NON FINISCE QUI

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La vera felicità
è qualcosa
di molto vicina alla tristezza
(Charlie Chaplin)

LUNA

L'unica cosa che fa rumore in questa stanza in quest'istante, è la sveglia.

È già ora di svegliarsi? La notte dura cinque minuti per caso?Un giorno in cui riesco a dormire un poco...

Spengo la sveglia invogliata di alzarmi dal mio morbido letto, mugugnando e lamentarmi di già per la giornata che non ho neancora vissuto.
Dopo uno stiracchiamento dei muscoli, durato cinque minuti, mi decido di alzarmi dal letto per fiondarmi in bagno.

L'unico posto in cui ci vado senza lamentarmi a quanto pare.

Solo ora noto che è occupato.

Maledetta a te Summer che ti svegli alle cinque solo per occupare il bagno per un'ora intera per truccarti!

Sbuffo infastidita e poggio la schiena contro la porta del bagno e aspetto che mia sorella abbia la decenza di uscire.
Aspetto minuti e minuti, fino a quando non esce da quel fottuto bagno, per poi fiondarmici velocemente.

Cazzo, mi stavo pisciando addosso!

Faccio i bisogni primari della vita, e mi preparo il minimo indispensabile per essere decente. Sciacquata alla faccia(per darmi una svegliata), deodorante, lavaggio accurato dei denti.
Basta.

Esco dal bagno e vado a vestirmi in camera mia.
Soliti vestiti: maglia nera tre volte me, jeans strappati dello stesso colore.
Il mio mood di vita in dei vestiti.

Prendo lo zaino e vado in cucina e lo poso per terra, il tempo che mi mangio una cosa piccola e prendo una merenda che poi me ne vado a scuola.
Dalla dispensa trovo dei Kinder cards e... Perché non mangiarli.
Scarto il pacchetto e ne mangio due per poi metternr tre nella mia tasca della merenda.

L'unica cosa che mangio senza problemi.

Noto la presenza di Summer in cucina prepararsi una tazza di caffè e salutarmi.

《 Giorno 》Dico quasi fossi obbligata a dirlo e Summer si intristisce.

Mi dispiace...

La ignoro, prendendo il mio zaino in spalla, e smammo dalla cucina.

《 Luna non è un po' troppo presto per andare a scuola ora? 》Mi chiede lei dalla cucina.
《 Non importa 》 Rispondo afferrando il mio skateboard nero con delle scritte in rosa del tipo: "Buongiorno un cazzo".

Sento che sta per dire altro, ma non le do il tempo, apro la porta di casa e me ne esco di fretta, mi aziono per andare a scuola a bordo del mio skateboard.

Siamo a Novembre e fa piuttosto freddo, più la velocità in cui vado in skateboard... Mi beccherò la polmonite.

Giro l'angolo, posando il piede destro giù dallo skateboard, dandomi una spinta e poi rimetterlo su.

Come farò a sopportare un'altra giornata scolastica, non lo so.
So solo che non c'è la faccio solo al pensiero.

Mi fisso intorno osservando la serie di case una accanto all'altra, tutte ad un piano e con dei giardini accurati e le stradine con poche auto.

Santa Clarita, per specificare nella comunità di Valencia, nel quartiere che nessuno mai si ricorda il nome: Bungalow... dove vivo io.
Un posto tranquillo, con case tutte uguali, l'unica cosa che ci differenzia dalle altre comunità è il centro commerciale attaccato al culo.

MY DILEMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora