"Benvenuti ragazzi" un coro di voci riempi la stanza
"Mio dio, che nell'accoglienza" disse Wilson sottovoce
La sala era piena di persone, quasi non si vedevano il bar ed i muri del posto, Wilson ne era piacevolmente sorpreso ma, per quanto il suo passato fosse affine alle grandi feste, l'aria di quel post era diversa dalla sua o da quella che lui era abituato a respirare. Comunque non era importante l'aria l'importante per lui era divertirsi un po' come faceva quando era appena diciottenne.
«Allora? Che si fa? Beviamo qualcosa Celly?»
«Si dai, mica abbiamo bevuto tanto oggi» disse lei ridendo
Nella piccola zona bar, c'era solo una ragazza che era evidentemente in imbarazzo, Wilson si avvicinò e orbitò un po' attorno al bancone per capire cosa ci fosse di non sottomarca da poter bere o da poter almeno fare finta di sorseggiare per scambiare un paio di chiacchere.
«Non sei di qui vero?» disse la barista raccogliendo tutto il suo coraggio
«Diciamo di no, da cosa si intuisce? Forse dal completo? È quello vero?» rispose Wilson sorridente
«Beh, nessuno di noi ha un Aston Martin verde, ma anche il completo ora che lo vedo, particolare eh»
«Si, è su misura, comunque, mi potresti fare un drink, scegli tu, basta non sia birra, anzi fanne due»
«Si, certo» rispose lei con un bel sorriso
Presi i drink Wilson ne diede uno anche a Celine e alzando il bicchiere
«A che brindiamo?» chiese lei
«A me» rispose prontamente lui
«Che egocentrico che sei, a me non brindi?»
«Alla nostra allora» disse lui dopo essersi bevuto già metà bicchiere
«Alla nostra» disse lei
" I balli iniziano " disse una voce che arrivava da infondo alla stanza.
Loro due, quasi per uno scherzo del caso si erano trovati a ballare assieme, Wilson ghignò e Celine controbatté con un sorrisetto«Tesoro»
«Si Wilson?»
«Sai ballare il valzer?»
«Certo che lo so, cosa mi credi?»
«Gli diamo una lezione?» disse Wil
«Quando vuoi» rispose lei
Così i due scesero sulla pista da ballo, o meglio, la parte di pavimento lasciata libera e, fecero vedere cosa veramente significa ballare un valzer. Un esposizione di talento senza eguali. Le facce sbigottite degli altri, valevano quasi tutto l'oro del mondo per Wilson, a Celine non importava nulla, anche se pure lei apprezzava tutti quegli applausi»
«Non mi avevi detto che sapevi ballare così bene »
«Tu non me lo hai mai chiesto tesoro »
Il loro breve dialogo fu interrotto dalla musica tecno che era stata richiesta per fare un po' atmosfera.
Wilson uscì dalla porta non riuscendo a sopportare tutto quel frastuono, Celine incuriosita gli andò dietro."Che gusti dozzinali" pensava mentre rovistava nelle tasche dei pantaloni alla ricerca delle sigarette e del suo accendino rosa, nelle tasche stranamente non c'era nulla, strano, molto strano anzi, pensava tra sé e se di averlo perso o lasciato chissà dove, ma appena si stava dirigendo all'auto per prendere le gomme da masticare alla cannella per togliersi la voglia di fumare, dietro di lui si palesò Celine.
Neanche il tempo di girarsi e lei lo aveva già raggiunto, mettendoli in tasca l'accendino e il pacchetto.«Ah Celine, mia piccola foglia d'oro »
«Mio dio che soprannome, disse lei ridacchiando »
Lui voleva chiederle perché gli aveva preso le cose dalla tasca durante il valzer però, era meglio evitare figuracce, dato che non era nulla di troppo grave.
«Vuoi una sigaretta? Magari dura finché non esce l'alba »
«Non fumo Wil, ma aspetterò l'alba qui, con te» disse lei avvicinandosi
«Giusto compromesso» lui l'abbracció, sentiva il suo cuore e quello di Celine correre veloci e, il profumo, su di lei era molto più buono che su di lui.
«Molto morbida la tua giacca Wilson » disse Celine ridendo ancora attaccata a lui
«Certo, cosa credi?» rispose prontamente lui che la voleva staccare ma senza troppa irruenza.
«Andiamo dentro? Il mio Zenith dice che mancano cinque o sei ore al tramonto » continuò lui
«Va bene dai»
I due rientrarono trovando un po' di diversità rispetto a quello che avevano lasciato, la festa era più scialba o meglio, un po' più tranquilla, come Wilson era abituato in Inghilterra.
«Che bello questo ambiente ora. È molto più tranquillo, quasi riesco a sentirci i miei pensieri » disse Wilson
«E a cosa pensi» chiese lei
«La vita è bella tesoro, e soprattutto qui fanno un buon martini » disse Wilson ridendo
«Ah, poco ma sicuro mio piccolo Wil.»
<<Esco a fumarmi una sigaretta, quest'aria non mi sta aggradando molto, sai com'e'>>
<<Va bene, vai, ricordati la strada eh>> Disse lei ridacchiando
<<Se non vuoi che mi perda, usciamo insieme, conosco un posticino, tranquillo, elegante e sopratutto bello come te>> gli disse wilson all' orecchio.
<<Modo curioso di chiedere un appuntamento ma, sai, ci sto. >> rispose lei avvicinandolo
Cosi' come per scherzo i due stavano andando fuori a braccietto, sorridendo e canticchiando, Wilson, si dimentico persino di fumare la sigaretta, forse il tanto ricercato modo per smettere era dove non l'avrebbe mai cercato, anche se lui diffidava fortemente, il piano era ben altro per Celine, una bella ragazza, per carita' ma senza, almeno apparentemente, quel qualcosa che wilson ha sempre ricercato e voluto,
''Certo, e' molto dolce'' pensava mentre i due camminavano verso l'auto che sembrava risplendere come uno smeraldo sotto i raggi della luna
''ricordati Celine, e' uno dei tanti, le emozioni non sono fatte per te, sopratutto dopo le ultime esperienze'' Si ripeteva lei che, voleva essere granitica, non lasciare nemmeno uno spiraglio per passare a quel ragazzetto con gli occhi cosi dolci
«Sai, fa freschetto a quest'ora, non sono piu abituata» disse lei sorriendo
«Beh, un po' si, tesoro, vuoi la mia giacca? si intonerebbe magnificamente con i tuoi occhi e con la luna.»
«Si, grazie» rispose lei avvicinandosi
Lui dopo essersi tolto la giacca gliela porse, era persino una delle sue giacche preferite, gli sembrava quasi strano averla prestata, lei ci stava bene però. Stupendamente bene anzi.
«Andiamo?» chiese lei a Wilson mentre lui la contemplava sorridendo
«Se mi mostri la strada fino all'inferno» rispose lui tenendosi quel espressione da menefreghista
"É un idiota, però se lo porta bene» pensava lei
«Molto divertente» disse ritornando seria
«Beh, intanto siamo assieme, é un appuntamento?» chiese lui dopo essere salito in auto
«Te lo dirò dopo»
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Those Green Eyes
Ficción GeneralWilson, un ragazzo ricco e superbo, dopo una laurea ad Harvard ritorna in Francia dove rincontrarà una sua vecchia compagna di feste, questa volta però le cose andranno diversamente dall'ultima volta. Chissà se Wilson riuscirà a capire cos'è verame...