| Ryomen Sukuna |

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Anime: Jujutsu Kaisen
Rating: leggermente esplicito
Contenuti: rapimento, amore malato







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Se solo potessi sentirmi.
Se solo sapessi cosa mi passa per la testa ogni volta che ti guardo. Ma forse è meglio così.
Forse ti sto parlando solo per placare quel leggero fastidio che ancora mi tormenta, quel prurito di doverti spiegare il perché, anche se non ti devo nulla.

Però voglio farlo.

Voglio che tu capisca.

Sai chi sono. Il mio nome è conosciuto da chiunque. Sono l'assassino che ha sparso morte e terrore per secoli. Non c'è vita che non abbia strappato senza un briciolo di rimorso, senza una scintilla di esitazione.
Uccido per voglia, semplicemente perché posso. Potrei dire che è il mio destino, ma non mentirò: lo faccio perché mi diverte.
Mi piace sentire la carne lacerarsi sotto la mia mano, vedere la paura scorrere negli occhi della vittima di turno.
Non ho mai conosciuto altro. Fino a te.

Te lo ricordi? Quel giorno, il primo incontro.

Tu eri solo una tra i tanti cacciatori che mi davano la caccia, così patetici nella loro convinzione di potermi fermare.
Mi sono sempre chiesto perché vi sforzaste tanto, sapendo che non avreste mai avuto una possibilità.
Ma tu... tu eri diversa.
Nei tuoi occhi c'era una scintilla, un odio così puro che quasi mi incuriosì... ed ovviamente non mi sbagliavo a pensarla così.
Mi hai colpito. Più volte.
Sei stata la prima a farmi sanguinare in secoli.

Una sciocchezza, certo, ma una sciocchezza che non potevo ignorare.

E lì è nata quella sensazione che non riuscivo a scrollarmi di dosso: la voglia di averti, di stringerti, di fare di te qualcosa di mio.

«Questo è il momento in cui dovrei tremare di paura, vero? Mi dispiace, ma non posso far altro che godere di questo.» il sudore ti scorreva sulla fronte, il corpo teso, ma c'era una scintilla feroce nei tuoi occhi. Guardavi il sangue che colava dalla mia ferita con uno sguardo che io conoscevo fin troppo bene. Perché era uguale al mio.

Mi divertivi. Mi piaceva quello che stavo guardando. «Lo sapevo. È liberatorio sentirlo ammettere. Quel calore che senti ogni volta che brandisci una spada... quel brivido di potere.»

Non mi lasciasti finire, che già scattasti verso di me. Fendenti mi colpirono, ma non arretrai.
I miei occhi bruciavano di ammirazione e piacere.

«Sì, continua così. È questo che voglio. Sentire la tua voglia, il tuo desiderio di distruggere. Puoi continuare a mentire a te stessa, ma a me non puoi nasconderlo.» la mia voce si fece più bassa, un sussurro che ti faceva vibrare ogni fibra. «Alla fine, cederai. E sarà il momento in cui capirai che non sei mai stata più viva.»

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