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ꕥ
In elicottero i miei pensieri sono sempre più piccoli di quello che sembrano, rispetto a quando ho i piedi per terra. C'è una quiete invidiabile, mentre dal finestrino osservo un panorama che fa sembrare tutto insignificante. Che mi fa sentire piccola piccola. Mi distoglie da tutto. Anche dal caos che mi aspetta quando scenderò da qui.
Un caos alla seconda.
Due sguardi color fuoco mi aspettano a casa. Quattro mani ingorde non vedono l'ora di possedermi, ed io continuo a pensare che tutto questo non sia normale.
«È amore... non c'è nulla di più facile.» questo me l'ha detto Eijiro, durante una notte piovosa.
«Non mi sembra facile.» ricordo di aver risposto, mentre il respiro caldo di Katsuki, dormiente alle mie spalle, si infrangeva sul mio collo e le sue braccia mi stringevano come se fossi sua.
Mi sentivo sua. Mi sento sua.
«Lo è invece. Hai solo più lavoro da fare.» rise in quell'occasione, sdraiato davanti a me.
Anche le sue braccia mi stringevano, ma quella morsa non mi soffocava. Era un tocco gentile, misurato. Ed il suo sorriso era dolce e così rassicurante... pendevo dalle sue labbra.
Red Riot mi ipnotizzava.
«Mi pare che abbiamo già abbastanza lavoro da fare tutti e tre.» sospirai. «Già essere Pro Hero è difficile... avere anche una relazione a tre significa complicarsi l'esistenza.»
«Cristo, quanto ti lamenti.» Katsuki mi aveva fatta spaventare.
«Sei sveglio quindi.»
«Sono sveglio.» le sue braccia incollarono ancora di più la mia schiena al suo petto. Di riflesso Eijiro si avvicinò a me, come se non volesse lasciargli tutto il divertimento. «Smettila di lamentarti ed accetta questa situazione. Noi l'abbiamo fatto.»
«Mi sembra comunque sbagliato.»
«Sono innamorato di te, cazzo.» imprecò, alzando la voce. «Ed anche questo stronzo lo è.» sentì i loro sguardi incastrarsi. Era come se, per un attimo, fulmini li avessero uniti.
