LAUREN'S POV
Lasciare o no quel luogo? Dinah continuava a gridare e minacciarmi. Ero indecisa sul da farsi. Non avevo forze per scendere fino laggiù, ma non potevo rimanere lì. Dovevo decidere in fretta prima che Camila arrivasse e scoprisse Dinah. Di certo sarebbe stato molto pericoloso. Il pensiero di non poter sfiorare le sue labbra, di sentire la sua lingua percorrermi tutto il collo mi rendeva confusa. Poi arrivai ad un conclusione: quando ci saremmo riviste di nuovo, la voglia di provare piacere sarà molto più intesa delle altre volte. Afferrai la corda, mentre Dinah m'incitava a continuare. Mi arrampicai, spostai la mia gamba fuori dalla finestra e a causa della mia debolezza, poiché non mangiavo da molto tempo e il mio stomaco ne risentiva, chiusi gli occhi e iniziai ad avere le vertigini che mi costrinsero ad attaccarmi alla maniglia delle finestra. Dinah riuscì a farmi tranquillizzare con le sue parole. Aprii gli occhi e l'unica cosa che mi rimaneva da fare era buttarmi a peso morto verso Dinah. Ella è altissima, robusta e muscolosa, quindi non ci sarebbero stati problemi se avessi preferito buttarmi su di lei. Mollai la presa, pensavo stessi per morire. Le braccia di Dinah riuscirono ad afferrarmi, provocandomi però un piccolo dolore al naso. Mi uscì del sangue, ma non era questo il problema. Dovevamo andare via da lì subito, prima che diventasse pericoloso.
- Laurè, come stai? - disse Dinah, correndo affianco a me.
- Non, non riesco a parlare, ti..ti racconto dopo. - feci un segno con la mano che indicava un okay.
Lei mi accarezzò la spalla e ci dirigemmo verso l'uscita del territorio dei Cabello.
- Merda - imprecai quando vidi davanti all'uscite tre uomini che armeggiavano con i fucili.
- Come cazzo facciamo ora? - disse Dinah, osservando i tre e cercando di trovare qualche via d'uscita.- Dovremmo aspettare credo - dissi, sconfitta ed esausta.
L'unica possibilità era quella di rimanere là nascoste ad aspettare che quei tre uomini andassero via. Mi appoggiai sul muro, cercando di riposarmi.
Un pensiero mi attraversò la mente. E quando Camila tornerà e scoprirà la mia assenza? Quale sarà la sua reazione? Iniziai a sorridere e ad immaginare tutte le sue possibili reazioni.
Poi il cuore aumentò il suo battito. Ripensai a quel giorno.
FLASHBACK
Camila mi abbandonò, lasciandomi con solo con un bacio. Presi la pistola che si trovare a terra, mi sciacquai la faccia e osservai attentamente il mio riflesso. Ero cambiata, ero diventata una donna, almeno credo. Ero cresciuta. Le responsabilità che mi stavo assumendo erano troppe, ma ciò non mi faceva cambiare idea di abbandonare il Clan. Dopo i miei giri con la droga, era palese che io avrei scelto questa via. La mia vita girava solo su questo. Fino a quando, dopo essermi portata a letto un mafioso, cosa a me sconosciuta, capii che da quel giorno lo sarei stata anch'io. Ero orfana. Mio padre morì quando avevo solo tre anni e mia madre, non sapendo come continuare, mi abbandonò in mezzo ad una strada. Tutti i miei ricordi sono offuscati. Riesco a ricordare solo alcune parti. Il mio capo, ossia anche Sindaco delle Hawaii, era un mafioso. Mi riteneva sua figlia, infatti mi portava sempre con lui ad ogni conferenza stampa. Quando incrociai gli occhi di Camila, il mio petto iniziò a farsi del male, ad aumentare il battito. Volevo farla mia in quel momento e rimasi sorpresa di quel pensiero. Ricordo le sue labbra, le sua mani, la sua lingua sinuosa sulla mia. Ricordo bene tutto. Ma io in quella sfida avevo perso. Si, avevo perso mio fratello, anzi per meglio dire, il mio fratellastro era stato rapito da lui e mio 'padre' era morto. Ora io dovevo prendere il controllo di tutto. Dovevo essere io a provocare tragedie. Entrò William, accompagnato da un occhio nero.
- Lauren, finalmente ti ho trovata - si accasciò per terra, sostenendo la sua testa sulle mani.
- Hanno preso Jamie, come cazzo faremo ora? - disse, tutto d'un fiato.Lo sapevo. Maledetta Camila e le sue curve perfette. Jamie era solo un bambino di sette anni. Maledetta io, quel bacio, tutto quello che la mia mente potesse collegare a Camila.
Risi così forte da sembrare quasi indemoniata. Camila, mi hai lanciato questa sfida? Accetto.
Mi voltai verso il volto di Williaw. Era così bello, occhi verdi, quasi azzurri e capelli chiari e ricci.
- William, scusami per quello che sto facendo adesso, ma ne ho completamente bisogno. Mi fiondai sulle sue labbra, in preda alla collera. Lui ricambiò senza indugiare e appoggiò le sue mani sui miei seni, palpandoli e stringendoli.Mi misi sopra di lui, strisciandomi, mettendo a contatto le nostra parti intime e continuando così fino a quando sentimmo le sirene della polizia e dopo un ultima spinta, lo presi per la mano e scappammo via, utilizzando una delle tante vie di fuga che io e il mio padre, ormai defunto, decidemmo di costruire nel caso in cui sarebbe successo qualcosa di grave.
Dovetti cambiare identità e fuggire, per poi ritornare nuovamente.
Passarono anni, mentre Jamie era ancora nascosto. Il mio obbiettivo era quello di riprendere il bambino e dominare tutto il territorio.
FINE FLASHBACK
Ritornata alla realtà, mi accorsi che ormai la Luna si trovava al centro del cielo e illuminava tutto il territorio. Mi voltai verso una Dinah immersa nel sonno. E MENOMALE CHE NON RUSSAVA! Iniziai a stuzzicare il suo orecchio con le mani per provocarle un leggero solletico, ma lei resisteva. Decisi di usare le maniere forti. Ero indecisa se morderlo o tirarglielo.Optai per quella meno disgustosa.
-Dinah, lo faccio solo perché dobbiamo andare - sussurrai accanto il suo orecchio per poi prenderlo e tirarlo così forte da ritrovarmi una sua mano sul mio viso.
-Ma che sei impazzita?! - urlò Dinah, ma moderando la voce, ricordando dove si trovava.
-Esiste questa probabilità - risi alla mia battuta che naturalmente una mano sulla fronte di Dinah fu la sua unica reazione.
-Sei molto tranquilla, Lauren.. che mi nascondi? - disse Dinah improvvisamente, alzando un sopracciglio e scrutandomi dalla testa fino ai piedi.Sai Dinah.. Camila mi tortura con quelle labbre che io... beh, tutto sommato va tutto a gonfie vele.
Non le risposi. Le diedi una pacca nella spalla e la incitai a proseguire lentamente verso l'uscita dell'appartamento visto che ormai era sprovvisto di uomini dotati di fucili. Arrivate nell'appartamento, l'unica che feci fu quella di svuotare tutto in frigo. Non impiegai molto tempo e inoltre sentivo il mio corpo bruciare sotto gli occhi di Dinah. Sapevo che quando mi sarei ripresa, sarei stata sottoposta a tutte le sue domande.
- Ma che cazzo di odore c'è dentro questa casa? - disse Normani, entrando con le mani nel naso per impedire di odorare ancora.In effetti non avevo un buon odore. Da quando ero stata rinchiusa lì - più di una settimana o forse due? avevo perso il conto - portavo gli stessi vestiti della in cui mi avevo rapita. I miei capelli erano sfibrati e rinsecchiti; avevo una corona di ciocche sparate e ingovernabili, una cresta dura che sembrava quella di un pappagallo. Non mi guardavo allo specchio da tempo, ma immaginai che sul mio viso ci fosse una sfumatura di viola: quello dei lividi.
Sì, avevo bisogno di un bagno. E di un cambio di vestiti, perché valesse la pena di lavarmi. Dinah, osservandomi e notando la mia faccia imbarazzata, mi propose di indossare suoi, mentre i miei asciugavano. Alla fine rimedia una camicia di flanella, vecchia ma pulita, con le maniche strappate e un paio di pantaloni della tuta tagliati al ginocchio, scoloriti.
Ecco il capitolo, grazie mille per le tantissime visualizzazioni.
Fatemi sapere se vi piace :)
prossimo capitolo a 600 visite e 25 voti, vvb tutti.
STAI LEGGENDO
One Last Time - Camren
Fiksi PenggemarL'universo ti darà comunque persone d'amare e poi lascerà che ti scivolino tra le dita come acqua. Come può celarsi il diavolo dietro qualcuno che somiglia a così tanto ad un angelo quando sorride?