchina. Mi ha spinto contro la porta rossa lucente facendomi male al collo. Mi afferrò aggressivamente il mento per guardarmi negli occhi. Non volevo. Mi aveva spezzato. Le lacrime scorrevano lungo il mio viso insieme al sangue.

"CAZZO DI' QUALCOSA ESELIN!"

Tom mi ha urlato in faccia.

Il suo alito puzzava di alcol e avevo paura che se avessi emesso un suono mi avrebbe letteralmente ucciso, anche se non l'avevo mai visto uccidere qualcuno. Aprì la porta e mi spinse dentro, facendo atterrare il mio corpo su Bill che era seduto dall'altra parte. La mia faccia atterrò sul suo grembo. Ero così debole. Mi fa male tutto il corpo. La vita, il collo e ora la faccia mi fanno male da morire. Così mi alzai lentamente dalle sue ginocchia. Ho guardato in basso e  notato che il sangue colava dal mio stomaco attraverso la benda. Tutto diventò nero e tutto ciò che potevo ricordare era la dolce voce di Bill che sussurrava.

"Eselin, non è colpa tua."

A Painter's Game - Tom kaulitz (TRADUZIONE ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora