Ventisei

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Secondo giorno divisi.

MICOL

Dopo una lunga mattinata passata a lezione, decido che è arrivato il momento di distrarmi. La cucina è libera, ma io non ho fame. Ho solo voglia di cucinare. Preparo così una torta. Cucinare mi aiuta a non pensare.

"Perché stai cucinando?" mi domanda Kumo, mentre guarda la torta che prende forma.

"È un modo per sfogarmi", rispondo.
"Cucinare aiuta a rilassarmi", ammetto. Lui mi sorride e si avvicina me. Mi lascia un bacio sulla guancia poi esce in cortile per raggiungere gli altri ballerini.

Quando inforno la torta metto il timer e li raggiungo, mi siedo sulla panchina accanto a Simone, ma poco dopo vengono richiamati sulle scalinate. Io, curiosa, mi metto in un angolo. C'è un compito per Nicholas da parte di Raimondo.

"Ciao Nicholas, fino ad ora sono stato a guardare le tue esibizioni e i tuoi compiti cercando di scorgere qualcosa che mi potesse essere d'aiuto per la tua danza, ma ogni singola volta vedo che ti impegni con scarsi risultati e con un movimento troppo debole e poco personale che fa acqua da tutte le parti. Mi piace la tua grande voglia di danzare ma in questo momento per me non basta. Sono qui per assegnarti una coreografia sulla disciplina hip hop per vedere se riesci a renderlo più urban. Senza farlo diventare una copia originale e senza cadere nel solito movimento basico. Buon lavoro", legge a voce alta.

"Loro si aspettano che io in un mese possa apprendere quello che gli altri ragazzi hanno appreso in tre o quattro anni, mi sembra assurdo. Penso che se il mio livello non fosse abbastanza alto per stare qua in ogni tipologia di classifica io sarei arrivato ultimo. Ci sono state delle situazioni in cui sono arrivato addirittura terzo; quindi, il mio livello non è tanto inferiore a quello degli altri. Qua dentro c'è gente che mi stima a livello di danza e chi invece dà ragione a loro, ma posso dire? Mi interessa ben poco. Da quando sono qua ho sempre fatto compiti che mi hanno sminuito" non ha torto, penso tra me e me. Lui va a parlare con Raimondo mentre i ragazzi escono fuori.

Prima di uscire con loro, controllo la torta. Ancora è presto.

Mi siedo sulla panchina, rannicchiata perché fa freddo.

"A che pensi?" domanda Simone a Kumo.

"Penso al compito di Nicholas.Per me non dovrebbe farlo", inizia a spiegare. "Non ha il fisico adatto per l'hip hop. So che fuori se si mette a studiare può diventare una bestia, ma il problema suo è che è enorme e quindi deve avere maggiore consapevolezza nel ballare. Purtroppo, a 22 anni ha poca consapevolezza del suo corpo e penso che lo sappia anche lui. Sarò cattivo, ma secondo me è l'unica che può fare al di fuori, è l'ultima cosa che ha fatto con Elena. È difficile che qui entro abbia margine di miglioramento. O lo fa subito o è meglio che lo mandino in sfida. Io lo stimo a livelli enormi, ma sbaglia ad accettare tutti i compiti. La cosa che mi dispiace è che con il passare del tempo si vede che si sta spegnendo. Secondo me prima o poi cederà e gli arriverà la batosta più grande. Qui ognuno ha il suo punto forte, lui no", queste parole sono durissime, sospiro, e torno a vedere la torta. Non mi va di discutere con lui, ora. Ho già i miei pensieri per la mente. Infatti, proprio mentre io controllo la torta Nicholas torna e parte una vera e propria discussione.

La torta è pronta, prendo un foglio e una biro e scrivo sopra" Buon dolce, amici", con tanto di cuore.

Vado fuori di nuovo e la discussione è abbastanza accesa.

Tornano in casetta anche Mew e Holden che erano a lezione. Non ci parliamo dalla nostra litigata.

"Cosa succede?" mi domanda Mew. Holden invece si accende una sigaretta.

"Discutono sul compito dato a Nicholas da parte di Emanuel lo" Mew mi fa cenno di entrare. La seguo.

"Come stai dopo la discussione con Holden?" Mi chiede Mew.

Sospiro, mentre guardo fuori in cortile, lui che fuma è tutto serio mentre i due suoi grandi amici discutono. "Sto un po' così, Mew", rispondo.

"Quando pensi di chiarire con lui?" chiede delicatamente. Mi mordo l'interno della guancia, pensierosa. "Ho bisogno di tempo", dico infine. "Ho bisogno di capire cosa sento veramente", rispondo sospirando. "Per ora solo rabbia e tristezza." Mew mi guarda, con un'espressione di comprensione sul volto.

"Cosa faresti al mio posto?" le chiedo, in seguito.

"Penso che farei la stessa cosa. Prenderei il mio tempo per capire i miei sentimenti e poi parlerei con lui quando mi sento pronta. Io sono una vostra fan, ma ha sbagliato a mentirti ed è giusto che capisca", mi dà pacca amichevole sulla spalla.

Sorrido a Mew, grata per il suo sostegno. "Grazie, Mew. Mi aiuti davvero tanto", ed è vero.

Io e lei ci siamo perse di vista inizialmente, ma in questi giorni stiamo legando più di prima.

HOLDEN

Dopo la discussione, Kumo raggiunge il cortile sul retro. Lo seguo, pensa che lui stesso sia una brutta persona e tutto questo genere di cose.

"Kumo, non devi sentirti giù. Hai espresso solo un parere, forse in maniera sbagliata. Dovevi essere più carino nei modi e non dovevi parlare alle spalle", gli consiglio.

I suoi occhi riflettono un misto di rimorso e determinazione. "Hai ragione Holden. Avrei dovuto essere più attento con le mie parole. Non era mia intenzione ferire Nicholas."

Annuisco, apprezzando l'onestà di Kumo. "Tutti commettiamo errori, Kumo. L'importante è imparare da essi."

"Stai parlando di ciò che è successo con Micol?" chiede, con tono giocoso nella sua voce.

"Sì, può essere", risponde. "L'esperienza aiuta. . . Non ci parliamo da due giorni, ma la sua freddezza in fondo me la merito", ammetto sospirando.

"A volte, le lezioni più difficili sono quelle che ci insegnano di più."

Continuiamo a parlare del più e del meno finché non rientriamo in casetta. 

Dimmi che non è un addio [Holden]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora