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ꕥ
La scuola è deserta.
La classe è deserta.
La penna scivola lentamente sul foglio, mentre cerco di terminare l'ennesimo compito che mi ha assegnato quell'insegnante che sembra godere nel riempirci di lavoro, ma la mia mente è altrove.
La mia mente è sempre lì.
Alto, biondo e con quell'aria di superiorità che mi fa venire voglia di lanciargli qualcosa in testa. Eppure... è intelligente. E questo mi irrita ancora di più, perché non posso ignorare il fatto che sia brillante, anche se è insopportabile.
«Ancora qui?»
Alzo gli occhi e lo vedo, appoggiato alla porta con quell'espressione strafottente che gli è così congeniale.
«Qualcuno deve pur finire i compiti.» rispondo, cercando di mantenere la calma. Non sono molto brava a mantenere la calma. «Non tutti possono permettersi di essere geni come te e passare tutto il giorno in palestra.»
Sorride. «Non è colpa mia se alcuni ci mettono più tempo a capire le cose.» dice con un tono che riesce a essere sia scherzoso che insultante allo stesso tempo.
«Sai, Tsukishima, a volte penso che tu ti diverta solo a provocarmi» dico e spero che la mia voce suoni più tagliente di quanto mi sento in realtà.
«Oh, ma mi hai scoperto.» risponde con una finta espressione di sorpresa, avvicinandosi. «Ma non direi proprio che è solo per provocarti. Mi piace vedere quanto tempo ci metti a rispondere alle mie provocazioni.»
«Sei un vero stronzo, Tsukishima. Ora, se non ti dispiace, ho del lavoro da fare.»
«Ah, ma certo, non voglio trattenerti.» ovviamente non si muove. Si siede davanti a me, appoggiando le braccia allo schienale della sedia. «Quindi, hai pensato a cosa fare per il progetto di scienze?»
Cerco di ignorare il suo sguardo, ma è difficile.
«Sto ancora decidendo. E tu?» so già che mi pentirò di questa domanda.
«L'ho già finito.» risponde con un sorrisetto. «Ma, se hai bisogno di aiuto, sai dove trovarmi.»
«Non esiterò a chiedere.» dico ironica.
Lui ride, un suono leggero e vagamente divertito. «Non essere così orgogliosa. Siamo nella stessa classe, dopotutto. Dovremmo collaborare, non pensi?»
