Capitolo 43

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Silvia

Quando vedo sua madre alla porta, mi innervosisco ma cerco di restare calma

"e questa chi è?" chiede in modo strafottente a sua figlia

Per come mi si rivolge e per come mi squadra, Roberta si irrigidisce e stringe il mio fianco e per calmarla appoggio sopra la mia mano

"mi chiamo Silvia, signora, e sono la sua fidanzata" le porgo la mano come cortesia ma non ricambia e rimane fredda e ferma al suo posto

"la tua fidanzata? Ma non mi dire" ride, come se fosse una barzelletta e io sto cercando di contenermi con tutta me stessa

È più grande di me e devo portarle rispetto

"e sentiamo, da quanto state insieme? Un mese?" sghignazza divertita "ma fammi il favore..potevi aspirare a qualcosa di più ed invece ti sei accontentata di uno scarto" e qui Roberta scatta

"ma come ti permetti? Vieni qui e..." ma la blocco

"amore, non importa, sta tranquilla" ma scuote la testa di diniego

"no, tranquilla un cazzo. Viene qui e ti insulta ed io dovrei..." la rifermo un'altra volta e cerco di tranquillizzarla

"sa signora, ho cercato di essere cortese e non risponderle perché è più grande di me e devo portarle rispetto, rispetto che da parte sua è mancato perciò..." faccio una pausa staccandomi da Roberta "da quando è arrivata non ha fatto altro che squadrarmi e insultarmi e nemmeno mi conosce, però mi lasci dire due cose" mi avvicino di più senza però mancare di rispetto col mio comportamento

"lei si è persa 6 anni di sua figlia e ha perso tutto il bello e il buono che ha fatto e che ha costruito
Se ne è fregata di lei, di tutti i momenti in cui lei cercava un pizzico della sua presenza, della sua attenzione ed è da me che veniva, dalla persona che la ama e che l'ha sempre supportata.

Non l'ho mai lasciata sola e l'idea neanche mi ha sfiorato la mente
Amo il nostro rapporto e la nostra relazione e sono fiera della persona che è diventata" faccio per andarmene ma le dico un'ultima cosa "e non è un mese che siamo fidanzate, ma 5 anni e cosa più importante ci vogliamo sposare, quindi non è una relazione da quattro soldi" e detto ciò me ne torno in soggiorno dalle ragazze e mi accorgo solo ora che sto piangendo

"ehi, stai bene?" chiede spaventata Isa

"si, tranquilla, non è nulla" sorrido fiera di come mi sono fatta valere

"dov'è Roberta?" chiede non vedendola arrivare

"sua madre" e qui capiscono il perché del mio stato e le rassicuro ancora "tranquille, è tutto ok"

Poco dopo vediamo Roberta tornare in soggiorno e la vedo venire spedita verso di me

"è andat..?" cerco di chiederle ma mi interrompe prendendo il mio viso tra le sue mani e dandomi un bacio a stampo ma bello passionale che io ricambio

"e questo a cosa lo devo? Non che mi stia lamentando eh" rido

"davvero me lo chiedi? Dopo ciò che hai detto?" chiede ridendo

"non ho detto niente che già tu non sappia" le faccio capire

"lo so, ma è sempre bello sentirselo dire" mi cinge la vita "e sentire che lo dicevi a mia madre, che dovrebbe essere la prima a gioire per i miei traguardi, è stato inaspettato" le butto le braccia al collo

"che ti ha detto?" faccio un bel respiro in attesa della sua risposta

"intendi quando siamo rimaste sole?" annuisco "cose che già sapevo ma che per l'ennesima volta ha voluto sottolineare" emette una risata amara

Giornate che profumano di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora