| Eijiro Kirishima |

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Non scrivo one-shot da un sacco di tempo, siate buoni

Buona lettura~🧡

𓆝 𓆟 𓆞 𓆝 𓆟

Anime: Mha
Contenuti leggermente espliciti



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T/N POV

Un tuono mi risveglia da sogni turbolenti, ispirati all'umore del tempo ed al suono persistente della pioggia.
Gocce luccicanti costellano le porte a vetri. Filtrano una luce troppo fioca per essere mattina.

Il display segna le 4.37.

Le coperte sono sgualcite, il letto è un disastro e il corpo rovente del mio partner mi impedisce di muovermi.
Ecco il motivo di tutto quel caldo.

Non ho neanche provato a muovermi, che la sua presa diventa più presente sui miei fianchi e la sua gola pronuncia mugolii gutturali e capricciosi.
Nemmeno un martello pneumatico sarebbe in grado di tirarmi fuori da qui.
Letteralmente.

«Il quirk dell'indurimento... che bella invenzione.» sussurro.

Più mi muovo, più le sue mani diventano avide del mio corpo, della proprietà che si è accaparrato durante la notte.
È peggio delle sabbie mobili.

I suoi muscoli mi cingono la vita, il suo viso addormentato è proprio di fianco al mio, coperto in parte dai suoi capelli eccentrici.
La sua bellezza inerte risveglia in me un turbine di sentimenti contrastanti.

Eravamo stati chiari: soltanto piacere fisico.
Divertente.
Era mia quella regola, insieme alla numero tre: "Non parlare a nessuno delle nostre attività ricreative".
Diciamo che chiedere a Momo come affrontare la situazione non è stata una grande idea; mi ha triplicato i dubbi ed aggiunto paranoie alle quali non ero preparata.

Avevo un solo obbiettivo oggi: chiudere.
Ma una volta varcata la soglia di casa sua non mi ha neanche fatto iniziare a parlare.
Si è scagliato contro di me con quella sua solita passione irrefrenabile ed ingorda, sottraendomi il respiro e qualunque freno inibitore che avrebbe potuto salvarmi dalle sue mani insaziabili.

«Mi sei mancata.» mi ha sussurrato, mentre la parete bianca dell'ingresso veniva a contatto con la mia schiena, spinta dal suo corpo incollato al mio.

"Mi sei mancato anche tu." avrei voluto dire, ma la mancanza d'aria che mi stava provocando quel contatto mi ha impedito di proferire parola.

Poi non ricordo come siamo arrivati in camera.
Rammento solo l'immensa differenza tra la durezza della parete e la morbidezza del suo materasso.
Il bacio languido che ci stavamo scambiando aveva acceso una scintilla, che ormai non potevo più spegnere, nonostante tra le mie tempie fosse in atto un piano per fermare quella situazione, tutto il resto del mio corpo giaceva inerme sotto di lui.

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