01

462 39 7
                                    

Il locale era quasi interamente avvolto dal buio, le uniche luci provenivano dal palco e illuminavano a mala pena i pochi clienti che avevano avuto il coraggio, o per meglio dire, l'ardire di sedersi nei tavolini più vicini al gruppo che stava suonando in quel momento.

Gli anni trenta erano da qualche tempo iniziati e la malavita, per quanto la polizia si ostinasse a sradicarla dalle strade di New York, non vi era ancora riuscita, anche per via delle mazzette che alcuni malavitosi sborsavano per non essere arrestati.

I clienti più assidui di quel locale erano proprio questi delinquenti, che con le loro rivoltelle dentro le fondine ascellari, stavano nelle zone più buie del locale a trafficare gli alcolici che ormai stavano diventando una rarità in quei locali che erano per persone per bene, ma non lì, dove dietro ad uno scomparto segreto, nascosto dietro il tavolino occupato dal proprietario del locale, vi stava una porta che conduceva ad una distilleria illegale. Il barman vi passava ogni tanto quando la persona giusta gli chiedeva un bicchiere di qualcosa di più forte dello sciroppo per la tosse.

Le trombe del gruppo che stavano aspettando la loro star, suonavano un ritornello orecchiabile, mentre al pianoforte un ragazzo improvvisava, seguendoli con dita agili che premevano sui tasti bianchi e neri, un sassofonista di colore risaltava fra loro e molti occhi erano rivolti a lui, sguardi sprezzanti venivano lanciati, ma il proprietario aveva messo un veto su quell'uomo.

Se qualcuno avesse provato a toccarlo, le pistole sarebbero state estratte e fatte detonare contro le fronti degli sventurati che avevano osato contraddire quell'uomo fin troppo potente.

Strano quel malavitoso, non accettava che violenze e atti persecutori nel suo locale, anche se era il primo a compiere tali atti. Tutto ciò che era suo era off limits agli altri, compreso il bel ragazzo fasciato in abito di velluto color argento.

All'arrivo di quel giovane, la musica era calata gradualmente fino a portare il silenzio nella sala, facendo sollevare gli occhi dei clienti dai loro ospiti, verso il bel ragazzo che con movimenti fluidi si portava al centro del palco.

L'abito che indossava lasciava scoperta interamente la schiena, facendo vedere a tutti le belle lentiggini che coloravano la pelle di porcellana, i capelli corti di un bel verde bosco, erano arricciati in onde morbide e bel definite che incorniciavano un volto rotondo, infantile, dove un paio di labbra voluttuose colorate di rosso risaltavano come fiamme ardenti e gli occhi del più bel color smeraldo mai visto, incantavano chiunque fissassero.

Era il preferito del boss che si era stato affascinato dalla sua bellezza, ma ancor di più dalla sua voce che lo trafiggeva ogni volta che il ragazzo cantava.

Come quella sera, il contrabbasso inizio a produrre il suo suono basso, seguito subito a ruota dal pianoforte e la tromba, creando una melodia sensuale e come se l'inizio della canzone fosse stato un segnale per solo gli addetti, setto o otto ragazze in abiti succinti e scollature profonde, iniziarono a circolare per la sala, cercando di incrociare lo sguardo con qualche cliente che quella sera aveva bisogno di una compagnia speciale.

«Hai avuto un sacco di soldi nel 1922. Hai lasciato che altre donne ti prendessero in giro.» iniziò a cantare il giovane, muovendo la gamba e facendo vedere che il vestito lungo era dotato di uno spacco vertiginoso, mostrando una gamba fasciata in una calza trasparente, che sembrava appartenere molto più ad una ragazza, «Perché non lo fai bene, come fanno alcuni uomini?»

Gli occhi di tutti lasciarono i bei corpi delle prostitute per fissare il cantante che ancheggiava a ritmo con la musica.

Gli occhi di tutti lasciarono i bei corpi delle prostitute per fissare il cantante che ancheggiava a ritmo con la musica

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Get Out HereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora