5. Lisa, la mia insegnante di lingua Italiana.

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Un mese dopo il nostro arrivo in Calabria, la zia si era messa a spulciare sul web e aveva trovato un'inserzione di una ragazza, Lisa, che frequentava Lettere all'università di Catanzaro, in cerca di una camera e, pensandoci bene decise di darle la sua ospitalità in cambio di lezioni private di italiano per me e la mamma, in questo modo lei avrebbe risparmiato sui costi per l'affitto della stanza e noi avremmo potuto imparare la lingua, era molto importante per me, ci tenevo troppo. Zia decise di scriverle una mail e il giorno dopo si presentò a casa e si accordarono. Alla ragazza piacque molto l'idea e dopo una settimana si trasferì da noi.

Appena la vidi, mi fece subito simpatia, molto carina con le lentiggini sul naso.
Con la zia si erano messe d'accordo, lasciandole le domeniche libere per fare quello che desiderava pur di aiutarci durante la settimana dopo aver studiato per i suoi esami.

In passato i miei zii avevano ospitato una famiglia di emigrati come noi per qualche mese ma poi riuscirono a trovare lavoro al nord e si sono trasferiti, non hanno mai smesso di sentirsi al telefono e ogni tanto trovano il tempo per farsi visita reciprocamente.

Iniziammo con le prime lezioni, ero così contenta da non riuscire a contenermi. La prima cosa che studiammo furono i pronomi personali, i nomi degli oggetti, verbi e molto altro. Mia cugina stava insieme a noi per darci una mano, mia mamma era sempre impaurita, si sentiva continuamente sotto esame e allora Lisa chiese alla zia se in casa si potesse parlare sempre in italiano, così avremmo fatto un continuo studio e ripasso senza dimenticare nulla.

Man mano, le lezioni diventarono più complesse, di notte sognavo gli articoli, gli avverbi, a volte facevo proprio incubi.

Mio fratello Ismael, aveva iniziato l'asilo, lui a differenza nostra apprese immediatamente, d'altronde la mente dei bambini è come una spugna, assorbe tutto ciò che ascolta e addirittura ci prendeva in giro per essere riuscito a imparare parole d'italiano molto più in fretta di noi. All'inizio lui si sentiva a disagio in mezzo a tutti i bambini che parlavano la stessa lingua ma poco dopo riuscì a trovare il suo posto in quel mondo nuovo e i bambini con lui erano molto amorevoli...

Dopo qualche tempo di studio intenso, riuscivo a capire anche le amiche di mia cugina quando uscivamo insieme, non tutto ovviamente, in una frase capivo tre o quattro parole ma, immaginando il resto riuscivo a dare un senso alle loro frasi, ero al settimo cielo. Comprai anche un libro per esercitarmi quando Lisa doveva studiare, all'interno c'era un cd da ascoltare e poi trascrivere sul libro le parole, nei riquadri mancanti. Volevo ad ogni costo riuscire a frequentare la scuola primaria e per farlo, le lezioni con Lisa non bastavano, bisognava mettersi sotto tutti i giorni e studiare studiare studiare...

Erano trascorsi quattro mesi dal suo trasferimento, avevamo preso un pò di confidenza e allora un giorno le chiesi come mai non parlasse mai della sua famiglia, insomma non sapevamo nulla di lei, neanche se avesse fratelli o sorelle e volevo conoscerla un pò. La luce dei suoi occhi appariva spenta, volevo in qualche modo capirne il motivo. In lei vedevo il mio riflesso.

Appena le feci quella domanda, balzò dalla sedia sulla quale era seduta, quasi come se non avesse gradito.

<Perchè me lo chiedi? Mi domandò!

<Beh, non era mia intenzione infastidirti, le dissi! Mi ero solo chiesta come mai nessuno sia venuto a sapere come stai, se ti trovi bene qui con noi, cose così.

Ricordo che scoppiò in lacrime, mai e poi mai avrei voluto ferirla, non sapendo cosa dire l'abbracciai e cominciai a raccontarle la mia storia, il motivo per il quale ci trovavamo lì, volevo che si aprisse con me, non certo per impicciarmi ma era sempre triste, a volte con gli occhi persi nel vuoto, percepivo nell'aria che c'era qualcosa che non andava in lei e, sentivo il bisogno di doverla aiutare.

Iris - Storia Di Un FemminicidioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora