Party, e vino

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<<Quindi ora che si fà?>> chiese Celine

<<Tu cosa pensi di voler fare tesoruccio?>> rispose l'inglese

<<Non saprei, intanto beh, mi sento di ringraziarti per la promozione, senza una buona parola forse, avrei fatto un po di fatica>> disse lei

<<Non ti preoccupare, sicuramente sarai meglio del bruto di questa mattina.>> rispose l'inglese sorridendo

<<Ma se posso chiederti, quando siete usciti fuori che vi siete detti tu e Eugene?>> chiese lei incuriosita

<<Cose da ricchi tesoro>> rispose Will.

Celine sorrise ma, conoscendoli entrambi non si parlava di nulla di cosi noioso, ma in quel momento non importava, infondo in una serata con Wilson si era guadagnata una cena gratis e una promozione, e molto infondo stava iniziando anche a provare simpatia per quello con cui condivideva l'auto.

Wilson invece ripensava alle parole di Eugene, cosa provava per quella francesina carina che si stava portando in giro? Sicuramente non era amore, non gli si addiceva amare. Forse gli stava simpatica come una miriade di persone che conosceva.

<<Ti va di berci qualcosa a casa mia will?>> chiese lei

<<Se tuo padre non m'avvelena certo>> scherzò lui

Arrivati a casa di Celine dopo circa una ventina di minuti di musica e guida la porta s'apri, all'uscio c'era una donna che Wilson non aveva visto quando era andato a prenderla.

<<Wilson, lei è mia madre>>

<<Piacere, Wilson, l'amico ricco e inglese di Celine>>

<<Marinette, il piacere è tutto il mio allora>> rispose lei

I tre entrarono a casa, will e Celine si presero una bottiglia di vino da bere mentre Marinette scrutava il nuovo arrivato.

Si sedettero al tavolo e ovviamente iniziarono a fare quella conversazione molto vincolata al conoscere un po' l'altro, cioè Wilson

«Allora, cosa fai nella vita mister?» chiese Marinette

«Esisto Madame, lei invece?» rispose Wilson ridacchiando

«In tutta onestà?» chiese lei

«In tutta onestà » rispose Wilson

«Vivo liberamente perché so di potermelo permettere, forse voi ragazzi dovreste lavorare un po' di più in questa direzione» disse lei sorridendo e guardando Wilson

In quel momento nella stanza precipitò un silenzio quasi tombale mentre le parole di Marinette riecheggiavano nella mente di Wilson e forse anche di Celine.

D'un tratto l'inglese si alzò si tolse gli occhiali, che ovviamente erano in palette col completo, e disse:

«Sa, Madame é strano che parla di libertà soltanto ora. Non aveva avuto tempo per essere libera prima?»

«Hai un certo caratterino» disse Marinette stizzita

«É ereditato sà?» disse Wilson quasi per prenderla in giro

«Si? Da chi l'hai preso?»

Wilson si risedette al suo posto e guardó Celine, possibile che gli toccava aver a che fare con una personalità del genere? E anche che, due persone del genere potessero aver dato vita a una forma di vita così carina?

«L'ho preso da quei banchieri svizzeri che sono un po' dappertitto» disse lui ghignando

«I Meiser?» chiese lei

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