23. Il viaggio eterno.

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Era trascorso un anno dal mio funerale e quasi due dal mio omicidio.
Nell'arco di questo anno, ho avuto modo di riflettere a lungo. L'essersi risolto tutto, mi servii ad allontanare l'odio che fino ad allora avevo provato per il mondo intero.
Arrivai anche a estirpare il disprezzo radicato nei confronti di mio padre e di Angelo; quel disprezzo, che nella mia ferita anima, aveva trovato il fertilizzante perfetto per impiantarsi e proliferare.

All'inizio, non immaginavo fosse possibile e invece mi dovetti ricredere. Annabelle ebbe ragione nel dire che "il tempo è dalla nostra parte", un compagno di viaggio silenzioso, discreto, stimolante e maestro prudente. È accaduto tutto in modo graduale e oggi sono grata di queste mie nuove vesti. Il mio spirito si è elevato ed è evoluto. Anche le emozioni sono evolute, l'amore che provavamo sulla terra è mutato, ha assunto una forma e valore diversi. Niente è più come prima. Tutto viene vissuto molto intensamente e senza pretendere un ritorno. Ci si ama incondizionatamente tutti, senza distinzioni.

Ogni tanto torno sulla terra insieme alla piccola Ayla per osservare le nuove vite dei miei cari ma non mi presento mai durante le feste, perché è in quei momenti che soffrono maggiormente la mia assenza e, mi rattrista la loro infelicità.

I miei fratelli vivono tutti insieme alla mamma e Leonardo. Sono contenta che si siano ricongiunti e forse, per mia madre, il rendersi utile per i miei fratelli la sta aiutando molto, pian piano ha cominciato a riprendere peso. Anche lei alla fine è diventata cristiana per sentirmi più vicina, non l'avrei mai immaginato e creduto ma, i motivi che l'hanno spinta a farlo, ho realizzato che siano stati dettati dal suo cuore. A questo punto credo che pian piano convincerà anche i miei fratelli a farlo. Ismael molto probabilmente non se lo farà ripetere due volte, mi emulava sempre e mi ascoltava, forse mi vedeva come una guida, sicuramente si farà trovare pronto per quel momento.

Mia cugina, ancora oggi, piange almeno una volta al giorno ma pian piano si riprenderà, ne sono convinta. Ormai eravamo diventate sorelle e probabilmente per lei è ancora troppo presto per lasciarmi andare. Ha incominciato l'Università scegliendo l'indirizzo di studi che volevo frequentare io, studia le stelle, la vedo scrutare il cielo alla mia ricerca, sa che sono quassù, su quel cielo che d'estate ammiravamo incantate e senza riserve.

I miei suoceri si sono trasferiti definitivamente in Calabria per poter stare vicini al mio Liam che intanto frequenta un seminario, sogna di diventare un parroco per potere dare un senso a quanto accaduto. Ovviamente non avrei voluto che intraprendesse questo cammino, piuttosto avrei preferito che prima o poi si fosse sposato, avrebbe potuto avere tanti bambini che dall'alto avrei accudito e protetto.

Una volta aver scoperto chi fosse il complice di mio padre, mi sentivo in dovere di capire in quale circostanza avessero stretto amicizia.

Ho fatto un tuffo nel passato e mio padre, durante la mia ultima estate, si era recato in Calabria per conoscere la zona, come un semplice turista. Angelo, un pomeriggio, portò sua moglie e i due bambini a mare e mio padre si trovava a pochi metri di distanza da quella famigliola, all'epoca felice. La figlia minore di Angelo, si era tolta i braccioli e il salvagente, intenta a imparare a nuotare senza e, in quel brevissimo lasso di tempo è quasi annegata se non fosse stato per mio padre che, nel vedendola in difficoltà, si è precipitato in acqua per salvarla. Nessuno dei due genitori l'aveva vista, perché occupati a scambiare i saluti con alcuni parenti, scesi per le ferie. Mio padre per Angelo era diventato un eroe e, si sentiva in debito nei suoi confronti, nutriva una riconoscenza senza limiti, per questo motivo si è prestato in suo aiuto. Peccato che quella stessa bambina non potrà vederla crescere e diventare grande per via dei suoi errori.
Ora si attende di conoscere la data del processo ma ci vorrà ancora qualche mese, la polizia vuole condurre ulteriori indagini e non lasciare nulla al caso.
Non sarà semplice per la mia famiglia conoscere tutti i dettagli dell'uccisione e scoprire con quanto odio, è stato smembrato il mio corpo per occultarlo più facilmente: io quel giorno non ci sarò.
Non ho voluto neanche vedere quello scempio, eppure avrei potuto, non ho concluso del tutto il mio viaggio esplorativo; molto probabilmente non avrebbe fatto altro che alimentare un odio già eccessivamente potente, non mi andava di far ammalare ancor di più il mio spirito.
Ho sentito mio padre dire che avrebbe voluto uccidermi per far soffrire mia madre ma, l'aver trucidato la mia salma è stato un atto voluto per affermare ed esercitare il suo potere, elidendo quel che disprezzava.
Gli inquirenti, nonostante le molteplici ricerche, non sanno ancora che fine abbia fatto l'auto sulla quale è stato trasportato il mio cadavere a pezzi, e non credo che i colpevoli ammetteranno mai di averla incendiata e sotterrata nelle montagne dell'Apromonte. È molto distante dalla grotta, nella quale hanno recuperato Liam.

Iris - Storia Di Un FemminicidioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora