AFFARE FATTO

90 32 84
                                    

Sono un disastro e tu il mio dilemma.
Non siamo così diversi infondo...

LUNA

Dove sono?
Mi trovo in un luogo tutto nero che mi trasmette paura, non sono mai stata spaventata da un luogo oscuro.
Giro su me stessa cercando di capire dove mi trovo, ma sembra non abbia un inizio una fine, tutto nero e con niente intorno.
Mi tremano le gambe e mi sento improvvisamente debole, le mani sono piene di tagli e noto di avere i vestiti strappati. Il cuore mi batte all'impazzata, sento che sverrò a momenti se il mio respiro rimane ansante come adesso.
Mi inginocchio cadendo giù, non riesco ad alzarmi, mi sento come se la forza di gravità mi stia appicicando al terreno.
Trovo un volante distrutto a metà dinanzi a me.
In un'attimo le mie guancie diventano bagnate, lacrime che scendono senza sosta, non riuscivo ad averne il controllo.
Con una mano riesco a toccare il volante, le mie dita tremano e non smettono di fare ciò, tante emozioni contrastanti che mi stavano uccidendo lentamente.

《 È tutta colpa mia, ti prego scusami! 》 Urlo io, presa dall'angoscia e la frustrazione.

Apro gli occhi, improvvisamente, e noto di non essere più in un posto tutto nero, ma in camera mia, sul mio letto.
Mi metto seduta e cerco di trattenere i singhiozzi che fuoriescono dalla mia bocca.

Sono tutta sudata e ho le lacrime che fuoriescono dai occhi.

Mi affretto ad asciugarmi le lacrime e controllare i tremolii che mi stanno devastando.

《 Luna? 》

Papà.

Giro il viso lentamente verso lo stipite della porta, trovo mio padre in piedi stante con le braccia lungo i fianchi rigide, e i suoi occhi piantati nei miei.
Si stacca dallo stipite e si avvicina cautamente a me, come se fossi un cucciolo indifeso davanti a un lupo cattivo e spaventoso, e si siede davanti a me sul mio letto facendolo scricchiolare un poco.

I suoi occhi mostrano tutta la sofferenza che prova per me e... Per lei.
Un uomo che cerca di dimostrarsi forte con tutti, ma che molla le sue difese davanti al dolore più forte.
La perdita di qualcuno.

Le sue mani cercano le mie e le trovano, le mie mani si ribellano, ma l'amore parterno vince contro l'indifferenza fasulla. La sua presa mi dice tutto quello che non riescono a dire le sue labbra.
Ti voglio anch'io bene...

《 Mi dispiace vederti così. Luna è troppo, mi sembra di aver perso non solo mia moglie ma anche mia figlia 》 Mi comunica, con voce rauca e soffocata da alcuni singhiozzi.
Non l'ho più visto piangere dal funerale di mamma...

Mi sconvolgo a vedere le lacrime scorrere sulle sue guancie, bagnando il viso diafano come il mio, con i suoi occhi piantati nei miei angosciati, feriti dal mondo e dalla vita.
Mi sembra di aver perso la capacità di parlare. Non riesco neanche a fissarlo negli occhi e farli capire che mi sento una merda, che sono la figlia peggiore mai esistita, ma... Non riesco, è troppo difficile.
Una sua mano lascia la mia finendo sul mio viso e accarezzandone una guancia dolcemente, seguito da uno sguardo tenero che mi strappa il cuore dal senso di colpa.

《 Quando eri piccola avevi paura di dormire da sola quando c'era brutto tempo, con le tempeste, la pioggia forte... 》Continua addolcendo sempre di più la voce《 Venivi sempre nel bel mezzo della notte nel nostro letto e ti mettevi in mezzo a noi. Dormivi beatamente, avevi la faccia di un angioletto... 》

Mi ricordo tutto.
Ho continuano a sgataiolare da camera mia fino a otto anni, e se potessi ritornare indietro, lo rifarei ancora, persino ora che di anni ne ho diciasette.
Sento un groppo di lacrime in gola che minaccia di far crollare tutti i miei muri difensivi.

MY DILEMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora