"I'm loving you"

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Ivy

era passata una settimana da quando la casa si era carbonizzata.
Avevamo chiamato dei professionisti per farcela aggiustare, e sarebbe stata pronta tra altre due settimane.

Io avevo detto tutto ai carabinieri.
Di mia madre, della casa e del timer in cucina...

Ora ero a casa di Aaron, stavo finendo il progetto su cui stavo lavorando con Josh il ragazzo che mi aveva presentato proprio lui.

Gli avevo mandato un paio di bozzetti già, attendevo la sua risposta.

Aaron entrò in casa, io ero seduta al tavolo della sua cucina con i bozzetti sparsi , computer e matite di tutti i tipi.

Ero vestita con il pigiama, occhiali da riposo e una crocchia disordinata in testa.

<<Ciao>> la sua voce mi distrasse leggermente, non era come al solito, era più cupa.

<<Ei, tutto bene?>>
gli chiesi, ma non ebbi una risposta solo un "mh" prima che lui salisse al piano di sopra

Non mi scervellai tanto , continuai con il mio lavoro.

Dopo quasi un'ora mi arrivò una chiamata di Gwen.

<<Ciao amica, che fai questa sera?>>
Mi chiese super felice.

<<Credo rimarrò a casa sono sfinita ho lavorato tutto il pomeriggio>>
risposi affaticata.

<<Peccato oggi al Sail c'è una cantante>>
Cantante?
Vabbè avrei chiesto dopo ad Aaron, chissà se ci andrà, non gli avevo ancora parlato.

<<Capisco, poi chiedo ad Aaron se ne sa qualcosa, ma io di certo non mi scollo dal divano>>
Dissi pensando a che stesse facendo Aaron in camera.

Dopo alcune preghiere da parte di Gwen e dopo un "vaffanculo" da Jene,
la chiamate si chiuse e io andai di sopra.

La camera era chiusa, bussai.

<<Aaron posso entrare?>>
nessuna risposta.

Aprì piano la porta, era tutto buio.
Accesi la torcia del telefono e la puntai sul letto, non c'era nessuno, entrai nella stanza e guardai verso destra,
si vedeva una luce da sotto la porta del bagno.

l'aprì e i miei occhi si spalancarono.

Aaron era appena uscito dalla doccia con un asciugamano in vita , il petto sodo scoperto, i capelli bagnati, e si stava facendo la barba.

Ero incantata, mi appoggiai allo stipite della porta e continuai ad osservarlo.

<<Bambi, è da maleducati entrare in un bagno senza bussare>>
La sua voce era roca come se si fosse appena svegliato.

<<Vero, scusami>>
Andai verso di lui, i suoi occhi si spostarono dallo specchio alla mia figura.

Gli presi il rasoio dalla mano, e lui aveva già capito.

Mi prese per i fianchi e mi fece sedere sul lavandino.

<<Non farmi male>>
disse sorridendo.

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